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CIBO, RADIAZIONI E RETI LUNGHE DELLA GLOBALIZZAZIONE. PREOCCUPIAMOCI

Livello 7, come Cernobyl. Il rilascio delle radiazioni di media e lunga durata nell'atmosfera e nell'acqua, a seguito degli incidenti alla centrale nucleare di Fukushima, «comporta una grave compromissione della catena alimentare. Un problema di contaminazione questo che coinvolge le aree geografiche limitrofe al Giappone, come ad esempio la Cina e la Corea, ma che in generale, se si considera il commercio globalizzato del cibo, non ha confini». L'intervista dell'Ansa a Sergio Ulgiati, professore di Chimica dell'Università Parthenope di Napoli e membro del Comitato scientifico di WWF Italia ha il merito di farci capier finalmente le cose come stanno ed aumenta il nostro livello di preoccupazione.

Pensiamo semplicemente al fatto che quella del pacifico del nord è una delle zone di pesca più grandi del pianeta, e che il Giappone dispone di una delle più grandi flotte di pesca del mondo. «Il passaggio al livello 7 di pericolosità della centrale nucleare di Fukushima, che sta ad indicare la fusione parziale o totale del nocciolo equivale ad una dichiarazione di resa da parte della Tepco, che ormai, così come il Governo giapponese - continua Ulgiati - non nasconde più che la situazione è fuori controllo e che non c'è modo di arrestare nè la fusione nè la contaminazione, anche per chi è lontano dall'area».

Ulgiati continua la sua intervista dicendo che " L'ipotesi peggiore da scongiurare, è una «esplosione di idrogeno con l'immissione di forti quantitativi nell'atmosfera». A seguito dell'incidente a Fukushima, rileva inoltre il chimico, «sono stati calcolati circa 4mila morti di cancro entro il 2050». Per l'Italia invece «è impossibile prevedere gli effetti dell'incidente nucleare in Giappone, ma possiamo affermare che sul lungo termine di sicuro ci saranno». L'aggravarsi dell'incidente di Fukushima, commenta poi il presidente del WWF Italia Stefano Leoni, «ci costringe, non solo a fare i conti con un disastro ambientale che si ripercuoterà sulla nostra salute per i prossimi decenni, ma a rimettere in discussione le nostre scelte di politica energetica». «L'unica strada è che i cittadini italiani vadano a votare si ai prossimi referendum del 12 e 13 giugno per abrogare la legislazione che reintroduce l'energia nucleare in Italia. Le tecniche dilatorie, come la moratoria, sono un inganno».


www.controlacrisi.org

martedì 12 aprile 2011


 
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