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UN AUDIT SUL DEBITO.
Agli storici del futuro (se il genere umano sopravviverà alla crisi climatica e la civiltà al disastro economico) il trentennio appena trascorso apparirà finalmente per quello che è stato: un periodo di obnubilamento, di dittatura dell'ignoranza, di egemonia di un pensiero unico liberista sintetizzato dai detti dei due suoi principali esponenti: «La società non esiste. Esistono solo gli individui», cioè i soggetti dello scambio, cioè il mercato (Margaret Thatcher); e «Il governo non è la soluzione ma il problema», cioè, comandi il mercato! (Ronald Reagan). Il liberismo ha di fatto esonerato dall'onere del pensiero e dell'azione la generalità dei suoi adepti, consapevoli o inconsapevoli che siano; perché a governare economia e convivenza, al più con qualche correzione, provvede già il mercato.
lunedì 28 novembre 2011
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Terra Nuova e Crocevia denunciano: “Il land grabbing uccide il diritto a produrre cibo delle popolazioni locali". Il caso Senegal.
E’ di questi giorni la notizia, citata sul sito del CNCR (Conseil National de Concertation et de Coopération des Ruraux – Organizzazione nazionale contadina del Senegal – www.cncr.org), della morte di una persona nella comunità rurale di Fanaye, nel nord del Senegal, proprio a causa del land grabbing. Il 26 ottobre scorso infatti, la popolazione esasperata dalla cessione delle proprie terre ha tentato di impedire la riunione delle autorità locali favorevoli al progetto. Il bilancio è stato di un morto e 21 feriti. Dieci dei quali in condizioni molto gravi.
venerdì 25 novembre 2011
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Accesso alla terra, AIAB: “No all'aliezione, sì al canone agevolato sui terreni agricoli demaniali per i giovani agricoltori”.
“Per garantire ai giovani l'accesso alla terra non serve vendere i terreni agricoli demaniali, bensì concederli ad un canone agevolato. In questi giorni si è molto parlato dell'alienzazione dei terreni agricoli demaniali prevista dall'ar.7 della legge di stabilità e se ne è parlato spesso come una 'provvidenziale' misura per incentivare l'imprenditoria giovanile in agricoltura. A nostro avviso, invece, non potrebbe esserci abbaglio più grande: l'alienazione prevista dall'art. 7 della legge di stabilità, infatti, presuppone che il giovane agricoltore abbia i fondi per acquistare il terreno, cosa quantomeno poco probabile.
venerdì 25 novembre 2011
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Argentina: assassinato Cristina Ferreyra, membro del Mocase-Via Campesina.
Nel pomeriggio dello scorso 16 novembre, nella comunità di San Antonio, in Argentina, i due sicari Javier e Arturo Juarez hanno aperto il fuoco a sangue freddo contro dei contadini causando la morte di Cristian Ferreyra, appena 25 anni, e ferendo gravemente altre due persone che sono tuttora in ospedale in prognosi riservata.
La comunità di San Antonio, situata a 60 km da Monte Quemado, è membra della CCCOPAL MOCASE - Via Campesina e sta resistendo alle frequenti intimidazioni di impresari nel nord di Santiago del Estero.
venerdì 25 novembre 2011
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Terra Nuova e Crocevia denunciano: “Il land grabbing uccide il diritto a produrre cibo delle popolazioni locali". Il caso Senegal.
E’ di questi giorni la notizia, citata sul sito del CNCR (Conseil National de Concertation et de Coopération des Ruraux – Organizzazione nazionale contadina del Senegal – www.cncr.org), della morte di una persona nella comunità rurale di Fanaye, nel nord del Senegal, proprio a causa del land grabbing. Il 26 ottobre scorso infatti, la popolazione esasperata dalla cessione delle proprie terre ha tentato di impedire la riunione delle autorità locali favorevoli al progetto. Il bilancio è stato di un morto e 21 feriti. Dieci dei quali in condizioni molto gravi.
venerdì 25 novembre 2011
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Dichiarazione finale: stop al land grabbing subito! Nyéléni, 19 novembre 2011.
Noi, donne e uomini, contadini, pastori, popoli indigeni e cittadini, che ci siamo riuniti nel Villaggio di Nyéléni, in Mali, dal 17 al 19 novembre 2011, siamo determinati a difendere la sovranità alimentare, i beni comuni e i diritti dei piccoli produttori di cibo all'uso responsabile delle risorse naturali. Abbiamo sostenuto l'Appello di Kolongo presentato dalle organizzazioni contadine del Mali, che hanno preso l'iniziativa di organizzare la resistenza locale contro il drammatico fenomeno del land grabbing (accaparramento dei terreni fertili da parte di multinazionali e overni stranieri e contestuale espulsuione dei contadini dalla terra) in Africa. Abbiamo aderito al Forum di Nyéléni in risposta all'Appello di Dakar, che chiamava alla mobilitazione per un'alleanza globale contro terra-grabbing.
venerdì 25 novembre 2011
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DISSECCANTI SULLE STRADE A NOVEMBRE QUANDO L'ERBA NON CRESCE E I BATTERI DORMONO... E NOI CE LI BEVIAMO E MANGIAMO...
