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NOM FARTI PORTARE VIA L'ACQUA!
Partiti, multinazionali, banche e i soliti imprenditori con gli agganci giusti stanno mettendo le mani sulle aziende pubbliche dell'acqua e sui rubinetti di milioni d’italiani. Fra questi potresti esserci anche tu.
Da anni, una grande coalizione sociale e cittadina cerca, invece, di difendere la gestione pubblica dell'acqua promuovendo il controllo e la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni su un bene comune di vitale importanza.
sabato 12 febbraio 2011
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FSM Dakar, Dichiarazione dell'assemblea dei movimenti sociali e impegni comuni - febbraio 2011
Da Via Campesina internazionale:
1) I movimenti sociali definiscono le date delle lotte del 2011
2) Dichiarazione dell'Assemblea dei movimenti sociali
1) I MOVIMENTI SOCIALI DEFINISCONO LE DATE DELLE LOTTE DEL 2011
11 FEBBRAIO 2011- Brasil de Fato
Da Dakar (Senegal)
Le organizzazioni popolari di tutto il mondo, riunite nell’Assemblea dei Movimenti
sociali, hanno definito due date comuni di lotta per il 2011. Il giorno 20 marzo è
prevista una mobilitazione globale in solidarietà alle ribellioni nel mondo arabo. Il 12
ottobre, giorno già legato alla resistenza indigena in America Latina, ci sarà la
giornata globale di lotta contro il capitalismo. “L’Assemblea dei Movimenti Sociali
convoca le forze e gli attori popolari di tutti i paese a realizzare due grandi
mobilitazioni coordinate a livello internazionale, a partecipare all’emancipazione e
all’autodeterminazione del popolo e a rafforzare la lotta contro il capitalismo”, dice un
brano della dichiarazione lanciata durante l’assemblea.
venerdì 11 febbraio 2011
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Il grano della Cina.
La Fao lancia l'allarme. L'organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura avverte che una grave siccità minaccia i raccolti in Cina, uno dei maggiori produttori di grano al mondo, oltre a provocare penuria di acqua potabile per la popolazione e per il bestiame. Si tratta della Cina settentrionale, con le sue grandi pianure coltivate a grano. Da ottobre le precipitazioni sono state molto sotto la norma, avverte la Fao, quindi anche la copertura nevosa è diminuita: e senza la neve, nulla protegge i semi dormienti nella terra dal gelo, che in quelle zone arriva a meno 18 gradi centigradi.
giovedì 10 febbraio 2011
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Le tre facce della diossina.
Le diossine, il cui nome scientifico è "composti aromatici policlorati", sono tra i più potenti veleni conosciuti. Ad esse vengono ascritti composti estremamente tossici per l'uomo e gli animali. Si tratta di molecole molto varie a cui appartengono anche composti cancerogeni.
Sono poco volatili per via del loro elevato peso molecolare, poco o nulla solubili in acqua, ma sono più solubili nei grassi, dove tendono ad accumularsi. Proprio per la loro tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi, anche un'esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni.
Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea. In pratica la diossina risale la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all'uomo.
giovedì 10 febbraio 2011
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Sparite il 75% delle varietà ortofrutticole, ne salvano i contadini per la vendita diretta.
Ecco gli effetti della globalizzazione impostaci. Il titolo è ottimistico, in realtà sono andate perdute definitivamente più della metà delle varietà orticole e fruttifere. Lo posso affermare per esperienza diretta in quanto me ne sono occupato attivamente. Da ricordare inoltre la perdità di più della metà delle varietà di cereali conservate nella banca dei semi dell’università di Bari a causa di un sabotaggio agli impianti di refrigerazione. Abbiamo postato un articolo in merito esattamente 2 anni fa a firma di Nicoletta Forcheri.
In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro e su una larga percentuale di quelle rimaste grava il rischio estinzione, mentre manca all’appello una trentina di razze tra mucche, maiali e pecore e il 95 per cento delle antiche varietà di grano è andato perduto. E’ quanto emerge dal primo dossier sul fenomeno dei “F armers Market in Italia” presentato alla prima assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica della Coldiretti.
domenica 6 febbraio 2011
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Il caso FIAT e i limiti della crescita.
Il Gruppo “el Sélese”, per il Distretto di Economia Solidale - Provincia di Verona,
lancia una riflessione sul "caso Fiat" sollecitato dall’appello lanciato da Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Margherita Hack
sul sito http://temi.repubblica.it/micromega-online. L’APPELLO:
Il diktat di Marchionne, che Cisl e Uil hanno firmato, contiene una clausola inaudita, che nemmeno negli anni dei reparti-confino di Valletta era stata mai immaginata: la cancellazione dei sindacati che non firmano l’accordo, l’impossibilità che abbiano una rappresentanza aziendale, la loro abrogazione di fatto. Questo incredibile annientamento di un diritto costituzionale inalienabile non sta provocando l’insurrezione morale che dovrebbe essere ovvia tra tutti i cittadini che si dicono democratici. Eppure si tratta dell’equivalente funzionale, seppure in forma post-moderna e soft (soft?), dello squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente. Per questo ci sembra che la richiesta di sciopero generale, avanzata dalla Fiom, sia sacrosanta e vada appoggiata in ogni modo. L’inaudito attacco della Fiat ai diritti dei lavoratori è un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore fondamentale delle libertà democratiche. Ecco perché riteniamo urgente che la società civile manifesti la sua più concreta e attiva solidarietà alla Fiom e ai lavoratori metalmeccanici: ne va delle libertà di tutti.
sabato 5 febbraio 2011
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TRARRE PROFITTO DALLA POVERTÀ. LA JPMORGAN SI STA ARRICCHENDO CON I BUONI ALIMENTARI!
