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Caporalato, qualcosa si muove? AIAB con i braccainti migranti per la legalità.

Come da tradizione la bella stagione porta alla ribalta delle cronoache nazionali il cosiddetto fenomeno del caporalato, ovvero l'intermediazione illecita di manodopera basata sullo sfruttamento dell’attività lavorativa, che riduce in condizioni di schiavità centinaia di migliaia di lavoratori immigrati in agricoltura e che spesso si accanisce sulle migranti donne per sfruttarle anche sessualmente. Ma in questa calda estate 2011 a fare notizia non sono solo i 550.000 lavoratori stimati per difetto in mano ai caporali, né solamente il ricordo dei drammatici eventi di Rosarno. Questa volta le notizie che arrivano sul fronte del caporalato sono anche positive. Luglio si è aperto infatti con l'arresto di 17 persone nel Tarantino accusate a vario titolo di associazione per delinquere, estorsione aggravata, truffa aggravata a i danni dell'INPS, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione ed esercizio non autorizzato di attività di somministrazione di lavoro.

Ed è proseguito la con presentazione di un ddl a firma della senatrice PD Colomba Mongiello e firmato da altri 30 senatori appartenenti a tutti gli schieramenti politici, che vuole finalmente introdurre il reato di caporalato nel nostro codice penale. Una legge condivisa e sostenuta da AIAB, che ha fatto da sempre della lotta al lavoro irregolare uno dei suoi impegni associativi a livello nazionale e che sostiene la legalità con progetti come il marchio Qualità Lavoro, sottoscritto con la Uila, per l’emersione del lavoro irregolare. A questo si aggiunge il protocollo firmato recentemente dall’Aiab Puglia e la Flai Cgil regionale per combattere il caporalato e promuovere il biologico. Ma la cosa più straordinaria è avvenuta nelle campagne di Nardò: dal 31 luglio per 5 giorni i braccianti migranti hanno fatto fronte unito e hanno scioperato, disertando i campi per reclamare i loro diritti! Hanno ottenuto l'istituzione di un 'tavolo tecnico' che per la prima volta metterà a confronto diretto lavoratori immigrati stagionali e imprese, alla presenza di sindacati e associazioni di categoria. Chiedono contratti veri, salari dignitosi e rispetto, sia come lavoratori che come esseri umani. (di Anna Ciaperoni)

Ddl contro il caporalato. L'introduzione del reato di caporalato e la promozione di modelli di agricoltura sostenibile possono contribuire ad arginare il fenomeno. Introduzione del reato penale di caporalato e reclusione da 5 a 8 anni per quanti se ne rendano colpevoli. Sono due dei punti qualificanti del Ddl 2584 recante misure vole alla penalizzazione del fenomeno di “intermediazione illecita di manodopera basata sullo sfruttamento dell’attività lavorativa” presentato in Senato dalla senatrice del Pd Colomba Mongiello e firmato da altri 30 senatori appartenenti a tutti gli schieramenti politici. Il Ddl 2584, condiviso e sostenuto da AIAB, ha infatti il merito di affrontare il problema del caporalato in modo sistematico e strutturale, per dare un'adeguata configurazione giuridica ad un fenomeno largamente diffuso in edilizia e in agricoltura e per introdurre finalmente nel nostro Paese l'odioso reato di intermediazione illecita di manodopera basata sullo sfruttamento dell’attività lavorativa. 550.000 lavoratori in mano ai caporali e oltre 800.000 quelli in nero sono le sti me prudenziali di un'emergenza nazionale che si ripropone ogni estate e che è stata portata alla ribalta dai drammatici eventi di Rosarno, dai recenti arresti nel Tarantino e dallo sciopero degli immigrati che lavorano nelle campagne del Salento alla raccolta dei pomodori e delle angurie. Un fenomeno in cui sono coinvolti imprenditori italiani, caporali e organizzazioni criminali che sfruttano lo stato di necessità e la disperazione degli immigrati e a cui spesso si accompagnano, purtroppo, anche reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Poiché soprattutto a causa del suo carattere stagionale, l'agricoltura è purtroppo il settore con la maggiore incidenza di unità di lavoro non regolari, AIAB è impegnata su tutto il territorio nazionale con progetti di contrasto al caporalato e la lavoro irregolare, come la diffusione del marchio Qualità Lavoro che attesta il rispetto delle normative e dei contratti del settore agricolo. Il nostro impegno è attivo anche sul fronte dell'indagine conoscitiva di questo fenomeno e proprio per questo nel numero di settembre/ottobre di BioAgriCultura pubblicheremo un'indagine sullo sfruttamento delle donne migranti in agricoltura che abbiamo appena realizzato.
Bioagricoltura Notizie

venerdì 5 agosto 2011


 
News

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