[Nogara – Verona] Ai magazzini Coca Cola 30 lavoratori reintegrati grazie alla lotta!
Le lotte che da anni si stanno sviluppando nel Nord Italia nel settore della logistica non hanno solamente una matrice sindacale. I lavoratori, alle più o meno tradizionali rivendicazioni inerenti miglioramenti salariali, ritmi di lavoro più ‘umani’, una più equa distribuzione dei carichi di lavoro, ecc., aggiungono rivendicazioni dal significato più squisitamente politico.
Rivendicano infatti la libertà di organizzarsi, di riunirsi in un’organizzazione sindacale liberamente scelta. Un diritto che si dà troppo spesso per acquisito, considerando quindi i posti di lavoro in cui non è rispettato come emblematici di retaggi del passato duri da consegnare alla storia.
Più verosimilmente essi però rappresentano il futuro verso cui le nostre classi dirigenti, comprese le burocrazie dei sindacati concertativi, vorrebbero approdare. Luoghi di lavoro in cui i lavoratori sono assolutamente disorganizzati o organizzati sotto le bandiere di un sindacalismo sempre pronto a svendere i diritti di coloro che dovrebbe rappresentare, fungendo da strumento di controllo della forza lavoro. Ma i lavoratori della logistica mostrano che questo modello – idilliaco per il capitale – presenta non poche crepe. In migliaia da qualche anno hanno deciso infatti di lasciarsi alle spalle la paura di affrontare padroni e sindacalisti e di organizzarsi in sindacati magari piccoli ma assai combattivi (in primis S.I. Cobas e ADL Cobas), che fanno del protagonismo operaio e non della delega un’arma a disposizione della lotta. Questo tentativo di organizzarsi è sempre contrastato con estrema durezza dalla controparte. La prima reazione è quella di misure punitive nei confronti di quei lavoratori che sono individuati come i ‘capi’ di quella che è a tutti gli effetti considerata una ‘insubordinazione’.
È il caso della cooperativa ‘La Sorgente’ che a Nogara (Verona) aveva sospeso ben quindici dipendenti che lavoravano presso i magazzini della Coca Cola, tutti iscritti all’ADL Cobas. La colpa di cui si erano macchiati era quella di aver denunciato un responsabile di magazzino per caporalato. “Uno per tutti, tutti per uno”, questo il motto dei lavoratori che hanno dato vita ad una lunga mobilitazione, nel corso della quale allo sciopero e al blocco dei cancelli la cooperativa ha risposto con altre quindici sospensioni. Alla fine, però, ‘La Sorgente’ ha dovuto cedere: entro il 15 maggio tutti i lavoratori sospesi saranno reintegrati. Per di più il responsabile di magazzino accusato di caporalato sarà allontanato. Una piccola vittoria che si aggiunge alle tante altre piccole vittorie che in questi anni i lavoratori della logistica stanno riuscendo a strappare. Un bel segnale in vista della seconda giornata di sciopero che si terrà mercoledì 15 maggio e che seguiremo in diretta sul nostro sito clashcityworkers.org.
Di seguito pubblichiamo il comunicato dell’ADL Cobas che racconta di questa vittoria:
“Per i lavoratori della cooperativa La Sorgente, impiegati nei magazzini della Coca Cola di Nogara (Vr), sono state giornate dure, passate davanti ai cancelli dello stabilimento in cui lavoravano da molti anni e dal quale erano stati allontanati dopo aver denunciato un responsabile di magazzino per caporalato. In seguito a questa denuncia, sono cominciate le ritorsioni nei confronti dei lavoratori iscritti ad ADL Cobas, i quali erano arrivati a scendere in sciopero per chiedere il reintegro di 10 loro compagni allontanati con futili motivi, per scopi esclusivamente punitivi e di ritorsione. Venivano contestate infrazioni nel luogo di lavoro a persone che nemmeno erano presenti, visto che erano a casa in malattia, tanto per fare un esempio.
Lo stato di agitazione ha prodotto iniziative eclatanti, con alcuni lavoratori che sono arrivati ad issarsi sul tetto del magazzino mentre i loro colleghi in sciopero bloccavano i cancelli dello stabilimento. L’obiettivo dichiarato era quello del pieno reintegro di tutti i lavoratori allontanati, che nel frattempo erano diventati 30, alcuni dei quali da due mesi senza stipendio, e l’allontanamento del responsabile denunciato per caporalato. Negli scorsi giorni era stato allestito all’esterno del magazzino un presidio permanente nel quale i lavoratori e le loro famiglie hanno mantenuto alta la mobilitazione, con blocchi dei cancelli a singhiozzo, cosa che ha creato non pochi problemi all’azienda. Uno per tutti, tutti per uno, era la parola d’ordine dei lavoratori, legati tra loro da un patto di solidarietà che non è mai venuto meno in queste lunghe settimane.
Ieri, dopo l’ennesima giornata di presidio e mobilitazione, è arrivata la tanto attesa notizia: i lavoratori allontanati, tutti iscritti ad ADL Cobas, verranno tutti reintegrati entro il 15 maggio, e il responsabile delle pratiche di caporalato allontanato definitivamente dallo stabilimento.
Una vittoria importante, fondata sulla volontà di veder rispettati i propri diritti e sulla straordinaria coesione e solidarietà tra i lavoratori. ADL Cobas”
www.clashcityworkers.org
venerdì 10 maggio 2013
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