Crisi, morto dopo una lunga agonia l'uomo che si era dato fuoco a Bologna.
Giuseppe C., l'uomo che si era dato fuoco davanti alle sedi delle commissioni tributarie in via Paolo Nanni Costa a Bologna, è morto ieri. Era ricoverato in Rianimazione all'ospedale Maggiore di Parma con gravissime ustioni.
La mattina del 28 marzo Giuseppe C. si era dato fuoco dentro la sua Fiat Punto parcheggiata davanti al palazzone che fino a pochi mesi fa ospitava anche la sede della Agenzia delle Entrate. Aveva lasciato accanto alla vettura delle lettere, una proprio alla Commissione tributaria, in cui spiegava di aver "sempre pagato le tasse" e chiedeva di "lasciar in pace" almeno la moglie, cui aveva rivolto una commovente missiva di addio.
Il fisco pretendeva da lui almeno 104.000 euro (cifra non confermata dall'Agenzia, e che probabilmente non teneva conto di cospicue maggiorazioni per sanzioni). Una cifra dovuta al Fisco per lo più per sovrafatturazioni, cioè dichiarazioni di costi maggiori di quelli realmente sostenuti, emerse nei controlli fiscali, e contro cui Giuseppe C. aveva cercato inutilmente di far ricorso alla commissione tributaria provinciale (che gli aveva dato torto).
Proprio la mattina del suo gesto disperato, Giuseppe era imputato in tribunale a Bologna per l'accusa di uso di fatture false. Il legale - su mandato dell'assistito - aveva patteggiato una pena di 5 mesi e 10 giorni. Pena sospesa perché Giuseppe C. era incensurato.
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sabato 7 aprile 2012
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