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SPRECHI ALIMENTARI: A NATALE GLI ITALIANI BUTTERANNO VIA 500.000 TONNELLATE DI CIBO.

Il 5% dei cibi che compriamo per i pranzi e le cene delle feste di Natale non verrà consumato e finirà dritto dritto nel cassonetto. In testa alla classifica degli sprechi alimentari, troviamo frutta, verdura, pane, latticini e carne, che risultano tra i generi alimentari più soggetti allo spreco, soprattutto durante il periodo natalizio. A tracciare questo quadro così inquietante è la CIA - Confederazione italiana agricoltori -, che evidenzia lo spreco di risorse alimentari e il relativo danno per l‟ambiente: una tonnellata di rifiuti alimentari produce ben 4,2 tonnellate di C02.
venerdì 24 dicembre 2010
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Speciale CANCUN: un commento di Claudia Fanti, l'Editoriale di Brasil de Fato, il documento di Via campesina.

1.CANCUN: Nazioni Unite contro il Pianeta. Solo la Bolivia si schiera con i movimenti (di Claudia Fanti, da Adista n. 99) 2.CANCUN: la montagna ha partorito un topolino!! (Editoriale di Brasil de fato 16/21 dicembre 2010) 3.CANCUN: Le mille soluzioni sono nelle mani dei popoli. Documento de La Via Campesina su Cancun (Mercoledì 15 Dicembre 2010) 1. CANCUN-ADISTA. Se, come dice un proverbio cinese, un viaggio di mille leghe comincia con un passo, a Cancun l’umanità è rimasta ferma ai nastri di partenza. Al di là della scontata – ma non per questo meno eclatante - manipolazione della verità da parte dei governi prima e dei mezzi di comunicazione poi, la 16.ma Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop 16) ha consumato l’ennesimo crimine nei confronti del pianeta. “La storia giudicherà severamente”, ha denunciato la delegazione della Bolivia, unico tra 194 Paesi ad essersi opposto all’accordo approvato.
sabato 18 dicembre 2010
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Carrefour lancia il marchio “ogm free” .

Il marchio francese leader della gdo in Europa ha lanciato il marchio "non ogm" nei prodotti a marchio privato. Una gamma di oltre 300 prodotti alimentari con il marchio "sicurezza qualità Carrefour" al 99,1% e che include nella gamma carne di suino, ovino, polli, oltre a uova e pesce da allevamento. In Francia, dove è stato introdotto il marchio, il 63% dei consumatori ha dichiarato di non voler più consumare alimenti se prodotti con animali alimentati con mangimi ogm. Fino all'introduzione del marchio, solo i prodotti biologici garantivano l'assenza di ogm.
sabato 18 dicembre 2010
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Dopo il 14 dicembre.

Che con il 14 dicembre la Repubblica abbia versato nell’agonia, sembra chiaro alle gazzette. In effetti la situazione è grave. In crisi è la macchina costituzionale. La recessione è alle porte e copre un altro pericolo, probabilmente ancora più importante e sottaciuto, che è la secessione del Nord. Tutto questo nella salsa di un’invadente corruzione, che non è senz’altro solo quella denunciata da Travaglio o da Fini, ma la disgregazione interna del meccanismo di equilibrio e rappresentanza costituzionale.
mercoledì 15 dicembre 2010
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I jeans che ammalano.

Vintage e nocivi. I jeans che ammalano . Durante il Forum internazionale Abiti puliti 2010, oltre 50 Ong lanceranno l’iniziativa per l’abolizione della tecnica della sabbiatura, che invecchia il denim a danno della salute di chi lo deve trattare. Studi medici specialistici lo affermano da tempo: esiste un nesso diretto tra l’utilizzo della sabbiatura come tecnica per il trattamento del denim e l’insorgenza di patologie, anche mortali, sui lavoratori. Chi in fabbrica entra in contatto con la gran quantità di silice minerale contenuta nel processo abrasivo che dona ai jeans quell’effetto vintage tanto richiesto dalla moda rischia di ammalarsi gravemente. A chiedere la definitiva messa al bando della sabbiatura sono le tante associazioni aderenti alla Campagna Abiti Puliti che da ieri sono riuniti nel primo Forum internazionale a Gonen, in Turchia.
domenica 12 dicembre 2010
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Il modello che non funziona.

