Agricoltura, è allarme: “Con il sistema dei voucher nei campi lavoreranno solo migranti”.
Il reddito accumulato sarà calcolato per il permesso di soggiorno. Gianluca Nigro (Finis Terrae): “Le aziende non andranno più a cercare il pensionato per raccogliere l’uva, ma lo straniero che ha bisogno dei documenti”
ROMA – “Uno spostamento scientifico sul lavoro migrante di tutta la partita dell’agricoltura”. È quello che vede nella liberalizzazione dei voucher per il lavoro agricolo stagionale Gianluca Nigro, dell’associazione Finis Terrae, da anni in prima linea con i braccianti stranieri a Nardò, nel Salento, dove nell’estate 2011 i raccoglitori di angurie e pomodori hanno dato vita allo sciopero contro i caporali portando all’introduzione del reato penale di caporalato nel codice. Finis Terrae con la Brigate di solidarietà attiva ha lanciato nel 2010 la campagna ‘Ingaggiami contro il lavoro nero’, raggiungendo l’anno scorso 140 ingaggi regolari per i lavoratori migranti. Un’iniziativa che non avrebbe più senso con l’uso dei voucher per pagare le raccolte di frutta e ortaggi.
“L’ingaggio si può fare anche online fino alla mezzanotte del giorno precedente l’assunzione – spiega Nigro – questo vuol dire che c’è il vincolo di comunicare l’assunzione prima dell’inizio del lavoro, sia per gli italiani che per gli stranieri. Questo anche per la questione degli incidenti sul lavoro che, guarda caso, avvenivano tutti il primo giorno di lavoro”. Il voucher è l’inverso. “Tu lavori e a fine giornata ti trovi il voucher che cambi alla posta – continua - Il voucher agevola il caporalato invece di eliminarlo, non c’è più l’ingaggio, è un rapporto individuale fra datore di lavoro e prestatore d’opera. Per questo rappresenta l’eliminazione dell’idea stessa del contratto nazionale di lavoro e viene annullato anche il ruolo dei sindacati”. L’ingaggio da solo non basta a evitare il sommerso: senza controlli non c’è garanzia che risulti il numero di giornate di lavoro realmente effettuate. “Ma almeno, se un ispettore del lavoro va in un campo a fare un controllo può stabilire quando è iniziato il periodo lavorativo, in base a quando è stato aperto l’ingaggio” commenta Nigro.
Un'altra modifica importante che arriva con la riforma, secondo il rappresentante di Finis Terrae, è il fatto che ora i voucher verrebbero calcolati nel reddito per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno. “Questo ci dice che nella prospettiva futura i braccianti saranno solo stranieri in una forma ultraprecaria, eliminando qualunque sacca di lavoro italiano che è rimasto nelle campagne – afferma Nigro - I voucher al sud non sono stati usati perché ci sono i migranti, cioè c’è il lavoro nero disponibile, non controllato e non combattuto. I braccianti agricoli in larga misura sono stranieri, quindi c’è un processo di sostituzione della manodopera già avanzato. Il punto è che questo incentivo del permesso di soggiorno rafforza sempre più questa tendenza. Le aziende non andranno più a cercare il pensionato per raccogliere l’uva, ma lo straniero che ha bisogno del permesso di soggiorno”. (di Raffaele Cosentino)
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giovedì 10 maggio 2012
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