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CONTRO L’INFLUENZA AVIARIA NON BASTANO VACCINI ED ETICHETTE!
Ridurre il numero di uova messe a cova è più utile dei vaccini!
Le proposte di AltrAgricoltura per affrontare il pericolo di una pandemia
originata dal virus dei polli:
1. Ridurre, da subito, almeno del 50 %, la quota di uova da utilizzare per
la prossima produzione del pollame. Riduzione da attuare fino a dicembre con
la previsione di rafforzarla arrivando al blocco totale nei mesi più
pericolosi, da gennaio a marzo.
2. Codificare il numero di animali per chilometro quadrato stabilendo,
insieme alle regioni, le province e i comuni, un carico zootecnico
distribuito a livello nazionale che rispetti regole di biosicurezza.
3. Promuovere politiche di controllo reale ed efficace sui sistemi di
sicurezza sanitaria sostenendo da subito le aziende che scelgono processi di
produzione di qualità incentrati sul rispetto dell'ambiente e del benessere
animale.
4. Mettere in sicurezza gli allevamenti industriali varando un piano
sanitario urgente che oltre all'etichettatura stabilisca regole certe per
gli allevamenti lasciati oggi alla gestione del “buon cuore” degli
industriali del settore.
5. Promuovere in sede nazionale e Comunitaria l’adozione di politiche di
controllo reale ed efficace sui sistemi di sicurezza sanitaria e sociale
applicati nei paesi terzi, da cui dipendiamo per le importazioni di materie
prime o trasformati alimentari, esigendo l'omologazione dei sistemi verso l’
alto per autorizzare l'interscambio di prodotti.
6. Sostenere da subito con ammortizzatori sociali le aziende che scelgono
strategie di riconversione produttiva adottando processi di qualità
incentrati sul rispetto dell'ambiente e del benessere animale.
Queste semplici regole, oggi, secondo AltrAgricoltura sono più utili dell’
annunciata spesa di 50 milioni di Euro per l’acquisto di antivirali fatta
dal ministro alla Salute Francesco Storace.
“Il punto – spiega Luciano Mioni, portavoce di AltrAgricoltura – è che
bisogna premere sulle istituzioni politiche affinché le risorse siano
indirizzate ad una radicale trasformazione del ciclo di produzione delle
carni avicole. Il modello di allevamento attualmente praticato è incapace di
controllare l’insorgere di questi virus, basti pensare che in Veneto e
Lombardia l’influenza aviaria a bassa patogenità (H7 N1) è ormai presente da
6 anni e quindi endemica. Il piano delle rispettive Regioni, di concerto con
il Ministero della sanità, ha scelto sempre di tenere sotto controllo l’
influenza aviaria vaccinando gli animali invece di puntare sull’eliminazione
del problema. Si è tentato di imporre la coesistenza tra le necessità del
business e il pericolo. La cosa non è accettabile, si devono affrontare le
cause strutturali che originano il pericolo, garantendo a tutti i cittadini
il diritto alla salute. È questa l’unica per debellare concretamente l’
influenza aviaria ed impedirne nuove tornate nel futuro”.
Ecco in sintesi come mettere in campo le misure proposte di altragricoltura.
Di questo parleranno in conferenza, mercoledi 19 ottobre, alle ore 21,00:
- il Dott. Gianni Tamino, biologo
- Gugliemo Donadello, responsabile nazionale L.A.I.Q.
- Stefano Corso, allevatore e presidente del Consorzio Fattorie delle
Venezie.
La Conferenza, intitolata: “Contro l’influenza aviaria non bastano vaccini
ed etichette!”, è aperta alla partecipazione di tutta la cittadinanza e si
terra presso la sede di AltrAgricoltura Nord Est:
Corso Australia, n. 61, Padova. (ex macello di PD, lungo la tangenziale per
lo stadio Euganeo)
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lunedì 17 ottobre 2005
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