Un movimento di contadini.
La Via Campesina raccoglie duecento milioni di agricoltori di 88 paesi ed è considerata da molti come il movimento che offre la critica più legittima del neoliberismo. Oggi si ostina a ragionare e sperimentare soluzioni contro il furto delle terre, contro chi calpesta i diritti dei contadini ed è il più grande bastone tra le ruote dell’agrobusiness e degli Ogm. Prezzi giusti per il cibo, priorità alla produzione locale e naturale, riduzione del potere delle imprese transnazionali sono alcuni dei temi che danno sostanza all’idea di sovranità alimentare del movimento. L’effetto cumulativo del lavoro invisIbile di scambio e di lotta di questo incredibile movimento resta costruire fiducia e speranza tra i contadini
Tra il 5 e il 14 giugno, La Via Campesina, il sindacato mondiale dei contadini, ha tenuto il suo sesto congresso a Giakarta, in Indonesia (su questo importante incontro leggi anche l’articolo di Gustavo Esteva La via molto diversa dei contadini, ndr). Insieme a 500 delegati della associazioni di tutto il mondo che fanno parte di quella organizzazione, due rappresentanti della Landworkers Alliance del Regno Unito, di recente affiliatasi, hanno partecipato al raduno.
La Via Campesina (letteralmente ‘la strada contadina’) è un sindacato internazionale di contadini e di piccoli agricoltori che rappresentano 188 organizzazioni in 88 paesi. Il totale degli iscritti è di oltre 200 milioni e cresce costantemente quando si uniscono nuove organizzazioni. I congressi internazionali si tengono ogni 4 anni e sono il forum più importante per prendere decisioni all’interno dell’organizzazione. Questo recente congresso ha segnato il 20° compleanno del movimento ed è stata la sede dove gli iscritti hanno festeggiato e anche elaborato strategie.
Gli scorsi 20 anni hanno visto la Via Campesian crescere e diventare l’organizzazione di agricoltori del mondo più grande e più rispettata del mondo in campo internazionale. Non soltanto è considerata la voce rappresentativa dei contadini e agricoltori nella società civile e nei forum intergovernativi; è anche considerata da molti come quella che offre la critica più legittima del neoliberalismo e la visione più convincente di alternative. Il suo potere nei forum internazionali è derivato dalla sua severe politica di iscrizione “soltanto per i produttori’ e dal suo funzionamento democratico che le dà una voce popolare e rappresentativa.
La Via Campesina è stata costituita nel 1993 per unire l’opposizione di movimenti contadini al patto dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO -World Trade Organisation) sull’agricoltura, un trattato di libero mercato che ha avuto implicazioni disastrose per la vita dei produttori su piccola scala. Da allora hanno avuto molto successo nel dare visibilità al movimento contadino. Come ha detto Giulia, una coltivatrice tedesca: ‘abbiamo il coordinamento di un’organizzazione unita al coraggio di un movimento sociale’. Colgono tutte le occasioni per ricordare al mondo che il 75% del nostro cibo è prodotto dai contadini, ma che le zone rurali sono spesso le più deprivate e sfruttate. La Via Campesina sostiene che i contadini e le soluzioni trovate dai contadini devono essere viste e sentite come protagoniste delle politiche alimentari e agricole.
Un obiettivo primario del congresso è stato quello di costruire il consenso nell’organizzazione attorno a un centro di interesse e attività per i prossimi 4 anni. Al contrario dello scorso congresso, che ha incentrato l’attenzione sul miglioramento delle del funzionamento interno, a Jakarta un sacco di spazio è stato dato alla formulazione di strategie. Sono emersi molti argomenti che sono stati enunciati con passione e ci è stato un notevole consenso sulle principali sfide che i contadini devono affrontare il tutto il mondo e sui modi più efficaci per sfidare questa forze di oppressione.
Il furto delle terre e la riforma agraria sono emersi al congresso come problemi importanti. E’ chiaro che 5 anni dopo la crisi alimentare del 2008 la chiusura e la privatizzazione della terra e le risorse comuni sono cresciute significativamente in tutto il mondo. Le acquisizioni di terra sia a guida statale che del settore privato, stanno portando a sempre maggiori concentrazioni di proprietà, portando via ai contadini risorse che in precedenza erano comuni e facendo aumentare il costo della terra. Il problema del furto della terra è inserito fermamente in una più ampia critica della economia ‘verde’ delle grosse imprese e della commercializzazione della natura.
