Il "regalo" di Via Campesina per i 50 anni dell'UPOV: davanti la sede albero piantato, come simbolo-presidio della protesta dei contadini.
È in occasione del cinquantesimo anniversario dell'UPOV (Unione Internazionale per la Protezione delle Selezioni Vegetali) che il Coordinamento Europeo de La Via Campesina (ECVC), insieme ad oltre un centinaio di contadini, membri di associazioni e cittadini, si sono riuniti a Ginevra il 20 ottobre per piantare un albero davanti alla sede dell'istituzione, quale simbolo-presidio della protesta dei movimenti impegnati nella difesa della sicurezza alimentare. Nell'azione comune dell'UPOV e degli Uffici dei brevetti, infatti, ECVC riconosce una minaccia al diritto al cibo e alla sovranità alimentare nel mondo.
È dal 1991, con l'introduzione dei COV (Certificati di Ottenimento Vegetale) che l'UPOV vuole vietare ai contadini di utilizzare parte del loro raccolto come semente o costringerli a pagare royalties agli industriali, detentori di questi certificati. Eppure tutti i semi venduti dall'industria sono stati prodotti da semi raccolti gratuitam ente nei campo dei contadini che hanno selezionato e conservato per migliaia di anni tutte le piante di cui oggi ci nutriamo.
Il diritto dei contadini a riseminare e scambiare liberamente le loro sementi è indispensabile per l'adattamento delle colture ai cambiamenti climatici e l'adattamento locale che permette di ridurre l'uso di fertilizzanti e pesticidi chimici. Un diritto naturale che da sempre i contadini hanno applicato garantendo, in questo modo, la varietà della biodiversità, la sicurezza degli stock sementieri, e quindi la sicurezza alimentare.
Il problema delle sementi, infatti, riguarda tutti i cittadini, dal momento che la questione dell'accesso al cibo, della libera riproduzione e dello scambio di semi da parte degli agricoltori è l'unico modo per evitare che le multinazionali, tramite l'intermediazione della UPOV, non si approprino di tutta la catena alimentare. La moltiplicazione dei brevetti sui geni naturali, mutati o manipolati, dei semi commerciali, già tutelati dai COV, rafforza il concentramento delle sementi nelle mani di una manciata di aziende sementiere multinazionali, che così si impadroniscono di fatto del diritto al cibo dei popoli. È dunque la stessa la sovranità alimentare che è minacciata dalla devastante convivenza dell'UPOV con gli Uffici dei brevetti.
Biogricoltura Notizie
venerdì 11 novembre 2011
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