Amazzonia, lotta a disboscamento provoca un'altra vittima.
“Conobbi João nella sua comunità, dove celebrai le mie prime cresime come vescovo di Itaituba…Denunciava l’accaparramento illegale delle terre, il commercio abusivo di legname. Per questo è stato assassinato brutalmente con un proiettile alla testa…Quando smetteranno di essere uccisi i difensori della natura e della legalità? Il governo federale quando mobiliterà la polizia per far rispettare la legge nel Pará?”.
Così monsignor Wilmar Santin, vescovo della prelazia di Itaituba, nello Stato amazzonico del Pará, ha denunciato l’uccisione, avvenuta lo scorso fine settimana, del lider comunitario João Chupel Primo, a Miritituba. Un “omicidio codardo di un altro difensore dell’Amazzonia” lo ha definito il presule, riferendosi alla lunga sequela di uccisioni di contadini noti per il loro impegno contro la devastazione delle foreste del ‘polmone’ del pianeta, registrata a partire dalla metà di giugno e che ha contato finora sette vittime.
“Anche qui, come accade ovunque, la polizia risponde ad interessi politici. L’applicazione della giustizia è una questione di volontà politica” dicono alla MISNA fonti della società civile contattate nel Pará. “Quando accadono queste cose all’interno dello Stato, ossia nell’ambiente rurale, tutti sanno subito tutto: gli esecutori e i mandanti…Solo la polizia non riesce a condurre indagini serie e a catturare i criminali, sembra un paradosso ma è quello che accade” aggiungono le stesse fonti, di cui manteniamo l’anonimato per motivi di sicurezza.
“I poliziotti che invece si danno da fare spesso sono costretti a fermarsi quando arrivano vicini ai mandanti che magari sono collusi con gli stessi vertici delle forze dell’ordine sia al livello locale che federale. Ci si chiede anche come mai, dopo l’elezione a governatore di Simão Jatene, nel giro di pochi mesi siano stati compiuti tutti questi omicidi”.
“I poliziotti che invece si danno da fare spesso sono costretti a fermarsi quando arrivano vicini ai mandanti che magari sono collusi con gli stessi vertici delle forze dell’ordine sia al livello locale che federale. Ci si chiede anche come mai, dopo l’elezione a governatore di Simão Jatene, nel giro di pochi mesi siano stati compiuti tutti questi omicidi”.
Secondo le fonti sentite dalla MISNA, non esiste ancora una strategia efficace per difendere e proteggere chi si batte contro la devastazione dell’Amazzonia e, allo stesso tempo, “sia in grado di fermare questo mostro che si rosicchia giorno dopo giorno ettari di Amazzonia. Forse – concludono – non ci sono interessi reali da parte di politici e autorità anche internazionali”.
Secondo l’Istituto dell’uomo e dell’ambiente in Amazzonia (Imazon), ad agosto la devastazione dell’Amazzonia si è quasi triplicata con 240 km quadrati di foreste distrutti, il 158% in più di luglio. Lo Stato ‘maglia nera’ resta sempre il Pará.
www.controlacrisi.org
mercoledì 26 ottobre 2011
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