Come reazione all’aumento di furti delle terre, La Via Campesina ha ampliato il suo discorso sulla riforma agraria. La ridistribuzione della terra produttiva tra i produttori e la legislazione pubblica per evitare i furti di terra sono ai primi posti dell’agenda. Questo sta avvenendo a livello nazionale attraverso le pressioni e le azioni dirette e a livello internazionale per mezzo del Comitato dell’ONU per la sicurezza alimentare (CFS – Committee on Food Security), dove ci si è accordati sulle ‘linee guida volontarie per il mantenimento responsabile delle fattorie, dei mercati del pesce, e delle foreste’ , e dove si discutono le ‘linee guida dell’ investimento agricolo responsabile.’ Come sempre, questi forum internazionali hanno fornito risultati vaghi, senza meccanismi per l’attuazione, ma rappresentano passi importanti lungo il lento cammino verso la politica pubblica sul regime della proprietà terriera, i furti di terre e gli investimenti.
campesinaCollegate strettamente all’opposizione al furto della terra sono le campagne crescenti contro il partenariato pubblico-privato che usa la retorica dello sviluppo per aprire i mercati e creare spazi per gli investimenti internazionali nell’agricoltura. La nuova alleanza del G8 sulla sicurezza alimentare e della nutrizione è uno degli esempi di un ‘programma di sviluppo’ che cerca di facilitare l’accesso alla terra e ai mercati, a spese del sostentamento e delle tradizioni dei contadini.
Semi
Le GM e la commercializzazione dei semi sono rimasta tra primi punti del programma oltre a una recente proposta dell’Unione Europea per un regolamento per la salute delle piante e per la commercializzazione che assorbono un sacco di energia negli incontri regionali europei. La proposta cerca di ottimizzare l’industria europea dei semi, creando migliori incentivi perché le compagnie investano nei semi. La proposta tuttavia richiederebbe di mettere imposte ed esigenze di registrazione ai selezionatori su piccola scala e ai coltivatori le quali minaccerebbero la vita e lo sviluppo dei semi dei contadini. A livello internazionale la campagna contro gli OGM (Organismi geneticamente modificati) è andata rafforzandosi con azioni dirette di vasta portata contro il cibo geneticamente modificato (GM) in Spagna, Francia, Messico, India e Haiti. La posizione della Via Campesina sul GM è che è una tecnologia non necessaria che danneggia la vita dei contadini e la sicurezza alimentare concentrando il potere della catena alimentare nelle mani di poche compagnie e nei raccolti commercializzati. Essi sostengono che per porre fine alla fame c’è bisogno di occuparsi delle situazioni di coloro che producono già il cibo e quelli che vogliono produrlo e di Cercare di costruire un sistema alimentare locale diverso e piuttosto che il modello incentrato sull’esportazione e guidato dal commercio, cui è destinato quel GM.
La lotta della Via Campesina all’agribusiness* si allarga molto al di là del problema del GM. Il congresso ha considerato l’adozione di una ‘campagna globale contro i prodotti tossici in agricoltura’ (tipi di prodotti chimici noti nel Regno Unito come pesticidi che includono gli erbicidi, i fungicidi e gli insetticidi) che era stata iniziata dalle organizzazioni latino-americane nel 2011.
Anche la repressione dei movimenti sociali ha occupato un posto importante nel programma e al congresso si è dato spazio per onorare le centinai di contadini che sono stati minacciati, perseguiti, imprigionati e uccisi per le loro lotte. In molte zone dove i membri della Via Campesina sono attivi, la violenza dello stato e dei paramilitari contro i movimenti contadini è estrema. Un membro delle delegazione dell’Honduras ha raccontato quanti dei suoi colleghi sono stati uccisi perché avevano parlato e si erano organizzati per difendere i diritti dei lavoratori agricoli. Il problema è strettamente legato alla campagna contro al violenza nei riguardi delle donne che cerca di costruire la resistenza e la solidarietà nei movimenti sfidando i pregiudizi. Riconoscendo l’intensa repressione che devono affrontare molti membri, la Via Campesina lavora sodo per costruire l’integrazione e la solidarietà all’interno del movimento. Per fare passi pratici verso questi obiettivi, fissano quote alla partecipazione di uomini, donne e giovani, assicurando lo stesso spazio alle diverse voci.
