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INFLUENZA AVIARIA, lettera aperta ai sindaci d'Italia.


Padova 1 Ottobre 2005 Egregio signor sindaco, la nostra associazione si rivolge a Lei affinché possa assumere tempestivi provvedimenti per evitare il pericolo di una epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità, dovuta al virus "A H5 N1" che si sta espandendo dai paesi del sud est asiatico in direzione dell'Europa, nel suo territorio. Ci rivolgiamo a Lei per avere risposte concrete nel nostro territorio ma anche nella speranza che una sua iniziativa, dalla base della struttura istituzionale, sia da stimolo ed aiuto affinché siano presi al vertice dello stato veri provvedimenti contro l'evento di pandemie mortali per l'uomo e gli animali, nell'immediato futuro ma anche nei prossimi anni. Certamente Lei è informato, per il ruolo di responsabile ultimo della sanità pubblica nel territorio comunale, che le deriva dalla sua carica istituzionale, e per l'enorme diffusione che la notizia della possibile pandemia ha avuto nella stampa nazionale, della serietà del pericolo rappresentato dall'influenza aviaria qualora questa diventasse trasmissibile da uomo a uomo per via aerea. Come cerchiamo di chiarirLe, allegando alla presente un piccolo dossier informativo sulla situazione, che la preghiamo di leggere attentamente, noi e tante altre associazioni di base e partiti politici, non crediamo sufficienti a contrastare l’emergenza sanitaria i provvedimenti presi dal ministero della sanità a nome del governo. Sulla base dei dati resi pubblici, delle ricerche mediche commissionate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da laboratori di ricerca governativi, possiamo dire che i provvedimenti legislativi messi in atto dai governi su scala planetaria tendono più a non scatenare panico tra la popolazione che ad evitare, l'evento della pandemia da virus influenzale dei polli. La virulenza dell'H5N1, la sua mutabilità ed aggressività sono originate dallo stesso sistema industriale di allevamento che come nel suo territorio vige in tutto il mondo: intensivo (circa 42.000.000 di polli/tacchini nelle sole province di Padova, Verona, Brescia, in ogni giorno dell’anno), basato sull'uso di mangimi medicati con gli stessi principi attivi dedicati all'uomo, con genetica animale priva di difesa immunitaria poiché due sole sono le specie di polli allevati nel pianeta delle industrie multinazionali ed entrambe derivano dagli stessi parentali riproduttori (Kob e Ross). Le chiediamo, così come ci siamo chiesti noi stessi: cosa può risolvere un ipotetico vaccino, che oltretutto al momento non esiste in nessun laboratorio al mondo, non essendo stato isolato nemmeno il virus influenzale dei polli ricombinatosi con quello dell'uomo!? La risposta, ad essere benevoli, non può essere che ... nulla! Solo agendo sulla causa che genera e propaga il virus possiamo tranquillizzare noi stessi ed i nostri concittadini, evitare sofferenze e gettare la speranza che simili emergenze non possano ripetersi. Non solo, abbiamo, oltretutto, la possibilità di rigenerare, per una ripresa futura, l'intero settore dell'avicoltura che è strutturalmente in crisi da anni con costi sociali gravissimi. Davanti all'incapacità di gestire l'evento da parte del ministero della sanità crediamo sia diritto di ciascuno di provvedere, per quanto sia limitata la propria sfera di azione, a porre in essere gli opportuni atti a salvaguardia della salute e della sicurezza propria e collettiva. Lei che è l'autorità pubblica competente per territorio più vicina al cittadino e meglio di altri ne può comprendere situazione, apprensioni, motivazioni, speranze, bisogni, è chiamato ad agire in supporto ad una precisa richiesta di sicurezza sanitaria e sociale dei suoi concittadini. Le chiediamo semplici provvedimenti d'urgenza e poi di farsi attore con i cittadini, le forze sociali ed istituzionali, le forze economiche, di una dinamica di discussione circa le politiche di lungo periodo che portino al risanamento del settore avicolo così che si produca cibo rigeneratore della vita e non pericoli che trasformano eventi calamitosi di origine naturale in eventi catastrofici dovuti all'opera umana. Signor sindaco Le chiediamo, per quanto è di sua diretta competenza, di emettere un’ordinanza per: · Ridurre, da subito, almeno del 50 %, gli accasamenti del pollame fino a dicembre e prevederne il blocco nei mesi di più pericolosi, da gennaio a marzo ; · Codificare la riduzione del numero di animali per Km quadrato nel suo comune, stabilendo, in concerto con le regioni, province e comuni, un carico zootecnico distribuito a livello nazionale che istituisca aree cuscinetto di biosicurezza e rispetti regole di biosicurezza; Le chiediamo altresì di farsi portavoce in ogni sede istituzionale di iniziative utili a: · Varare un piano di rilancio della zooctenia avicola che abbia il suo cuore nell'incremento e difesa della biodiversità delle specie allevate e nel sostegno di metodi di allevamento rispettosi dell’ambiente e degli animali; · mettere in sicurezza gli allevamenti industriali varando un piano sanitario urgente che oltre all’etichettatura stabilisca regole certe per gli allevamenti lasciati oggi alla gestione del “buon cuore” degli industriali del settore; · promuovere in sede nazionale e Comunitaria l’adozione di politiche di controllo reale ed efficace sui sistemi di sicurezza sanitaria e sociale applicati nei paesi terzi, da cui dipendiamo per le importazioni di materie prime o trasformati alimentari, esigendo l’omologazione dei sistemi verso l’ alto per autorizzare l’interscambio di prodotti; · sostenere da subito con ammortizzatori sociali le aziende che scelgono strategie di riconversione produttiva adottando processi di qualità incentrati sul rispetto dell’ambiente e del benessere animale. Queste semplici regole sono le uniche cose sensate che immediatamente possiamo auspicare siano realizzate dagli enti locali, dal governo regionale e nazionale a difesa dei cittadini. Associazione AltrAgricoltura Nord Est


