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Aiab:“Piccole aziende espulse dal mercato” .

"La mancanza di un coordinamento strategico nazionale per le politiche del biologico espelle le piccole aziende dal sistema produttivo italiano". Per il presidente dell'Associazione italiana agricoltura biologica i dati pubblicati dal Sinab evidenziano una situazione critica. "Il biologico continua ad essere fortemente condizionata dai Piani di Sviluppo Rurale - commenta Ferrante-. La schizofrenia delle nostre politiche regionali fa scendere e salire le superfici nelle regioni". E preoccupante è anche il calo assoluto del numero di produttori che "evidenzia la difficoltà delle piccole aziende a stare nel sistema del biologico. A loro dobbiamo dare subito delle risposte visto che il patrimonio delle aziende agricole italiane è di fatto di piccole e medie aziende".

Secondo Ferrante i dati testimoniano che occorre un forte coordinamento delle politiche regionali perchè il bio oggi soffre l'assenza di una strategia nazionale condivisa: il rischio e che anche l'Italia a breve diventi un mercato di prodotti bio fatti altrove. "Chiediamo quindi - conclude Ferrante - alla Conferenza Stato-Regioni di individuare subito un piano nazionale che coordini le potenziali risorse a disposizione sui PSR e dia finalmente al settore un politica coordinata per un suo sviluppo, valorizzando al meglio le straordinarie potenzialità degli agricoltori biologi italiani".

I nuovi dati del settore biologico in Italia. Calano i produttori ma aumentano i trasformatori. La fotografia del settore biologico, secondo i nuovi dati diffusi dal Sinab, registra un crescita delle superfici coltivate in biologico del 10%. L'Italia mantiene il primato in Europa per numero di operatori certificati impegnati nella filiera dell'agricoltura biologica e resta leader europeo per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico, escludendo i boschi e i pascoli dove primeggia la Spagna. "I prodotti della nostra agricoltura biologica vengono apprezzati sempre di più dai cittadini italiani ed europei - ha dichiarato il ministro Galan commentando la presentazione degli ultimi dati del SINAB relativi al 2009 - ma bisogna fare ancora di più per sostenere le imprese agricole biologiche, che si impegnano in un settore che fa della qualità, per i prodotti e per l'ambiente, il suo asse portante". Al 31/12/2009 sono 48.509 gli operatori biologici in Italia, con una riduzione complessiva, rispetto allo scorso anno di circa due punti percentuali. Sono soprattutto i produttori a risentire di un calo importante (-3.7%), mentre i trasformatori che operano in regime di agricoltura biologica continuano a crescere (+3.5%). Per le superfici invece vengono registrati dal SINAB 1.106.684 ettari coltivati in biologico, con una crescita rispetto allo scorso anno pari a circa il 10%.

"Di concerto con le Regioni - ha continuato il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali- anche nell'attuazione dei Piani di sviluppo rurale, bisogna favorire la conversione di nuove aziende verso il biologico e individuare degli strumenti, per migliorare la strutturazione delle filiere, di cui il biologico ha fortemente bisogno. "L'obiettivo che ci poniamo - ha concluso Galan - è quello di favorire quanto più possibile l'accesso delle nostre imprese agricole a questo mercato in forte espansione e rispondere quindi alle richieste dei consumatori". Secondo i dati del SINAB alle regioni del sud spetta il primato per superfici agricole condotte secondo il metodo biologico (Sicilia, Puglia e Basilicata) e per numero di aziende agricole biologiche (Sicilia, Calabria e Puglia) mentre al nord sono concentrate la maggior parte delle imprese di trasformazione (con il primato dell'Emilia Romagna e della Lombardia). I principali orientamenti produttivi del biologico italiano (escluse le superfici a foraggi, prati e pascoli) riguardano, in ordine di importanza: i cereali, l'olivo, la frutta (compresa quella in guscio), la vite, gli agrumi e gli ortaggi.
Green Planet

mercoledì 7 luglio 2010


 
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