Pirati israeliani fanno strage di pacifisti.
Unità israeliane hanno attaccato all'alba di stamane il convoglio “Flotta della Pace” che portava aiuti umanitari da Cipro a Gaza. Commandos sono saliti a bordo di una delle navi, la turca “Marmara”, sparando e uccidendo molte persone: le prime notizie parlavano di almeno due morti, poi saliti a dieci e addirittura a diciannove secondo gli ultimi aggiornamenti, che parlano anche di una trentina di feriti. La maggior parte delle vittime sarebbero di nazionalità turca: il governo di Ankara ha già presentato una formale protesta diplomatica, altri governi lo stanno facendo in queste ore.
A bordo delle navi attaccate c'erano anche cinque italiani, non risulta che siano tra le vittime.
Il governo israeliano ha giustificato il sanguinoso attacco, avvenuto in acque internazionali a circa 80 miglia da Gaza, da un lato semplicemente con un “vi avevamo avvertiti, non lasceremo arrivare a Gaza queste navi”, dall'altro affermando che la violenza sarebbe stata iniziata dagli equipaggi delle navi abbordate, con “armi di vario tipo, come coltelli, accette, bastoni e anche due pistole”. I pacifisti negano di aver usato la violenza in alcun modo: la loro è stata soltanto una resistenza passiva, simbolica, per bloccare l'accesso alla sala macchine della “Marmara” e alla cabina di comando. Ma i commandos invece hanno usato senza alcun ritegno armi automatiche sparando e facendo una strage.
Un video girato a bordo durante l'attacco – un vero e proprio atto di pirateria – è stato postato su YouTube; anche se è molto confuso, si vedono chiaramente numerosi feriti, grandi chiazze di sangue e i soldati israeliani che minacciano e sparano. A bordo delle navi attaccate si trovavano anche reporter di al-Jazeera e della televisione turca Ntv, che hanno confermato telefonicamente le notizie dell'attacco e del massacro.
Le navi del convoglio, sotto la minaccia delle armi, stanno ora raggiungendo il porto israeliano di Ashdod, da dove i membri dell'equipaggio verranno deportati verso Cipro, da dove sono partite le navi. Gli aiuti umanitari, circa 10.000 tonnellate, saranno fatti pervenire a Gaza, affermano le autorità israeliane, che pretendono di avere il controllo assoluto su tutto quel che entra nella Striscia.
Molti paesi come detto hanno presentato proteste diplomatiche a Israele. La Ue ha chiesto l'apertura di un'inchiesta, la Grecia ha cancellato la partecipazione a manovre militari congiunte con Israele. Ma la reazione più aspra è venuta da Ankara, che ha parlato di “attacco inumano contro civili innocenti” e ha avvertito Israele che la vicenda odierna avrà “conseguenze irreparabili” nei rapporti tra i due paesi; alla protesta si è aggiunta la richiesta di una convocazione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Finora la Turchia è stata l'unico paese islamico alleato degli israeliani, ma i rapporti sono andati deteriorandosi negli ultimi tempi e dopo l'attacco di oggi la situazione potrebbe precipitare. Le autorità israeliane hanno chiesto ai loro cittadini che si trovano in Turchia di lasciare immediatamente il paese; manifestazioni anti-israeliane sono in corso in molte città turche, a Istanbul c'è stato un tentativo di attacco al consolato.
(di Astrit Dakli)
Il Manifesto
lunedì 31 maggio 2010
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