Il decennio in corso ha appiattito la politica dell'Unione Europea al potere dei centri finanziari e del sistema dell'euro gestito dalla Bce. L'Ue assomiglia sempre più agli Stati uniti, dove gruppi finanziari e militari di potere sono in grado di assumere la governance dell'intero sistema. La turbolenza finanziaria programmata e provocata da questi gruppi, un atto predatorio organizzato mirante all'espropriazione del risparmio delle persone, è stata una dimostrazione di arroganza che gli eventi successivi hanno pienamente confermato. Così come è stato confermato il loro controllo politico e finanziario sulle istituzioni degli Stati europei. Solo pochi mesi fa l'impressione che le istituzioni europee avrebbero fatto qualcosa per introdurre una maggiore trasparenza e un controllo dei centri e delle istituzioni finanziarie era molto diffusa. Ma queste impressioni si sono rivelate sbagliate. I responsabili della crisi sono divenuti presidenti e membri delle commissioni che dovrebbero controllare e riformare il sistema. E quando la Commissione europea si è decisa a parlare, alcune settimane fa, non è stato per istituire controlli e sanzioni sui centri finanziari e sulle cosiddette istituzioni di controllo della Banca centrale europea e delle banche centrali nazionali, ma per mettere vincoli più forti alle politiche economiche degli Stati membri ed ostacolare gli sforzi per ridurre i danni prodotti dalla crisi economica e sociale causata dalla speculazione finanziaria.
domenica 5 dicembre 2010
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La guerra commerciale per il litio.

Molti di noi pensano che le auto elettriche siano il primo passo verso un mondo ecologico, più pulito e senza emissioni di CO2. Ma sarà realmente così? È possibile costruire un mondo migliore, che contempli la protezione dell’ambiente, senza rimettere in discussione la privatizzazione delle risorse naturali? Telefoni cellulari, computer portatili (notebook), apparecchi fotografici, GPS… Le batterie di “nuova generazione” funzionano con il litio. Questo componente è ugualmente essenziale per le auto elettriche. Le multinazionali e gli Stati si lanciano nella battaglia per l’estrazione del nuovo “oro bianco”. di Sophie Chapelle, Basta!mag, 30 marzo 2010 È soprannominata “l’Arabia Saudita del litio”. La Bolivia racchiude nel suo sottosuolo, stando alle stime dell’Istituto americano di ricerca geologica, 5.4 milioni di tonnellate di litio. Ossia il 40% delle riserve mondiali. Altri paesi della Cordigliera delle Ande possiedono grandi quantità di litio, essenziale alla produzione delle batterie di nuova generazione. I laghi salati del Cile e dell’Argentina concentrerebbero rispettivamente il 20% e il 13% delle riserve di litio. Dal 2008, alla pari del Cile, la Cina è uno dei maggiori produttori di litio, grazie alle riserve di sale tibetano. Quanto basta per sconvolgere i rapporti di forza e preoccupare seriamente gli Stati Uniti, le cui riserve ammonterebbero a 410?000 tonnellate. Le stime restano comunque variabili. Alcune compagnie come la Western Union affermano di potere estrarre 2 milioni di tonnellate nel Nord del Nevada (USA) e di ambire a diventare uno dei maggiori produttori mondiali di carbonato di litio.
venerdì 3 dicembre 2010
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L'appello a boicottare i marchi di proprietà della multinazionale Omsa.

Le lavoratrici OMSA invitano ad essere solidali con loro, boicottando i marchi: Philippe Matignon - Sisi - Omsa - Golden Lady - Hue Donna - Hue Uomo - Saltallegro - Saltallegro Bebè- Serenella La stessa cosa è successa alle lavoratrici della Perla, che ora ha trasferito la produzione in Cina, della Mandarina Duck, ecc. Anche se il nostro caro presidente del consiglio parla di segni positivi ho la netta impressione che quest'anno e i prossimi a venire saranno davvero disastrosi per l'Italia.
martedì 30 novembre 2010
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IL FALLIMENTO DELLA PATATA TRANSGENICA.

Inquinamento, resistenza pubblica e un procedimento giuridico di cinque governi europei riassumono il primo anno di coltivazione. A marzo, dopo 12 anni, la Commissione Europea ha approvato la prima coltivazione transgenica nell’Unione Europea, la patata Amflora. Dopo la prima stagione di semina, il bilancio non poteva essere più disastroso. Respinta da opinione pubblica e industria, la sua coltivazione è stata vietata in Austria, Ungheria e Lussemburgo, gran parte del raccolto è stata contaminata o confiscata e cinque governi europei hanno intrapreso azioni legali contro la sua adozione.
martedì 30 novembre 2010
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Il tango del cotone.

La fluttuazione delle azioni del cotone. Come l'economia del capitale stravolge la vita dei contadini e delle piccole imprese cinesi.
lunedì 29 novembre 2010
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