Wto: si chiude la non ministeriale di Ginevra.
WTO: Arci, Fair e Legambiente. Dopo la fame ora si specula sul clima
Una non-ministeriale fallimentare, ma che nel ''Sommario'' curato dal Chair Andres Velasco, nasconde tra le pieghe della burocrazia il nuovo business del secolo: le tecnologie e i servizi ambientali che i Paesi piu' avanzati sono pronti a vendere a caro prezzo e a proteggere con brevetti strettissimi ai piu' poveri, che sono gia' i piu' colpiti dai mutamenti climatici.
Arci, l'organizzazione equosolidale Fair e Legambiente, che hanno contribuito a mobilitare decine di citta' italiane in occasione del decennale della ministeriale di Seattle denunciano il pericolo di nuovi cicli di "liberalizzazioni creative".
Alla conclusione del Vertice Wto che ha tenuto a Ginevra oltre 3mila delegati dei 153 Paesi membri, lanciano insieme un segnale d'allarme in direzione della Conferenza Cop 15 sui cambiamenti climatici ''perche' se questa e' la parola d'ordine lanciata dai 153 Paesi membri della Wto in direzione di Copenaghen, c'e' il rischio che questa nuova orribile idea di fare affari sul pericolo di vita che incombe su tutti noi e sui nostri ecosistemi, venga raccolta e sostenuta dalle solite lobby anche in quella sede''.
Le preoccupazioni segnalate inoltre del sommario finale su un risorgere del ''protezionismo verde'', cioe' l'ipotesi di utilizzare dazi e tariffe per bloccare alla frontiera prodotti insostenibili dal punto di vista ambientale, e contro il proliferare di ''standard privati'' di qualita', suscita nelle organizzazioni il timore ''che anche l'agricoltura biologica, il commercio equo, le misure di sostegno rivolte a queste pratiche che stanno contribuendo a cambiare in pratica la faccia della produzione e del commercio in tutto il pianeta, possano essere sacrificati all'interesse dell'agrobusiness sempre più nsporco e cattivo''.
Lavorare sulla creazione di mercati regionali e locali sempre piu' verdi, equi e sostenibili, concludono, puo' essere la risposta positiva a questo tipo di preoccupazioni. ''Le economie solidali dimostrano con efficacia che si possono sostenere i piccoli produttori senza diventare criminalmente protezionisti". ''Protettivi, pero', vogliamo esserlo, in una solidarieta' che cresce tra i Sud del mondo e con il nostro pianeta''. Appuntamento a Copenaghen e, per chi resta in Italia, il 12 dicembre nelle oltre 100 piazze in cui il 12 dicembre prossimo le tre organizzazioni, insieme ad oltre 50 altre realta', presidieranno le nostre citta' per ''fermare la febbre del pianeta''.
De Schutter (Nazioni Unite): le liberalizzazioni non sono una soluzione
I Paesi membri della Wto, dopo la riunione di Ginevra, dovrebbero utilizzare i prossimi sei mesi per rendere coerenti le regole in discussione alla Wto con gli sforzi portati avanti a livello multilaterale per sradicare la fame. Il sistema commerciale multilaterale, infatti, ''va aggiustato''. ''Sarebbe naif pensare che semplicemente promuovendo semplicemente maggiori liberalizzazioni commerciali potrebbe essere una soluzione. I poveri hanno bisogno di piu' regole e piu' protezioni almeno quanto di piu' accesso al mercato''. Lo ha affermato in una nota il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare in vista della conclusione del Vertice ministeriale della Wto che si chiude oggi a Ginevra.
''I Governi che negoziano temi commerciali - ha richiamato - devono farlo in coerenza con il nuovo consenso globale sulla lotta alla fame''. Gli stati, insomma, devono essere sicuri che le regole commerciali non priveranno gli stati ''dello spazio politico adeguato ad introdurre misure che assicurino la sicurezza alimentare a livello nazionale''. Ha anche chiesto, rincarando la dose, ''una revisione sistematica del programma di lavoro di Doha per assicurare che il commercio possa affrontare le sfide poste dall'economia alimentare all'indomani della crisi''.
Tre le piste concrete di lavoro: un ''test di compatibilita''' tra gli accordi commerciali esistenti e le politiche di sicurezza alimentare nazionali eregionali e delle Nazioni Unite, poi con quelle delle Nazioni Unite e infine quelle in ambito FAO.
E la rete Our World Is Not For Sale si lancia a caccia dei crimini ambientali
Un presidio itinerante di oltre cinquanta persone appartenenti alle organizzazioni della rete Owinsf ha manifestato a Ginevra oggi pomeriggio, prima della conclusione della settima ministeriale Wto, di fronte alle sedi di Mercuria Energy Trading, Morgan Stanley, Trafigura e BNP Paribas, considerati tra i principali attori economici, commerciali e finanziari che supportano un'economia legata ai combustibili fossili o alla nuova speculazione dei biocarburanti, una delle cause della crisi alimentare attuale. La Svizzera e Ginevra in particolare sono infatti nel cuore del commercio mondiale delle materie prime. Quattro delle più grandi imprese svizzere accumulano profitti dal petrolio, il carbone o le materie prime agricole (Glencore, Xstrata, Mercuria, Cargill). La carovana itinerante è stata l'ultima manifestazione di una serie che hanno visto le multinazionali finanziarie ed alimentari come oggetto della contestazione.
Fair News
mercoledì 2 dicembre 2009
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