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Francia, l'accordo con la Gdo non risolve i problemi dei produttori.

In Francia la grande distribuzione si è impegnata, in uno storico accordo siglato lo scorso 17 maggio con la maggiore confederazione agricola francese (Fnsa), a moderare i propri margini su frutta e verdura, secondo quanto richiesto dal premier Nicolas Sarkozy per combattere le crisi nel settore degli ultimi anni. E’ però singolare che la tanto rinomata interprofessione francese non sia riuscita a produrre nulla e che sia dovuto intervenire il Presidente della Repubblica.

L’accordo stabilisce che in una situazione di crisi congiunturale dimostrata, nel caso che il prezzo pagato al produttore risulti significativamente inferiore alla media degli anni precedenti, i distributori si impegnano a non aumentare il loro margine lordo sul prodotto in questione. L'idea sarebbe quella di fare in modo che il ribasso dei prezzi all’origine vada a vantaggio dei consumatori e stimoli la domanda aumentando i consumi.

Sicuramente si tratta di un dispositivo interessante, soprattutto per i consumatori, se, alla prova dei fatti, dimostrerà di poter funzionare, ma non basta. Non basta perché non incide su tutta quella serie di aspetti contrattuali capestro per i fornitori (promozioni, scontistica, accesso agli scaffali, etc.). Non basta perché non disciplina i termini di pagamento. Non basta perché se l’aumento dei consumi è alimentato da importazioni sfrenate, magari di prodotti spacciati per nazionali, non porta benefici al mondo della produzione.

Il tentativo francese è sicuramente apprezzabile e indubbiamente apre nuove riflessioni sul tema, ma crediamo che sia ben lontano dal risolvere il problema dei rapporti conflittuali tra produttori e Gdo; soprattutto, non risolve il problema dell’insufficiente remunerazione dei prodotti agricoli.
Il Punto Coldiretti

lunedì 24 maggio 2010


 
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