Un mare di stupidità.
Il mondo non accetta più le bugie della propaganda israeliana. Contro la Freedom Flotilla, Israele procede come una nave dei folli, che non sa dove andare né perché. Un editoriale dal quotidiano israeliano Haaretz.
La macchina della propaganda israeliana ha raggiunto nuove altezze nella sua corsa disperata. Ha distribuito menù dei ristoranti di Gaza, oltre a informazioni false. Si è messa in difficoltà da sola, ingaggiando una futile battaglia di pubbliche relazioni che sarebbe stato meglio non avviare affatto. Vogliono mantenere l’inefficace e non etico assedio a Gaza e non lasciare che la «flotta della pace» attracchi a Gaza? Non c’è nulla da spiegare, e certamente non a un mondo che ormai non accetta più la ragnatela di spiegazioni, bugie e tattiche.
Solo gli israeliani accettano ancora questi prodotti marciti. Come in un rituale che precede le battaglie dell’antichità, il coro ha esultato senza porsi domande. Soldati in uniforme si sono preparati in nostro nome. Portavoce hanno consegnato le loro spiegazioni fuorvianti in nostro nome. La scena grottesca è a nostro danno. E praticamente nessuno di noi ha disturbato lo spettacolo.
Il coro ha continuato a cantare canzoni di falsità e menzogne. Siamo tutti nello stesso coro, che dice che non c’è alcuna crisi umanitaria a Gaza. Siamo tutti nello stesso coro che dice che l’occupazione a Gaza è finita, e che la flotta è un attacco violento contro la sovranità israeliana – che il cemento serve a costruire bunker e che la flotta è stata finanziata dai Fratelli musulmani turchi. L’assedio israeliano a Gaza farà cadere Hamas e libererà Gilad Shalit. Il portavoce del ministro degli esteri Yossi Levy, uno dei propagandisti più ridicoli, si è superato quando quando ha detto senza battere ciglio che il convoglio diretto a Gaza era una violazione del diritto internazionale. Giusto. Esatto.
Non è l’assedio a essere illegae, ma la flotta. Non è bastato distribuire i menù dei ristoranti di Gaza attraverso l’ufficio del Primo ministro israeliano, né gonfiare le quantità di carburante che il portavoce dell’esercito israeliano dice che Israele sta lasciando entrare. L’operazione di propaganda ha cercato di vendere a noi e al mondo l’idea che l’occupazione di Gaza sia finita, ma che, in ogni caso, Israele ha l’autorità legale di proibire l’aiuto umanitario. Un mucchio di bugie.
Solo gli israeliani accettano ancora questi prodotti marciti. Come in un rituale che precede le battaglie dell’antichità, il coro ha esultato senza porsi domande. Soldati in uniforme si sono preparati in nostro nome. Portavoce hanno consegnato le loro spiegazioni fuorvianti in nostro nome. La scena grottesca è a nostro danno. E praticamente nessuno di noi ha disturbato lo spettacolo.
Il coro ha continuato a cantare canzoni di falsità e menzogne. Siamo tutti nello stesso coro, che dice che non c’è alcuna crisi umanitaria a Gaza. Siamo tutti nello stesso coro che dice che l’occupazione a Gaza è finita, e che la flotta è un attacco violento contro la sovranità israeliana – che il cemento serve a costruire bunker e che la flotta è stata finanziata dai Fratelli musulmani turchi. L’assedio israeliano a Gaza farà cadere Hamas e libererà Gilad Shalit. Il portavoce del ministro degli esteri Yossi Levy, uno dei propagandisti più ridicoli, si è superato quando quando ha detto senza battere ciglio che il convoglio diretto a Gaza era una violazione del diritto internazionale. Giusto. Esatto.
Non è l’assedio a essere illegae, ma la flotta. Non è bastato distribuire i menù dei ristoranti di Gaza attraverso l’ufficio del Primo ministro israeliano, né gonfiare le quantità di carburante che il portavoce dell’esercito israeliano dice che Israele sta lasciando entrare. L’operazione di propaganda ha cercato di vendere a noi e al mondo l’idea che l’occupazione di Gaza sia finita, ma che, in ogni caso, Israele ha l’autorità legale di proibire l’aiuto umanitario. Un mucchio di bugie.
Perché arrestare le persone? È così. Perché l’assedio. È così. È di nuovo come la questione di Noam Chomsky, ma molto più grande. Ovviamente la flotta della pace non porterà la pace, e non raggiungerà nemmeno le coste di Gaza. Il piano operativo prevede di dirottare le navi verso Ashdod, ma ci ha dirottato di nuovo verso le coste della stupidità e dell’errore. Di nuovo saremo dipinti non solo come quelli che hanno bloccato l’assistenza umanitaria, ma anche come i pazzi che fanno qualsiasi cosa pur di danneggiare la propria posizione. Se questo era uno degli obiettivi della flotta, hanno già vinto.
Cinque anni fa, lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, che ha vinto il premio Gerusalemme, dopo una visita in Israele disse che l’occupazione stava arrivando a una fase grottesca. In questo fine settimana, Vargas Llosa, che si considera amico di Israele, era presente per vedere che quella fase ha da allora raggiunto nuove altezze di assurdità e tragedia.
www.carta.org
lunedì 31 maggio 2010
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