La JP Morgan è il più importante fornitore di sussidi per buoni alimentari degli Stati Uniti. Ha ottenuto l’appalto per la fornitura delle debit card relative ai buoni alimentari in 26 stati e nel distretto di Columbia. La società ottiene un compenso per ogni caso di cui si occupa, ciò significa che più americani fanno richiesta per i buoni alimentari, più aumentano i profitti per la JP Morgan. Sì, avete capito bene.
Se aumenta il numero di americani che ricorrono ai buoni alimentari, la JP Morgan accresce il proprio introito. Nel video (vedi più sotto) il direttore generale della JP Morgan, Christopher Paton, ammette che si tratta di “un business molto importante per la JP Morgan” e sta andando molto bene. Considerando che il numero di americani che si affidano ai buoni alimentari è cresciuto in maniera esponenziale dai 26 milioni del 2007 agli attuali 43, è facile immaginare l’impennata dei profitti in questo settore per la JP Morgan. Ma ciò non spinge la JP Morgan a mantenere più alto possibile il numero di americani coinvolti nel programma dei buoni alimentari?
mercoledì 2 febbraio 2011
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Sovranità alimentare e gruppi d'acquisto; per pensare globalmente bisogna partire dai territori.
L'approvazione nella seduta del Consiglio Regionale dell'Umbria dello scorso 1 Febbraio della legge “Norme per il sostegno dei gruppi d'acquisto solidale e popolare (GASP) e per la promozione dei prodotti agroalimentari a chilometri zero, da filiera corta e di qualità” cade in un momento in cui la questione alimentare irrompe prepotentemente nello scenario mondiale. È difficile infatti sottovalutare il fatto che quanto sta accadendo in quasi tutti gli stati nordafricani ha avuto origine dalla messa in discussione delle condizioni materiali di vita. Il rincaro del costo dei beni alimentari ha determinato un salto di qualità del conflitto sociale tale da investire direttamente le strutture economiche, politiche e giuridiche che in questi Paesi sanciscono il cosiddetto “neocolonialismo agricolo”.
mercoledì 2 febbraio 2011
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Pane e democrazia. Tunisia, Algeria, Egitto ed il prezzo dell’orzo.
Certo, tutti starete pensando, ma che ci importa se il prezzo dell’orzo schizza alle stelle, magari solo chi cucina macrobiotico avrà un problema. Ci sono cose sicuramente più drammatiche come il prezzo del pane, della farina, della carne! E le rivolte che si susseguono.
Molti, come sempre, tirando fuori solo informazioni selezionate secondo la logica neoliberista, si sono affrettati a dare le spiegazioni abituali: i cereali costano cari perché i russi chiudono le esportazioni, perché qui e la' ci sono disastri ambientali. Cioè: aumenta la domanda, diminuisce l'offerta, i prezzi salgono al “loro giusto valore”. Senza rendersi conto, come andiamo ripetendo da almeno due decenni(1) , che non solo il mercato non è “perfetto” ma che mai come ora, nel preteso trionfo della liberalizzazione dell’economia, il mercato - globale e interno – dei prodotti agroalimentari è stato così dominato da un ristretto numero di potentati economici e politici. E quelli più poderosi tra questi non hanno niente a che vedere con l’agricoltura, con la pioggia o la siccità, visto che producono denaro speculando sui contratti di compravendita dei prodotti, qualunque prodotto. Quelli che sono conosciuti come “i pirati in cravatta e camicia bianca”. Sì, quelli che si arricchiscono non producendo ricchezza ma scommettendo sui beni prodotti da altri. Come un qualsiasi gioco d’azzardo: più il risultato è “volatile” e più il guadagno è alto. Insieme al rischio. Ma qualcuno ci deve spiegare perché questo stia avvenendo, visto che quello che viene messa a repentaglio è la vita di centinaia di milioni di donne uomini e bambini, in tutto il pianeta. Non solo quelli che muoiono di fame o che sono minacciati dall’insicurezza alimentare. Ma anche quelli che per sopravvivere mangiano più patate e meno carne o latte(2) . Erodendo i risparmi propri e delle generazioni che li hanno preceduti. Al sud come al nord del pianeta.
sabato 29 gennaio 2011
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L'Italia che batte la globalizzazione: i "GAS" salvano le nostre aziende.
INCHIESTA - I Gruppi d'acquisto solidale (Gas) non si limitano ai prodotti ortofrutticoli, ma ampliano l'offerta salvando dalle logiche spietate della globalizzazione anche piccoli imprenditori italiani abbandonati dai grandi gruppi.
E’ la nuova frontiera dei G.A.S., ovvero i Gruppi di acquisto solidali. Un’Italia invisibile, eppure sempre più influente. Difficile ignorare 50-70mile famiglie (pari ad almeno 200mila persone), che fanno la spesa al di fuori dei circuiti commerciali tradizionali, che hanno deciso di dare una forte impronta etica ed ecologica ai propri consumi e al proprio stile di vita.
giovedì 27 gennaio 2011
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