Sovranità alimentare e agroecologica
Per sviluppare le loro proposte per una struttura di una politica agricola alternativa, nel 1996 La Via Campesina ha introdotto il concetto di sovranità alimentare. Fondato sulla consapevolezza che il cibo e l’agricoltura sono un elemento chiave di lotte per la giustizia sociale, sia nelle zone rurali che in quelle urbane, la sovranità alimentare è il diritto fondamentale per tutte le persone, la nazioni e gli stati per controllare i sistemi e le politiche alimentari e agricole, assicurandosi che ognuno abbia cibo adeguato, abbordabile, nutriente e culturalmente appropriato. Questo comporta il diritto di definire e controllare i metodi di produzione, trasformazione, e distribuzione a livello locale, nazionale e internazionale. Include in maniera molto significativa la trasformazione socio-economica e politica. La sovranità alimentare ha occupato una parte enorme di quanto si è detto al congresso ed è usato da tutti i tipi di organizzazioni per descrivere le alternative che offre La Via Campesina. Mentre sembra complicato quando viene espresso con il linguaggio della politica, i fondamenti della sovranità alimentare sono le richieste basilari degli agricoltori di tutto il mondo: prezzi giusti per il cibo e i prodotti agricoli, l’assegnazione della priorità alla produzione locale e sostenibile, e sostegno ai nuovi arrivati nel campo dell’agricoltura accanto al controllo del potere delle grosse imprese transnazionali.
Quando sono diventate più chiare le mancanze del modello di sicurezza alimentare dipendente dalle importazioni, la sovranità alimentare sta ottenendo più vasto riconoscimento nelle politiche pubbliche. Alcuni paesi, tra cui l’Ecuador, la Bolivia, il Venezuela, il Senegal, il Mali, e il Nepal hanno inserito la sovranità alimentare nei loro quadri normativo e stanno ottenendo riconoscimenti alla FAO (Organizzazione della Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e al Comitato per la sicurezza alimentare (CFS). La condivisione di vittorie e strategie per portare la sovranità alimentare nelle politiche pubbliche, è stata una grossa componente del congresso e un qualche cosa che avverrà ancora di più negli anni a venire.
Dare visibilità ai problemi dei contadini
Women-farmersIl lavoro della Via Campesina mi è stato descritto da un agricoltore italiano come istituzionale per l’1%, e per il 99% mobilitazione e aiuto reciproco. A livello istituzionale, la Via Campesina ha lavorato per creare e mantenere uno spazio per i movimenti sociali nei forum intergovernativi dell’ONU per la politica agricola. Stanno attivamente facendo pressioni sulla FAO, la CFS e l’Unione Europea. Il punto principale al momento è duplice: primo, in seguito a un attacco riuscito ai tentativi della Banca Mondiale di scrivere una ‘iniziativa sugli investimenti responsabili’, la Via Campesina si è impegnata a portare il problema al forum più democratico del CFS dove sta lavorando per fare delle ‘linee guida per investimenti agricoli responsabili’ uno strumento che possa essere usato per difendere le comunità contro il furto delle terre.
Inoltre la Via Campesina ha redatto una proposta di legge per i diritti dei contadini che è stata accettata dalla commissione dell’ONU per i diritti umani e per la cui ratifica l’assemblea generale sta ora spingendo.
Nelle istituzioni, lo scopo principale della Via Campesina è spesso proprio di dare visibilità ai problemi dei contadini e di mantenere aperto un canale per le voci degli agricoltori. Come ha detto un agricoltore canadese al congresso: ‘spesso una vittoria nelle istituzioni impedisce davvero che accada una brutta cosa.’ Tuttavia, sia la proposta di legge per i diritti dei contadini che le linee guida per gli investimenti agricoli responsabili hanno un enorme potenziale per supportare il lavoro concreto della Via Campesina con strutture riconosciute a livello internazionale.
Guardando ai risultati dell’organizzazione è facile dimenticare che questo è realmente un movimento di agricoltori, incentrato sul sostenere la vita dei contadini in tutto il mondo. E’ in questo spazio che sta avendo l’impatto maggiore e questo è apparso chiaramente al congresso. Gli ultimi 20 anni hanno visto un’enorme quantità di visite e di scambi con l’illustrazione di innumerevoli idee tra produttori in contesti diversi. L’effetto cumulativo di tutto questo è di costruire la fiducia e la capacità tra organizzazioni contadine di avere ruoli attivi e politici nel indirizzare il loro futuro.
In un momento in cui la protesta sembra essere intermittente, è molto motivante vedere un’organizzazione diventare di queste dimensioni senza compromettere la sua visione, la sua voce o in suoi dati demografici. E’ straordinario che l’organizzazione rimanga una rappresentazione così unita, democratica e onesta dei problemi che affondano i produttori. (di Adam Payne)
* http://www.tesionline.it/default/glossario.jsp?GlossarioID=142
Fonte: znetitaly.org (fonte originaria redpepper.org, traduzione di Maria Chiara Starace) che ringraziamo.
http://comune-info.net
giovedì 8 agosto 2013
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