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CONSUMISMO. Obsolescenza programmata, ovvero fabbricare un prodotto con la precisa intenzione di farlo durare poco e alimentare così il consumo: è una pratica nata negli anni Venti, che oggi si è diffusa a tutti i nostri oggetti di uso quotidiano, dai ves

Vi siete mai chiesti perché certi giocattoli si rompono subito? Perché è così faticoso trovare pezzi di ricambio per un elettrodomestico? Perché il computer che avete in casa dopo pochi mesi è già diventato un pezzo da museo? La risposta è più semplice di quanto si potrebbe immaginare, e si può riassumere in due parole: obsolescenza programmata. Questa espressione indica una precisa intenzione nel progettare e costruire oggetti affinché durino poco. Il ragionamento è impietoso ma chiaro: il sistema economico-monetario che regola la nostra società sta in piedi solo se si continua a consumare senza sosta, e per questo occorre crearne il bisogno, la necessità. E cosa c’è di più efficace del mettere a disposizione dei consumatori oggetti pensati e realizzati per rompersi o diventare obsoleti in breve tempo?
mercoledì 2 novembre 2011
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Napoli come Parigi, l'acqua è di nuovo pubblica.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e il Comitato Acqua Pubblica Napoli salutano con gioia e soddisfazione il voto del Consiglio Comunale di Napoli che ha approvato, sostanzialmente all'unanimità, la trasformazione dell'azienda "Arin S.p.a." in “Acqua Bene Comune Napoli”, un ente di diritto pubblico che gestirà le risorse idriche. Si tratta... delle prima effettiva attuazione del voto referendario, e della volontà di 27 milioni di cittadini, in una grande città: a Napoli l'acqua torna pubblica. Si compie il primo, storico, passo verso la ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro paese.
mercoledì 26 ottobre 2011
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Brevetti, patate e broccoli come auto di lusso Le mani delle multinazionali sui prodotti agricoli.

Le grandi aziende internazionali si stanno garantendo l’esclusiva su molti alimenti. Chi vorrà coltivarli sarà costretto a pagare una royalty. Con un effetto inevitabile: l’aumento dei costi per produttori e consumatori. BERLINO - Pomodori, patate, broccoli, ogni altro alimento. Oggi li comprate al negozio, al mercatino sotto casa, al supermarket. Dovrete sempre continuare a farlo per nutrirvi, ovviamente, ma in un futuro prossimo potrà costare più caro a voi consumatori e ancor più caro ai produttori, perché le grandi multinazionali dell’agroalimentare brevettano all’Epo (European patents office, ufficio europeo dei brevetti, sede Monaco di Baviera) queste produzioni, e quindi in sostanza se ne assicurano l’esclusiva. Contro questa pratica, incompatibile con normative e leggi della stessa Ue, si terrà domani alle 11 a Monaco una manifestazione internazionale.
martedì 25 ottobre 2011
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Il diritto alla terra prende voce.

La home page apre con una raffica di notizie che difficilmente troverete sui grandi mezzi di comunicazione. Un video della protesta avvenuta giorni fa in Colombia contro una centrale idroelettrica a El Quimbo. Una testimonianza sullo sgombero forzato della popolazione contadina e indigena nella valle del Polochic in Guatemala. Un servizio su un attivista rurale ucciso in Ecuador. Un reportage filmato su occupazioni di terre promosse dal movimento dei Sem Terra nel Rio Grande do Sul, Brasile. Un altro reportage dalla regione di Atacama, in Cile, sull'impatto delle attività minerarie di Barrick Gold. E avanti così: interviste, testimonianze, dirette radiofoniche, video. Il diritto alla terra «oggi è il principale terreno di scontro sociale e politico in America Latina», dice Ignacio Cirio, giornalista uruguayano, redattore di Radio Mundo Real (www.radiomundoreal.fm) una impresa comunicativa che si occupa appunto della terra e dei suoi protagonisti.
martedì 25 ottobre 2011
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ELIKIA M'BOKOLO · Lo storico africano analizza le conseguenze della situazione in Libia.

«Un punto di non ritorno» I paesi dell'Alleanza pronti a batter cassa presso il nuovo governo libico Intanto c'è chi protesta e chi esulta (Hezbollah in Libano) per la morte del rais «Prima Saddam Hussein, ora Muammar Gheddafi, il messaggio delle potenze occidentali è chiaro: non siete padroni in casa vostra. Dopo quella al comunismo, ora è in corso una guerrra contro i popoli del sud per il possesso delle loro risorse». Così lo storico congolese Elikia M'Bokolo commenta a caldo l'uccisione del Colonnello libico. Nato a Kinshasa nel '44, M'Bokolo ha dovuto abbandonare il suo paese nel '61, dopo l'assassinio del padre dell'indipendenza congolese Patrice Lumumba, e si è trasferito con la famiglia in Francia. Autore di numerose opere sulla storia del continente africano (in Italiano L'invenzione dell'etnia, scritto insieme a Jean-Loup Amselle e pubblicato da Meltemi nel 2008), dirige il Centro per gli studi africani all'École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Lo abbiamo incontrato a Parma, ospite di un seminario organizzato dall'associazione Kuminda e abbiamo discusso di Africa, democrazia e primavere arabe.
domenica 23 ottobre 2011
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La piccola agricoltura familiare può sfamare il mondo.