sabato 1 ottobre 2005


 
News

FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>



Pesticidi in Unione europea.
La European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un report sugli ortaggi e frutta più contaminati da pesticidi... studio pubblicato nel mese di febbraio 2021 che discute i dati del 2019. In tutta Europa, nell’anno 2019, sono stati analizzati 96.302 campioni e la frequenza media si attesta su 19 analisi per 100mila abitanti. I paesi più virtuosi sono la Lituania (125 analisi su 100mila abitanti), la Bulgaria (104 analisi) e il Lussemburgo (81 analisi). I meno virtuosi sono la Gran Bretagna (1,5 analisi), la Spagna (5 analisi) e la Polonia (7 analisi). L’Italia e la Francia si attestano sulla media europea di 19 analisi per 100mila abitanti, la Germania appena un po’ in più con 25 analisi. >>



Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici.
In occasione della presentazione del rapporto del Working Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri, di seguito sono proposti i dati del VI rapporto Ipcc riassunti e forniti dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Sesto Rapporto IPCC – Working Group I Annalisa Cherchi, Susanna Corti, Sandro Fuzzi Lead Authors IPCC WG I Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna INTRODUZIONE SU IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi, e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. È attualmente in corso di finalizzazione il 6° Rapporto IPCC (AR6). Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG). Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente. Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni di adattamento necessarie. Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico. Ogni WG redige un rapporto mediamente dell’ordine di 2-3000 pagine, accompagnato da un Riassunto tecnico che mette in evidenza i punti salienti del rapporto e un breve Summary for Policy Makers ad uso dei responsabili politici dei paesi associati all’ONU, nei quali sono condensate per punti essenziali tutte le informazioni analizzate nel dettaglio nei singoli rapporti. Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. La partecipazione dei singoli scienziati è volontaria e non retribuita. È bene ricordare che i risultati dei Rapporti IPCC sono basati esclusivamente sull’esame critico di diverse migliaia di lavori scientifici pubblicati (14.000 solo per quanto riguarda il WG I). I Rapporti IPCC, la cui stesura impegna gli scienziati per circa tre anni, sono soggetti prima della stesura finale a due fasi di revisione da parte di diverse centinaia di altri scienziati esperti del settore e da parte di esperti dei singoli governi. Il giorno 9 agosto 2021 verrà presentato ufficialmente il Rapporto del Working Group I dedicato allo stato dell’arte delle basi scientifiche del cambiamento climatico e degli avanzamenti rispetto all’ultimo rapporto AR5. Gli altri due Rapporti di cui si compone AR6 sono tuttora in corso di elaborazione e verranno presentati nei primi mesi del 2022. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. >>