Biologico. Una norma sulle rotazioni a garanzia dei produttori, dei consumatori e anche dell'ambiente.
Nel Decreto Ministeriale recentemente approvato dalla Conferenza Stato Regioni è contenuta una specifica relativa alle rotazioni colturali, o meglio agli avvicendamenti.
Secondo Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica, “Il fatto che il Decreto ministeriale finalmente metta una regola minima sugli avvicendamenti può solo avere risvolti positivi e ci risulta difficile comprendere perchè Federbio, che oltre alla certificazione non capiamo chi possa rappresentare, abbia chiesto di bloccare questa norma che rende più semplice ed affidabili anche le operazioni di controllo: infatti l'avvicendamento colturale – continua Ferrante - è facile da vedere in campo, mentre l'uso di fertilizzanti e fitofarmaci non ammessi ma necessari nei casi di cattiva gestione agronomica è tutt'altro che semplice”.
Nel Decreto Ministeriale recentemente approvato dalla Conferenza Stato Regioni è contenuta una specifica relativa alle rotazioni colturali, o meglio agli avvicendamenti.
Secondo Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica, “Il fatto che il Decreto ministeriale finalmente metta una regola minima sugli avvicendamenti può solo avere risvolti positivi e ci risulta difficile comprendere perchè Federbio, che oltre alla certificazione non capiamo chi possa rappresentare, abbia chiesto di bloccare questa norma che rende più semplice ed affidabili anche le operazioni di controllo: infatti l'avvicendamento colturale – continua Ferrante - è facile da vedere in campo, mentre l'uso di fertilizzanti e fitofarmaci non ammessi ma necessari nei casi di cattiva gestione agronomica è tutt'altro che semplice”.
“Infine, - aggiunge Andrea Ferrante - se può sembrare inappropriato un decreto ministeriale per definire le norme agronomiche, ci chiediamo dove altro ciò debba essere fatto. Il regolamento europeo, vista l'ampiezza e la diversità di contesti su cui agisce, non è di certo la cornice opportuna per andare oltre l'enunciazione del principio; il livello regionale rischia di creare difformità di interpretazione, mentre il livello nazionale ci pare il contesto più corretto. Inutile dire che per chi fa le cose seriamente, agricoltore o certificatore che sia, la norma è superflua giacchè intrinseca all'operare quotidiano, ma non è per loro che si scrivono le regole: è per quelli che il limite tentano in continuazione di valicarlo!”
Ufficio stampa AIAB
mercoledì 11 novembre 2009
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