Le tre facce della diossina.
Le diossine, il cui nome scientifico è "composti aromatici policlorati", sono tra i più potenti veleni conosciuti. Ad esse vengono ascritti composti estremamente tossici per l'uomo e gli animali. Si tratta di molecole molto varie a cui appartengono anche composti cancerogeni.
Sono poco volatili per via del loro elevato peso molecolare, poco o nulla solubili in acqua, ma sono più solubili nei grassi, dove tendono ad accumularsi. Proprio per la loro tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi, anche un'esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni.
Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea. In pratica la diossina risale la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all'uomo.
Le vicende storiche ci hanno insegnato che le principali forme di intossicazione, per l’uomo, possono essere divise in tre categorie: inquinamento da diossina per cause naturali, inquinamento da diossina per cause industriali e infine inquinamento da diossina per superficialità e/o improvvisazione.
Le tre facce della diossina:
Il fuoco .....
Le diossine non sono create volutamente ma si formano in seguito a processi chimici di origine naturale come eruzioni vulcaniche e incendi boschivi. In queste situazioni è necessario evitare di alimentarsi con prodotti ottenuti in tali ambienti dato che le diossine arrivano all’uomo attraverso i grassi di animali che si sono alimentati con vegetali provenienti da zone inquinate.
... il vento ......
Le diossine possono avere origine umana: fabbricazione di prodotti chimici, pesticidi, acciaio, pitture, emissioni di gas di scarico, inceneritori ecc. in queste situazioni i fumi derivanti da queste combustioni vengono trasportati dal vento e ricadono sul terreno anche a molta distanza dalla zona di produzione.
In queste situazioni il suolo costituisce un luogo di accumulo naturale: oltre alle ricadute atmosferiche, le diossine possono accumularsi a causa di fanghi di depurazione, discariche non controllate, erosione da zone contaminate.
Il trasporto atmosferico e la ricaduta sono la principale fonte di inquinamento di verdure a foglia, di pascoli e di foraggio. Le foglie sono poi consumate direttamente dagli animali al pascolo o conservate per produrre fieno o insilati (alimenti per bestiame conservati in appositi silos).
In queste situazioni la è necessario un continuo monitoraggio degli alimenti sia destinati all’uomo che destinati agli animali.
... e la terra.
Le diossine possono anche essere prodotte dall’uomo per superficialità e/o improvvisazione. In entrambi le situazioni ci troviamo comunque di fronte a una totale assenza di Assistenza Tecnica nei confronti di operatori agricoli o hobbisti che da soli tentano di risolvere problemi più grandi di loro.
A volte per risparmiare nello smaltimento dei rifiuti agricoli (teli di plastica, ecc.) alcuni imprenditori agricoli bruciano questo materiale e interrano i residui. Si assiste quindi a un costante inquinamento del terreno agricolo dove poi pascolano gli animali con conseguente intossicazione. A volte anche l'utilizzo di fanghi come concimanti può in alcuni casi aumentare l'esposizione alla diossina da parte degli animali.
Spesso a causa di ristrettezze economiche le “Buone Pratiche Agricole” sono trascurate e altre volte semplicemente ignorate perché, sul territorio, è venuta a mancare la presenza di chi da consigli su come e cosa fare. L’Assistenza Tecnica una volta (oltre un secolo fa) veniva fatta dai Comizi Agricoli, poi è stata continuata dalle Cattedre Ambulanti di Agricoltura, poi dalle Associazioni di Categoria e poi …. il nulla. A volte i media riferiscono su sequestri di prodotti di origine animale contaminati da diossine. Se l’inquinamento non è omogeneo su tutto il territorio ma si diffonde a macchie di leopardo non siamo in presenza di eruzioni vulcaniche o di industrie inquinanti: ci troviamo in territori in cui l’Assistenza Tecnica è ormai sparita e la superficialità o l'improvviszione nel voler comunque fare provoca solo danni e può anche uccidere.
Quando succede questo subito l’industria informa i consumatori: preferisci il mio prodotto, non fidarti del contadino, il mio prodotto è controllato. …. AUGURI !
E non serve neppure accusare l’agricoltore o l’hobbista che con animo naturalistico mantiene in vita una gallina per tre o più anni e si alimenta delle sue uova: le diossine si accumulano nei grassi animali e più un animale vive, maggiore è il tempo che hanno le diossine per accumularsi. Galline di due o tre anni sono eccezionali per la riproduzioni da cui devono nascere altri pulcini ma per l’uovo da consumo è opportuno cambiare gallina ogni anno.
Ma se nessuno li informa come fanno gli agricoltori e gli hobbisti a sapere queste cose? Altri esempi di superficialità e improvvisazioni sono l'impiego di razze industriali nell'allevamento rurale: non sono selezionate per pascolare e razzolano sempre nello stesso posto; razioni alimentari improvvisate: l'eccessivo impiego di mais nelle razioni provoca un anomalo ingrassamento; spazi troppo stretti per il pascolo, e altri ancora.
Questi sono solo alcuni dei cento e poi cento piccoli consigli che una volta l’Assistenza Tecnica diffondeva per le campagne evitando che il legame con la saggezza del passato venisse perso e aumentando la cultura della gente.
Oggi siamo in pochi a continuare questo lavoro, facciamo quello che possiamo.
Biozootec.it
giovedì 10 febbraio 2011
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