Monique, la donna che ha evitato lo sfratto grazie all'aiuto di Occupy.
Per più di un anno dopo che nel gennaio 2011, quando la banca pignorò la casa di Monique White a Minneapolis, lei ha combattuto per rimanere. La scorsa settimana, ha ricevuto una sospensione: mercoledì un rappresentante della US Bank l’ha chiamata per farle sapere che erano disposti a modificare il suo mutuo. Se il tentativo di accordo andrà a buon fine, la quarantaseienne madre single di due figli potrà continuare a stare nell’appartamento e un buon numero di coalizioni di attivisti e vicini, tra cui il gruppo di Occupy Wall Street, potranno segnare una vittoria nella battaglia agli sfratti.
LA STORIA - La White si trovava ad un training lavorativo quando è stata raggiunta nella notizia. “Sono dovuta uscire fuori per urlare tutta la mia gioia e ringraziare Dio, perché senza Dio tutto questo non sarebbe mai potuto essere possibile” ha dichiarato all’HuffPost. Moltissime organizzazioni ma anche singoli cittadini l’hanno aiutata: i suoi avvocati e i vicini di casa, la Neighborhoods Organizing for Change e Occupy Homes Minnesota. “Tutto ciò sarebbe stato impossibile senza ognuno di loro” ha infatti aggiunto la White. Per mesi, i gruppi l’hanno sopportata nella lotta la US Bank, che aveva fornito il prestito alla White prima del pignoramento e che non poteva fare nulla per consentirle di mantenerlo. La questione, secondo la banca, era nelle mani del “prestatore” appoggiato dal governo Freddie Mac, perché tecnicamente, al momento, era il gigante dei mutui a possedere la casa . E per altrettanti mesi, la White è rimasta in quella che sentiva essere la sua casa. Si presentò a Occupy Minneapolis e invitò dozzine di attivisti a sposare la sua causa, che pubblicizzò con i giornalisti. Gli attivisti iniziarono ad accamparsi attorno a casa White lo scorso novembre, come parte del gruppo chiamato “Occupy Our Homes”, volto a fermare i pignoramenti e gli sfratti portando un’attenzione più ampia attorno alle pratiche bancarie.
RINEGOZIARE L’ACCORDO - Tutto ciò che la White desiderava, disse, era l’opportunità di modificare l’accordo per pagare quanto più poteva. Originariamente stimata a 123,000 dollari, il valore della casa nel suo depresso quartiere a nord di Minneapolis, era adesso sceso a 30,000 dollari, secondo l’analisi di un perito indipendente che aveva effettuato il controllo dopo una richiesta della coalizione della White. Il punto di svolta, secondo gli attivisti, potrebbe essere stato durante la riunione annuale della US Bank ad aprile quando, davanti a 2000 spettatori, la White si alzò e chiese al direttore generale della banca, Richard Davis, d’aiutarla a rimanere nella casa. La guardavano tutti ma lei disse di non sentirsi intimidita, poiché si era detta: “Certo, loro magari avranno più soldi ma questo non li rende diversi o migliori di me.” “E’ stato davvero incredibile questo, dire la verità in quell’attimo di potere, era lì tutta sola” ha raccontato Anthony Newby, uno dei membri della Neighborhoods Organizing for Change. “A suo merito, David accettò di incontrarla.” La White disse che inzialmente David era stato brusco ma dopo che gli raccontò la sua vicenda “il suo tono di voce, il suo comportamento, il suo linguaggio del corpo… era completamente cambiato.”
L’EPILOGO - Nel giro di pochi giorni, la US Bank è riuscita ad ottenere una riduzione principale che ha consentito alla White di pagare 686,36 dollari al mese per rimanere nella casa. White, che fa due lavori part-time e sta seguendo un training per un’occupazione a tempo pieno, disse che la cosa non era semplicissima ma che avrebbe potuto funzionare. Ironia della sorte, lo stesso giorno ha ricevuto la chiamata per la modifica, i legali della White erano in tribunale a battersi contro un tentativo di sfratto partito da Freddie Mac. “Ciò dimostra la discrepanza tra queste due importanti identità” ha dichiarato Newby. “Spesso, anziché lavorare in modo collaborativo affinché i proprietari rimangano all’interno delle loro case, fanno mosse contrastanti”. Né Freddie, né la US Bank hanno risposto alle domande del’HuffPost sulla questione. Giovedì scorso, un rappresentante della banca ha dichiarato a Star Tribune che la decisione in ultima analisi spettava a Freddie Mac. Se la modifica sarà definitiva, la White pensa che lo saprà tra pochi giorni, l’attivista di Occupy Homes Minnesota, Nick Espinosa, dice che questa sarà una pietra miliare nella loro storia. “Questo dimostra che quando si accende una lampadina su questi casi e li si porta all’attenzione pubblica, che la banca è più che in grado di negoziare, anche se i funzionari dicevano sin dall’inizio che questa non era responsabilità loro. E’ una grande vittoria e rappresenta esattamente il tipo di accordo che ogni padrone di casa americano dovrebbe avere dalla sua banca”.
Fonte:
l’articolo a cura di Matt Sledge è stato pubblicato sull’ Huffington Post
www.controlacrisi.org
martedì 8 maggio 2012
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