E' necessario denunciare alle procure chi si è permesso di disseccare col glifosate tutte le strade del Regno colonia di Monsanto... chiamata Italia, con il Progetto denominato addirittura "Polline sicuro"... che ammazza "sicuramente" le Api ...e i cittadini, gestito dall'ANAS e dalle Province (con pochi sindaci a fare le ordinanze di divieto).
Il Prodotto è importato dal Belgio e il pesticida si è accumulato nelle acque potabili di mezza Italia (Fonte ISPRA e ARPA) e induce linfoma non-hodgkin (Ricerca autorevole svedese) e aborti tardivi... non è biodegradabile e per questo la Monsanto ha pagato una multa salatissima in Francia per pubblicità menzognera...
venerdì 25 novembre 2011
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Proposta legislativa per la PAC 2014-2020, per AIAB spiragli di luce ma ancora punti critici.
È stata presentata mercoledì scorso in tutta Europa la proposta di riforma della PAC per il periodo 2014-2020. Secondo AIAB si tratta di un testo legislativo che contiene spiragli di cambiamento, ma che nel complesso è ancora poco coraggioso. In particolare restano alcune gravi criticità, come l'assenza di una regolamentazione dei mercati alimentari e della produzione, e rispetto alla aspettative sono troppo esili i cambiamenti effettivamente presenti nel testo legislativo. Tuttavia l'AIAB intravede le condizioni per arrivare ad una PAC più legittima, con un tetto ai pagamenti diretti sulla singola azienda e criteri di distribuzione diversi in grado di garantire maggiore equità nell'assegnazione delle risorse.
venerdì 25 novembre 2011
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Ugo Mattei: Non svendere il patrimonio pubblico.
Un appello sensato di fronte a un rischio gravissimo, in una lettera aperta al Corriere della Sera, 22 novembre 2011. Con postilla dell'urbanista Edoardo Salzano dal sito Eddyburg
Caro direttore, per incassare 6 miliardi, circa l'8% di quanto paghiamo di interessi sul debito pubblico ogni anno, pare andranno in vendita 338.000 ettari di terreni agricoli che oggi sono proprietà pubblica. Se non si farà attenzione, le conseguenze di una tale scelta, che in Africa è nota comeland grab(appropriazione di terra) operata da grandi gruppi multinazionali, potrebbero essere serie, e portarci verso la dipendenza alimentare dall'agrobusiness. Potrebbero derivarne danni sociali ingenti subitiin primisdai nostri piccoli agricoltori che non potendo competere con quei colossi nell'acquistare, finirebbero per vendere anche i loro appezzamenti (come già avvenne quando i latifondisti comprarono le proprietà comuni messe in vendita da Quintino Sella).
La scelta di vendere è definitiva e ci riguarda tutti, presenti e futuri. Andrebbe fatta con grande cautela soprattutto quando ci si trova sotto pressione internazionale. Il processo di elaborazione teorica e pratica della categoria giuridico-costituzionale dei beni comuni discende da questa considerazione. Il cambiamento dei rapporti di forza fra settore privato azionario e settore pubblico a favore del primo rende i governi così deboli da non poter operare nell'interesse del popolo sovrano. La necessità urgente di forte tutela giuridica dei beni comuni come proprietà di tutti che i governi devono amministrare fiduciariamente nasce da questo squilibrio di potere prodotto dalla globalizzazione.
mercoledì 23 novembre 2011
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ANDREA FUMAGALLI: Il paradosso dell’Italia
L’attuale situazione politica italiana è alquanto paradossale. Non è una novità, è una costante dell’Italia.
Soltanto un anno fa, da un punto di vista economico, non si riscontravano segnali che potessero far pensare ad una pressione speculativa così forte sull’Italia. Non aveva tutti i torti il ministro Tremonti ad affermare che i fondamentali economici del paese erano sufficientemente solidi. Il rapporto debito/pubblico italiano era sì molto elevato (120%), ma, tutto sommato, lo stesso di 20 anni fa e nel corso della crisi dei subprime l’Italia aveva fatto registrare l’aumento più contenuto, di gran lunga inferiore a quello Usa (dal 60% del 2007 al 105% di oggi). Al netto della spesa per interessi, il rapporto deficit/Pil risultava inferiore a quello francese e inglese e di poco superiore a quello tedesco. Inoltre il tasso d’inflazione era in linea con quello europeo e la disoccupazione ufficiale (sottostimata rispetto a quella reale) pure. Piuttosto, il problema economico dell’Italia risulta la sua bassa crescita, a seguito dell’elevata precarizzazione del lavoro che penalizza i settori a più alto valore aggiunto e la dinamica della produttività e un’eccessiva concentrazione dei redditi che penalizza la domanda interna.
martedì 22 novembre 2011
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