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Carcere di Padova. Non lasciamoli soli!

Lunedì 26 Agosto alle ore 15.00 presidio davanti al carcere circondariale di Padova Comunicato del Centro Pedro di Padova "Il grado di civilizzazione di una civiltà si misura dalle sue prigioni". Fedor Dostoevskij Ancora una volta sui giornali del nostro paese, che si dice civile, leggiamo fatti di cronaca quali la rivolta nel carcere di Padova, nel CIE di Gradisca e Capo Rizzuto. Sono episodi che portano alla luce una situazione che non è diventata grave adesso, ma che si protrae ormai da troppi anni e che troppo spesso pervade il dibattito pubblico solo nel momento in cui si trasforma in tragedia.

Il suicidio nel carcere di Padova della scorsa settimana, il migrante lanciatosi dal tetto del CIE di Gradisca D'Isonzo ricoverato ancora in condizioni gravissime, sono solo la punta di un iceberg. Dietro le alte mura di cemento di tutte le strutture di detenzione, si chiamino esse "carceri o Centri di identificazione ed espulsione", gli episodi di autolesionismo e di violenza sono quotidiani. In questi luoghi che sono posti accuratamente fuori dalla vista e che tutti noi percepiamo così lontani dalla nostra quotidianità, le condizioni di vita, perchè di vita si tratta, sono disumane. Il sovraffollamento che continuamente viene denunciato stupisce se si pensa che la percentuale di crimini "gravi" nel nostro paese è diminuita negli anni. Esso non è altro che la diretta conseguenza di politiche che aprono , anzi spalancano le porte dei carceri a chi commette "nuovi" reati, e che sono sintomo dell'incapacità di rispondere da parte delle istituzioni al disagio sociale ed economico, crescente nell'attuale crisi.

Le uniche soluzioni propinate dai governanti, quali: i nuovi pacchetti sicurezza, la costruzione di ulteriori carceri o l'infilare tra le righe dei Decreti Legge ulteriori norme repressive, come sta facendo il governo Letta con il "decreto antifemminicidio" (se così lo si può chiamare), non possono assolutamente essere la risposta. Oggi l'unica scelta possibile e praticabile che tutti insieme "dobbiamo" pretendere è un atto di Amnistia, ma che lasciato solo diverrebbe un palliativo temporaneo. Infatti, a nulla servirebbe se non accompagnato dalla depenalizzazione dei reati connessi alle "indegne" leggi Bossi-Fini, Fini Giovanardi ed ex Cirielli, oltre alla immediata abrogazione delle stesse e alla cancellazione del reato di Clandestinità. Esiste un altro aspetto drammatico, presente dentro e fuori il carcere: la violenza perpetrata dalle cosiddette "forze dell'ordine" che invece troppo spesso si trasformano in carnefici.

Ciò accade quotidianamente: violenze fisiche o psicologiche, spesso nascoste e impunite anche quando arrivano a spezzare delle vite, come è successo a Federico Aldrovandi o a Stefano Cucchi, fino al più recente episodio ligure. Per questo motivo non sono più rinviabili un dibattito serio e l'approvazione di una legge che introduca il reato di tortura: gesto simbolo della volontà di cambiamento di fronte ad una situazione insostenibile. Nessuno ci regalerà nulla! Facciamo appello a tutte le associazioni, le realtà e i singoli cittadini del nostro territorio ad essere presenti lunedì 26 Agosto alle ore 15.00 davanti al carcere circondariale di Padova, per esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai detenuti, per dire loro che non sono soli e per denunciare questa vergognosa situazione. Un primo momento di un percorso, oggi più che mai necessario, di questa battaglia di diritti e civiltà.
Centro Pedro-Padova

lunedì 26 agosto 2013


 
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