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Basta con il latte fresco Blu della Parmalat e basta con il castello di truffe delle quote latte.
Da una semplice lettura ed elaborazione dei modelli L1 concernenti la
campagna 2001/2002, consegnati all'AGEA dagli acquirenti di latte e
sottoscritti da circa 60.000 produttori , risultano le seguenti gravi
anomalie:
1) n.5953 aziende attestano di aver prodotto latte dichiarando di non avere
capi in azienda o omettendo di dichiarare il numero dei capi; il prodotto
complessivamente attribuito a questi "produttori" supera il milione e
seicentomila tonnellate per l'annata in questione;
2) n.2527 aziende dichiarano una produzione per capo superiore a
kg.12.000/anno, chiaramente incompatibile con le potenzialità degli animali;
risultano dichiarate produzioni per capo fino a Kg.284.744/anno
evidentemente attribuibili ad una nuova razza di origine spaziale;
3) n.157 aziende dichiarano un tenore di grasso per il latte consegnato
inferiore a 2,80%, limite al di sotto del quale non ha senso qualificare
come "latte" il prodotto consegnato;
4) un elevato numero di acquirenti risulta aver acquistato latte da
molteplici produttori con identico tenore di grasso o con quantitativo di
latte consegnato identico al quantitativo rettificato, così da far supporre
che non siano state in realtà effettuate le analisi chimiche e
microbiologiche sul latte come previsto dalla legislazione vigente (o che il
latte non provenga da quelle stalle), con le conseguenze immaginabili sotto
il profilo igienico-sanitario.
5) Risultano indagati oltre 60 caseifici per l’acquisto del latte in nero
per avere lavorato senza un minimo di controllo sanitario oltre 4 milioni
di ql di latte
Ad oggi ogni eventuale accertamento sulle suddette gravi 'anomalie' è reso
più lento e difficoltoso dal voluto stato di caos in cui versa l'anagrafe
bovina nazionale – attualmente commissariata -, strumento indispensabile per
la verifica della consistenza aziendale e della movimentazione dei bovini;
Sono '5600 miliardi di multe comminate in 10 anni dalla Unione europea per
le quote latte al nostro paese che riguardano oltre 23.000 aziende di
allevatori italiani di vacche da latte.
Commentando questi dati nel corso della conferenza stampa di presentazione
del presidio di allevatori del latte di Verona che si terrà dal 08/03/ al
16/03 in via Dossobuono:
Luciano Mioni, di Altragricoltura intervenendo sulla questione della
durabilità del latte fresco, anche in relazione all'imminente riforma del
regime delle quote annunciata dal ministro Alemanno ha dichiarato:"Il
Governo ha alimentato i profitti delle multinazionali in particolare della
Parmalat autorizzando l'uso del termine 'fresco' per il latte
microfiltrato, una guerra commerciale a danno dei produttori italiani e dei
consumatori, stravolgendo le regole di mercato per un prodotto di primario
interesse che vale per il nostro Paese oltre due miliardi e mezzo di euro".
"Il regime delle quote latte è stato solo uno strumento di sopruso gestito
dalle vecchie organizzazioni sindacali per favorire le grandi
multinazionali del settore - ha dichiarato Wilmare Giacomazzi, presidente
nazionale dei Cospa – Continaure a difendere quel regime significa far
scomparire il vero latte fresco tradizionale e gli allevatori che lo
producono."
“Siamo l’unico paese europeo - prosegue Wilmare Giacomazzi - che dichiara
produzioni eccedentarie pur non avendo dati certi nemmeno sulle vacche da
latte italiane in produzione. Ma lo scandalo maggiore consiste nel fatto
che, nonostante il consumo di latte in Italia sia pari a 131 milioni di
quintali, l’Europa ci ha imposto di produrne solo 104 milioni di quintali,
in spregio al diritto di ogni popolo alla sovranità alimentare. Ancora,
siamo l’unico paese europeo a cui comincia mancare il latte per le
produzioni dei due Dop più importanti al mondo il Grana Padano e il
Parmigiano Reggiano che da soli utilizzano circa 38.000.000 di ql. con il
rischio concreto che da DOP siano trasformati in IGP. I risultati di questa
politica è che sono spariti negli ultimi 10 anni circa 85.000 libere
aziende agricole e cooperative (quelle che presidiano il territorio ) da
quando sono in vigore le quote latte cosi come sono state gestite dai vari
governi che si sono succeduti. Rimangono circa 59.000 mila aziende agricole
che producono latte in un mercato sempre più difficile in caduta libera
per i redditi delle aziende agricole, un mercato drogato, guidato e
gestito dalle multinazionali agroalmentari . Alla Parmalat ed al caro amico
di Berlusconi il dott. Tanzi, questo governo ha regalato il decreto per la
dizione di fresco al latte Microflirtarto con scadenza 10 giorni quanto
basta per importarlo dai paesi poveri dell’est Europa.”
“Questi sono i dati veri, ma che vengono nascosti agli allevatori ed ai
consumatori italiani - ha affermato concludendo Wilmare Giacomazzi -.
Questi dati sono la fotografia del disastro colposo perpetrato contro la
nostra agricoltura con l’applicazione del regime delle quote latte e tramite
dissennate politiche governative nel settore zootecnico, come il caso
recente della vaccinazione obbligatoria delle vacche da latte contro la Blue
tongue.”
“La questione del Fresco Blu – interviene Luciano Mioni di
ltragricoltura - è di importanza capitale per il futuro della nostra
zooctenia che tutela non solo il lavoro di migliaia di persone, la cultura
alimentare legate ai nostri DOP , ma che ha dei riflessi importanti nella
conservazione e tutela del territorio e per questo la mobilitazione dei
prossimi giorni mira a portare questa battaglia nel paese in particolare
ai consumatori per costruire con loro un’alleanza vera per aprire una
vertenza con il governo e con le multinazionali a partire dalla Parmalat.”
Presidio degli allevatori di Dossobuono Verona 07/03/2003
Via Mantovana, 127/a - Madonna di Dossobuono (VR)
Ufficio stampa
Cospa Nazionale : Tel. 045.8622395 – fax: 045.8649176
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AltrAgricoltura: tel. 049.8710128 – fax 049.8736516
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CO.SP.A. Nazionale - AltrAgricoltura
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giovedì 3 luglio 2003
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