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AGROALIMENTARE IN SALSA CINESE? RECORD DI CIBI CONTAMINATI.

Nel 2009 un allarme su dieci ha riguardato i prodotti alimentari importati dalla Cina. Coldiretti chiede l’etichetta obbligatoria su tutto. Latte alla melanina, pomodori anonimi, formaggi sospetti e molti altri prodotti agroalimentari “made in China” rappresentano una concreta minaccia per l’agricoltura e la qualità di quanto arriva ogni giorno sulle nostre tavole. Anche nel Nordest e in Veneto, nonostante le eccellenze dell’agricoltura in ogni settore, Coldiretti denuncia l’aggressiva invasione del gigante asiatico con pesanti conseguenze sull’economia e sulla sicurezza alimentare. Un’invasione silenziosa ma non senza pericolose ripercussioni sulla qualità dell’agroalimentare.

Nonostante il dichiarato impegno a garantire la sicurezza alimentare dopo lo scandalo del latte alla melamina, la Cina ha continuato ad esportare prodotti a rischio ed è stata il Paese che ha ricevuto dall'Unione Europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge. Lo afferma la Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti dalla quale si evidenza che nel 2009 su un totale di 3204 allarmi per irregolarità ben 344 (11 per cento) hanno riguardato la Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a materiali a contatto con gli alimenti. Il recente sequestro di oltre cento quintali di latte contaminato con la melanina, sottolinea la Coldiretti, è la conferma della presenza di gravi difficoltà da parte della Cina di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale. L'Italia non importa latte e suoi derivati dalla Cina, ma occorre comunque intensificare i controlli per verificare la presenza di eventuali triangolazioni e di contaminazioni in prodotti derivati, considerato che nel 2009 sono stati segnalati in Europa ben 15 allarmi. Di fronte all'estendersi dell'allerta sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente, ribadisce la Coldiretti, estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti.

Nonostante il dichiarato impegno a garantire la sicurezza alimentare dopo lo scandalo del latte alla melamina, la Cina ha continuato ad esportare prodotti a rischio ed è stata il Paese che ha ricevuto dall'Unione Europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge. Lo afferma la Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti dalla quale si evidenza che nel 2009 su un totale di 3204 allarmi per irregolarità ben 344 (11 per cento) hanno riguardato la Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a materiali a contatto con gli alimenti. Il recente sequestro di oltre cento quintali di latte contaminato con la melanina, sottolinea la Coldiretti, è la conferma della presenza di gravi difficoltà da parte della Cina di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale. L'Italia non importa latte e suoi derivati dalla Cina, ma occorre comunque intensificare i controlli per verificare la presenza di eventuali triangolazioni e di contaminazioni in prodotti derivati, considerato che nel 2009 sono stati segnalati in Europa ben 15 allarmi. Di fronte all'estendersi dell'allerta sui rischi dei prodotti cinesi occorre immediatamente, ribadisce la Coldiretti, estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti.

POMODORO, LA CINA SFIDA L'ITALIA ENTRO L'ANNO SBARCHERANNO 100 MILIONI DI KG. La Coldiretti: il concentrato usato per le conserve “Made in Italy”, Pechino concorrente sleale Il pomodoro cinese sfida quello italiano. E la concorrenza «è sleale», secondo la Coldiretti, che stima in oltre cento milioni di chili (il 15% dell'intera produzione italiana) la quantità di concentrato cinese che arriverà quest'anno nel nostro Paese, materia prima per le conserve di aziende italiane sulle cui etichette si perderà poi ogni traccia dell'origine asiatica del prodotto. +272% - Il continuo import di pomodoro cinese ha assunto in dieci anni le dimensioni di una vera e propria invasione: secondo i dati dell'associazione degli agricoltori, gli sbarchi di concentrato cinese nel nostro Paese sono praticamente quadruplicati e rappresentano oggi la prima voce delle importazioni agroalimentari dal gigante asiatico. Che in cifre equivale a un +272%, calcola la Coldiretti confrontando i dati dei primi 5 mesi del 2010 con lo stesso periodo del 2000. «IN CRISI LA VERA PUMMAROLA» - Uno scenario che preoccupa non poco gli agricoltori: «La possibilità di "spacciare" come Made in Italy la produzione orientale, oltre ai rischi sanitari confermati dai recenti sequestri, - avverte Coldiretti - sta mettendo in crisi la coltivazione della vera pummarola Made in Italy, il cui raccolto è stimato quest'anno in calo di quasi il 10%». PROBLEMA DI CONCORRENZA - «Dalle navi sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio», quelli che arrivano sugli scaffali dei nostri negozi di alimentari e supermercati, «è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro». Ma c'è anche un problema di mercato, di concorrenza, nelle campagne si segnalano ritardi nel ritiro dei prodotti, clausole capestro e mancato rispetto delle regole contrattuali che stanno provocando «incertezza e danni ai produttori agricoli» - dice Coldiretti - che chiede «una iniziativa da parte del ministero delle Politiche Agricole per verificare l'evoluzione della campagna di raccolta ed avviare le eventuali attività di controllo negli stabilimenti industriali». Anche Fedagri-Confcooperative denuncia una «reale distorsione della concorrenza» nel settore: «Prendendo a pretesto discutibili problemi qualitativi del prodotto, le industrie aderenti ad Anicav (l'Associazione degli industriali delle conserve) non rispettano i contratti sottoscritti pagando il pomodoro ai produttori agricoli, ancorché ritirato in quantità insufficienti, a prezzi notevolmente inferiori e addirittura concorrenziali con il pomodoro cinese».
Coldiretti

martedì 24 agosto 2010


 
News

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Circa 250 trattori hanno bloccano le strade principali del quartiere delle istituzioni Ue a Bruxelles chiamati a manifestare da Fugea, dalla Federazione dei Giovani Agricoltori (FJA), dalla Federazione Vallone dell’Agricoltura ( Fwa), dalla Rete di sostegno all’agricoltura contadina (RéSAP) e dal Coordinamento europeo. >>



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Altro che carne sintetica e dieta vegetale. I grandi imprenditori dei Big Data sembrano andare proprio nella direzione opposta. Mentre, infatti, la sostenibilità planetaria spinge le economie a orientarsi verso la produzione di cibo sintetico, loro investono su terreni agricoli e sulla produzione di carne tradizionale di altissima qualità. E naturalmente altissimi costi e ricavi. >>



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Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>