Per uno sviluppo senza puzze... Altri sistemi di allevamento zootecnico possibili
Venerdì 5/11/04 0re 20.30 c/o sala consiliare ad Ospedaletto Euganeo
dibattito pubblico su: PER UNO SVILUPPO SENZA PUZZE... ALTRI SISTEMI D’
ALLEVAMENTO POSSIBILI
intervengono il Sindaco Sergio Da Molin, Guglielmo Donadello di
Altragricoltura, Stefano Corso del Consorzio delle Fattorie delle Venezie,
Luciano Salvò assessore agricoltura provincia di Padova
organizzazione:Altragricoltura Nord Est aderisce legambiente circolo dai
colli all’adige
Comunicato stampa di AltrAgricoltura Nord Est
AltrAgricoltura vuole aprire una discussione a 360° sulla questione della
concentrazione degli allevamenti zootecnici (avicoli e non) e sugli effetti
negativi provocati nel territorio veneto. Partiamo da Ospedaletto Euganeo,
piccolo comune della Bassa Padovana, perchè crediamo che sia lo specchio di
una situazione generale in cui lo sviluppo esasperato di allevamenti di
polli, tacchini e maiali si scontra con la qualità della vita della gente
di quel territorio. Partiamo da un dato: la puzza, nauseabonda, è
diventata insopportabile e si espande in una vasta zona che va da Este fino
a Montagnana.
Ironicamente per Ospedaletto potrebbe essere una rivincita, per anni la
gente di Ospedaletto ha annusato gli odori della discarica di Este, sita
puntualmente sul confine con Ospedaletto, dopo la discarica sono arrivati
gli odori del compostaggio, finalmente un odore forte parte da Ospedaletto
per invadere le zone attorno... C’è poco da ridere, perchè il risultato per
chi vive in quella zona e di sentirsi completamente nella m.... , ma questa
è un’altra storia.
Noi semplicemente vorremmo contribuire ad individuare alcune contraddizioni
e cercarne la soluzione.
Perchè ad Ospedaletto ci sia un sovraffolamento avicolo è chiaro a tutti,
primo forse la presenza del mangimificio Veronesi, non tutti gli allevamenti
sono di Veronesi, ossia AIA, alcuni sono di altri grossi gruppi alimentari,
perchè lo sapete che gli allevamenti avicoli non sono del proprietario del
terreno in cui sono situati, ma sono in soccida, ossia il sig. Rossi è
proprietario del terreno, costruisce il capannone, e domanda al sig. AIA o
Amadori di mettere dentro polli o tacchinelle, i sig. AIA e/o Aamadori
consegnano i piccoli pulcini, il mangime per farli crescere, il programma di
gestione e l'assistenza tecnica dell'allevamento. Il sig. Rossi fa mangiare
di giorno e di notte i piccoletti e dopo 35 giorni, nel caso dei polli,
arriva il sig. AIA e/o Amadori a prenderli, un giro nei propri macelli e
voilà un pollo saporito arriva al market, a marchio AIA e/o Amadori, pronto
per il consumatore.
Messa così vien da pensare che si allevi il pollo per vendere il mangime,
anche qui la verità sta a metà strada, bella discussione da affrontare.
Altra domanda da porsi è del perchè si continua ad allevare polli se ogni
anno arriva l’influenza aviaria?
L’agricoltura è fatta di saperi antichi, difficilmente un’agricoltore pianta
riso dove non c’è acqua perchè non farebbe nessun raccolto, e allora perchè
questo non avviene con l’avicolo e si continua ad allevare per poi
distruggere la produzione quando è quasi pronta? Forse perchè la
Regione Veneto versa decine di milioni di euro nelle tasche degli
impreditori per il danno subito? Se questo fosse vero chi sono gli
impreditori? Non sicuramente gli allevatori, sono solo dei soccidari e a
loro arrivano le briciole. L’imprenditore è sempre un sig. AIA e/o Amadori
che riscuote i proventi della Regione e non solo. Siccome i tacchini
influenzati sono stati abbattuti, si genera meno offerta sul mercato con la
conseguenza che gli altri tacchini AIA e/o Amadori che arrivano al market
allevati in altre zone costeranno qualcosa di più...!! ......Su questo
vorremmo dibattere con ildr. Marangon e il dr. Vincenzi, che da due anni
hanno costituito in regione con la direzione dell’aia un comitato regionale
per debellare l’endemica influenza aviaria con questi risultati.....
Ma partiamo dagli odori per ribadire che un’altra agricoltura è possibile,
un’agricoltura che si basa sulla qualità, un’ agricoltura etica che
salvaguardi la salute del cittadino/consumatore, un’agricoltura che tenga
conto della biodiversità e abbia come centrale la figura dell’agricoltore,
dell’allevatore che firma i propri prodotti per una tracciabilità garantita
della filiera, un’agricoltura che dia garanzia di reddito al produttore
garantendo risparmio e salute al cittadino/consumatore, e non speculazione
per gli industriali e la grande distribuzione.
AltrAgricoltura Nord Est
via Monte Sabotino, 26 - PADOVA
Tel. 049.8710128 - Fax 049.8736516
e-mail:altragricoltura@italytrading.com
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mercoledì 3 novembre 2004
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