Le famiglie in crisi riducono i consumi.
La ripresa dei consumi tarda ad arrivare: nel primo semestre in Italia si è registrato un aumento delle vendite al
dettaglio dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2009 (quando erano crollate dell'1,6%), e -0,3% è anche il
bilancio della grande distribuzione, appesantita dallo scivolone dei consumi alimentari (-1,1%). È quanto
afferma il consueto rapporto Coop su consumi e distribuzione in Italia, secondo il quale le previsioni per il
futuro non sono particolarmente rosee: i consumi delle famiglie nell'intero 2010 dovrebbero confermare il
limitato rialzo dello 0,3% del primo semestre, a fronte di un aumento del Pil annuo atteso all'1,2%.
Nel 2011 la
crescita dei consumi dovrebbe essere dello 0,6%, contro un Pil in aumento dello 0,6%. «E bisogna fare
attenzione all'inflazione: la tensione sulle materie prime - afferma Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio
di gestione di Coop Italia alla presentazione a Milano del rapporto annuale - in parte riconducibile a fattori
oggettivi di calo della produzione come incendi in Russia e alluvioni in Pakistan, India e Cina, rischia di attivare
una spinta speculativa che potrebbe portare i prezzi delle materie prime alimentari sui livelli massimi del 2008»,
cioè a una crescita complessiva del 5% rispetto agli attuali.
Secondo il rapporto, una spesa imprevista di 1.000
euro attualmente «mette in difficoltà i due terzi degli italiani e il 21% (a fronte di una media Ue che non supera
il 12%) ammette di avere più difficoltà a sostenere spese necessarie come la cura dei propri bambini». I
consumi alimentari sono l'epicentro della più complessiva crisi dei consumi come mai è successo negli ultimi
trent'anni, afferma la ricerca dell'Ufficio studi di Ancc-Coop. Un dato confermato dall'andamento ancora critico
delle vendite della grande distribuzione, con le famiglie che risparmiano sulla qualità e anche sulla quantità.
Liberazione
venerdì 10 settembre 2010
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