Gli aiuti di stato sono orientati solo all'esportazione e sostengono un modello di produzione industriale, denunciano i piccoli contadini de La Via Campesina di C. S. Una delegazione di agricoltori de La Via Campesina a Roma per la 37a sessione del Comitato Mondiale sulla Sicurezza Alimentare (CFS) della FAO, ha organizzato una conferenza stampa presentando le sue proposte per risolvere il problema della fame e della sicurezza alimentare nel mondo. La delegazione accoglie con favore la partecipazione strutturale delle organizzazioni della società civile al dibattito in atto presso il CFS. Si tratta di un passo avanti positivo verso una maggiore democrazia e inclusione dei gruppi più colpiti dai fallimenti del sistema alimentare dominante.
sabato 22 ottobre 2011
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Contro le «nuove» piantagioni.

Si chiama «progetto di piantagioni di nuova generazione», ma il nome è ingannevole. Si tratta del progetto promosso dagli enti forestali di alcuni governi (Cina, Svezia e Regno unito), un pool di aziende interbazionali del settore (Forestal Mininco/Cmpc, Masisa, Fibria, Mondi, Portucel, Sabah Forestal Industries, Veracel, Stora Enso, Upm-Kymmene), e sostenuto anche dal Wwf, una delle più note organizzazioni ambientaliste internazionali. Il Ngpp (acronimo di «new generation plantation project») consiste nel definire «pratiche sostenibili» per la gestione di piantagioni, e promuoverle presso le aziende forestali, le autorità governative, gli investitori per «promuovere l'adozione delle migliori pratiche nelle piantagioni forestali»: così si legge sul sito del Wwf. Che argomenta: le piantagioni intensive sono controverse perché distruggono le foreste originarie e altri ecosistemi naturali, oltre ad avere impatti sociali, calpestare i diritti delle comunità locali, e così via, ma non è necessario che sia così, se si adottano pratiche di «foresteria sostenibile».
sabato 22 ottobre 2011
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Land grabbing: il pericolo del nuovo millennio.

Accaparrarsi risorse non illimitate è sempre stata l'ambizione dei grandi gruppi e multinazionali. Dopo le fonti energetiche, ora è la volta dei terreni agricoli. A rischio Africa, Asia e Sud America di T N Sono 227 milioni gli ettari di terra venduti, affittati o concessi in uso in tutto il mondo dal 2001. Una superficie equivalente all'Europa nord-occidentale. Il rapporto “La nuova corsa all'oro”, diffuso da Oxfam, stima le dimensioni mondiali del fenomeno del land grabbing, l'accaparramento incontrollato delle terre effettuato in particolare da investitori internazionali con accordi su larga scala.
sabato 22 ottobre 2011
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Michael Kimmelman: Indignati e Spazio Pubblico.

Dal critico di architettura del New York Times, 16 ottobre 2011, accostamento fra le odierne manifestazioni negli spazi urbani collettivi e una nuova polis nascente (f.b.) Titolo originale: In Protest, the Power of Place – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini Il movimento Occupy Wall Street in costante crescita, coi suoi campi di tende a Manhattan, e oggi anche a Washington, Londra e altre città, dimostra fra le altre cose quanto nonostante i nuovi mezzi di comunicazione siano diventati indispensabili per diffondere la protesta, nulla possa sostituire la presenza fisica nelle strade.
giovedì 20 ottobre 2011
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15 ottobre, le voci negate. Ecco gli interventi che non avete potuto ascoltare: Yvan Sagnet bracciante di Nardo’.

Di seguito l'intervento che Yvan Sagnet, bracciante Nardò, avrebbe dovuto tenere sul palco a San Giovanni alla fine della manifestazione. Vivendo a Torino, quest’estate per potermi pagare le tasse universitarie sono sceso in Puglia a Nardò per lavorare nella raccolta dei pomodori e delle l’angurie. Lì a Nardò ho scoperto un sistema di lavoro molto diverso da quello che ho l’abitudine di svolgere. Ho scoperto il caporalato. Queste persone chiamate caporali ci obbligano a pagare 5 euro di trasporto per portarci a lavorare e ci costringono a pagare 3,5 euro per un panino. Un caporale guadagna in media 5 mila euro al giorno mentre un lavoratore guadagna 25euro al giorno in cui bisogna scaricare i 5 euro di trasporto e i 3,5 euro di panino. Insomma siamo pagati 15 euro per 14 ore di lavoro consecutivo, questo va al di là dello sfruttamento, qui si tratta di schiavitù.
giovedì 20 ottobre 2011
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