Balla sul cadavere della Thatcher ma ricordati che c'è stato un colpo di stato in Gran Bretagna.
Dopo la dipartita della Thatcher io ne ricordo le vittime. La figlia di Patrick Warby, Marie, è stata una di loro. Marie, di cinque anni, soffriva di una deformità dell’intestino e aveva bisogno di una dieta speciale. Senza di essa il dolore era straziante. Suo padre era un minatore di Durham e aveva usato tutti i suoi risparmi. Era l’inverno del 1985, il Grande Sciopero durava da quasi un anno e la famiglia era all’indigenza. Anche se il suo diritto non era in discussione, a Marie fu negato l’aiuto dal Dipartimento dell’Assistenza Sociale. In seguito ho ottenuto documenti sul caso che dimostravano che Marie era stata respinta perché suo padre era “coinvolto in una disputa sindacale”.
La corruzione e la disumanità sotto la Thatcher non conoscevano confini. Quando salì al potere nel 1979 la Thatcher pretese un bando totale alle esportazioni di latte in Vietnam. L’invasione statunitense aveva lasciato malnutrito un terzo dei bambini vietnamiti.
Ho visto cose molto angosciose, tra cui bambini che diventavano ciechi per mancanza di vitamine. “Non posso tollerarlo”, disse un dottore angosciato dell’ospedale pediatrico di Saigon, mentre guardavamo un bambino morente. La Oxfam e Save the Children avevano chiarito al governo britannico la gravità dell’emergenza. Un embargo guidato dagli Stati Uniti aveva spinto il prezzo locale di un chilo di latte sino a dieci volte quello di un chilo di carne. Molti bambini avrebbero potuto essere guariti con il latte. Il bando della Thatcher fu mantenuto.
Nella vicina Cambogia, la Thatcher lasciò una scia di sangue, segretamente. Nel 1980 pretese che il defunto regime di Pol Pot – gli assassini di 1,7 milioni di persone – conservasse il suo “diritto” a rappresentare le sue vittime all’ONU. La sua politica era di vendetta nei confronti del liberatore della Cambogia, il Vietnam. Il rappresentante britannico ricevette istruzioni di votare con Pol Pot presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in tal modo impedendo alla stessa di offrire aiuto dove, in tutto il mondo, era più necessario.
Per nascondere tale scandalo, gli USA, la Gran Bretagna e la Cina, la principale sostenitrice di Pol Pot, inventarono una “coalizione della resistenza” dominata dalle forze Khmer Rouge di Pol Pot e rifornite dalla CIA in basi lungo il confine tailandese. C’era un problema. In seguito allo scandalo dello scambio di armi contro ostaggi dell’Irangate, il Congresso USA aveva vietato avventure clandestine all’estero. “In uno di quegli accordi che i due amavano fare”, ha dichiarato al Sunday Telegraph un alto funzionario di Whitehall, “il presidente Reagan propose alla Thatcher che fossero le forze speciali britanniche (SAS) a gestire lo spettacolo in Cambogia. Lei accettò prontamente.”
Nel 1983 la Thatcher mandò le SAS ad addestrare la “coalizione” nel suo distintivo genere di terrorismo. Squadre di sette SAS arrivarono da Hong Kong e soldati britannici cominciarono ad addestrare i “combattenti della resistenza” a stendere campi minati in un paese devastato dal genocidio e dalla più alta percentuale mondiale di morti e feriti causati da mine.
Riferii la cosa all’epoca e più di 16.000 persone scrissero alla Thatcher per protestare. “Confermo”, riferì lei al leader dell’opposizione Neil Kinnock, “che non c’è alcun coinvolgimento di alcun tipo del governo britannico nell’addestramento, equipaggiamento e nella collaborazione con i Khmer Rossi o i loro alleati.” La menzogna era da lasciare senza fiato. Nel 1991 il governo di John Major ammise di fronte al parlamento che in effetti le SAS avevano addestrato la “coalizione”. “I britannici ci piacevano”, mi disse in seguito un combattente dei Khmer Rossi. “Erano in gamba nell’insegnarci a preparare le trappole esplosive. Persone ignare, come i bambini nelle risaie, furono le vittime principali.”
Quando i giornalisti e i produttori dello storico documentario dell’ITV Death on the Rock [Morte sulla Rocca] rivelarono come le SAS avevano gestito altre squadre della morte in Irlanda e a Gibilterra, furono perseguitati dai “giornalisti” di Rupert Murdoch, allora tremebondi sul filo del rasoio a Wapping. Anche se scagionata la Thames TV perse la sua esclusiva della ITV.
Nel 1982 l’incrociatore argentino General Belgrano avanzava al di fuori della zona di esclusione delle Falkland. La nave non costituiva alcuna minaccia e tuttavia la Thatcher diede ordine che fosse affondata. Le vittime furono 323 marinai, inclusi coscritti adolescenti. Il crimine aveva una certa logica. Tra gli alleati più stretti della Thatcher c’erano assassini di massa: Pinochet in Cile, Suharto in Indonesia, responsabile di “molto più di un milione di morti” (Amnesty International). Anche se lo stato britannico aveva a lungo armato le principali tirannie del mondo, fu la Thatcher che mise uno zelo da crociata negli accordi, pubblicizzando i maggiori punti di forza dei motori dei caccia, contrattando con durezza con principi sauditi che pretendevano tangenti. L’ho filmata a una mostra di armi, che accarezzava un missile scintillante: “Ne avrò uno!”, disse.
Nella sua inchiesta sulle armi all’Iraq, Lord Richard Scott ascoltò prove che un intero livello del governo della Thatcher, da alti dipendenti pubblici e ministri, aveva mentito e infranto la legge nel vendere armi a Saddam Hussein. Erano i suoi “ragazzi”. Sfogliate le vecchie copie del Baghdad Observer e troverete fotografie dei suoi ragazzi, prevalentemente ministri del suo gabinetto, sulla prima pagina, seduti con Saddam sul suo famoso divano bianco. C’è Douglas Hurd e c’è un sorridente David Mellor, anch’egli del Foreign Office, circa nel periodo in cui il suo ospite stava ordinando l’uccisione di 5.000 curdi con il gas. Dopo tale atrocità il governo della Thatcher raddoppiò i crediti commerciali a Saddam.
Forse è troppo facile ballare sulla sua tomba. Il suo funerale è stato una manipolazione propagandistica, adatto a un dittatore: un’assurda esibizione di militarismo, come se avesse avuto luogo un colpo di stato. E aveva avuto luogo. “Il suo vero trionfo”, ha detto un altro dei suoi ragazzi, Geoffrey Howe, un ministro della Thatcher, “è consistito nell’aver trasformato non un solo partito, bensì due, cosicché quando i laburisti sono effettivamente tornati, il grosso del thatcherismo era accettato come irreversibile.”
Nel 1997 la Thatcher fu il primo ex primo ministro a far visita a Tony Blair dopo il suo ingresso a Downing Street. C’è una foto di loro due, uniti in un rictus: il criminale di guerra in erba con la sua mentore. Quando Ed Miliband, nel suo viscido “tributo”, ha rappresentato caricaturalmente la Thatcher come una “coraggiosa” femminista le cui conquiste egli personalmente “onorava”, avete capito che la vecchia assassina non è morta affatto.
(di Autore: John Pilger - Originale: Johnpilger.com - traduzione di Giuseppe Volpe)
Traduzione © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0
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sabato 27 aprile 2013
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