Social Forum Mondiale, tematica abitativa.
“Il diritto alla casa come bene comune”. E' stata questa la dichiarazione finale all'intenro di un'assemblea di chiusura del 29 marzo nel Social Forum Mondiale di Tunisi, in cui ha partecipato anche l'Unione Inquilini con una delegazione. E della questione casa, della precarietà che caratterizza, sfortunatamente, questo argomento da moltissimi anni, ne consociamo temi e numeri, lotte e tragedie . (Vi rimandiamo alla lettura di qualche sfumatura della tematica in questione).
E' finito il Social Forum Mondiale.
“Non bisogna spegnere la fiamma rivoluzionaria che ha infuocato il Maghreb nei recenti tumulti di ribellione e occorre anche mantenere una collettività tra i movimenti arabi in rivolta”. Dietro questa frase possiamo leggere la motivazione che ha permesso lo svolgimento del Social Forum Mondiale, di cui abbiamo già parlato, e che si è tenuto dal 26 al 30 marzo a Tunisi, la capitale della Primavera araba.
“Solidarizzare e confrontare” sono stati gli obiettivi principi di questo Forum. Da una parte solidarizzare con la vicinanza nella lotta per la libertà, dall’altra si è attivato un vero confronto tra le varie metodologie di lotta e di politiche che verranno messe in atto nel futuro, anche per sostenere l’opposizione della sinistra progressista, che ora c’è al governo, seppur in minoranza.
L’Unione Inquilini ha partecipato al Forum Sociale con una delegazione che è stata accolta dalla International Alliance of Inhabitant, diretta promotrice delle assemblee degli abitanti e sui diritti sociali e all’abitare.
L’Unione Inquilini ha partecipato, nella giornata del 29, a una conferenza dell’associazione italiana decrescita (Beyond Capitalism, Degrowth and Alternative to Development).
“Abbiamo parlato – dichiara Michelangelo Di Beo, dell'Unione Inquilini - della visione della lotta al capitalismo, che dovrebbe ripartire dai piccoli cambiamenti in ogni piccola realtà locale. Si avverte, al Forum, la necessità di convergere le lotte al capitalismo a partire dalle realtà locali, segmentando le forze ma rendendo ognuna di queste quanto più forte possibile. L’idea - continua - è un po’ quella di tessere una ragnatela dove ogni punto di convergenza marginale è importante quanto il centro della resistenza. Vivere con meno consumo per una convivenza migliore senza differenze tra nord e sud e per l’uguaglianza sociale tra tutti i popoli. Vengono proposte forme di costruzione di Europa sociale - aggiunge - economie di tipo regionale e locale, tutti gli economisti presenti sono d’accordo sull’idea di una economia socialmente utile e solidale, strettamente necessaria ai bisogni fisiologici della vita nel ventunesimo secolo”.
“L’intervento dell’Unione Inquilini – spiega Di Beo - è stato molto marginale alle soluzioni pratiche economiche proposte, ho richiesto attenzione non solo alla parte puramente materiale, ma anche alla lotta al decremento culturale, che proprio a causa del capitalismo, si è trascinato dietro forme radicate di modernismo e consumismo anche nelle fasce più povere e disagiate. Ho fatto notare come il capitalismo sia entrato a gamba tesa sul mercato immobiliare tramite le politiche Neoliberiste che spianano la strada alle forme più crudeli di privatizzazione e di salvaguardia della proprietà privata. Una piccola partentesi - chiarisce ancora - l’ho aperta anche sull’importanza di radicare le pratiche sociali sui territori spiegando a grandi linee il funzionamento delle R@P e delle metodologie di lotta di Unione Inquilini”.
Nel pomeriggio del 29 si è svolta poi l’Assemblea Mondiale degli Abitanti (World Assembly of Inhabitants), con associazione, movimenti e organizzazioni.
Tra queste la promotrice International Alleance of Inhabitants, la CONAM dal Brasile, COHABITAT per la Repubblica Domenicana, la Via Campesina, l’Unione Inquilini per l’Italia, alla HIC (Habitat International Coalition), a movimenti algerini, argentini, francesi, organizzazioni venezuelane e molti altri.
Molti i fattori che accomunano queste realtà: parlano di “casa e città” come beni comuni.
Dell’abitazione come un progetto sociale che dev’essere parte di un’”urbanizzazione intelligente e rispettosa dei diritti civili”.
E’ emersa l’importanza di unità tra i movimenti di lotta internazionali e locali, per riunire non solo la lotta per il diritto alla casa ma anche per il diritto ad una vita dignitosa che rispetti la persona come tale. “Qui - agigunge Di Beo- l’importanza della realizzazione di un progetto immobiliare ecologico, di una rete di autorganizzazione popolare che parta dal basso, ma che sappia anche combattere le battaglie giudiziarie e istituzionali.
Il Forum Sociale, per la tematica abitativa, esprime la necessità di una inversione di marcia prepotente sul mercato immobiliare. La necessità di eliminare il concetto di privatizzazione dirompente per il solo scopo speculativo. Il soggetto principale dell’incubo immobiliare è il capitalismo sfrenato, che dagli anni sessanta è entrato prepotentemente sui mercati immobiliari mondiali, creando una rete di metastasi ai danni dei diritti più elementari della persona.
"Tutto questo - conclude Di Beo - ha quindi portato l’intero Forum alla conclusione finale riguardante l’importanza di convergere le forze contro il capitalismo immobiliare che altrimenti infetterà ogni correlazione possibile con il diritto all’abitare”.
Una la dichiarazione finale: “il diritto alla casa come bene comune”.
www.controlacrisi.org
domenica 31 marzo 2013
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