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La Xylella ama le strade, detesta i parchi.
Secondo uno studio del Crea, il sistema stradale ha facilitato la diffusione del patogeno, mentre le aree naturali l’hanno ostacolata
Sono state le strade a favorire la diffusione della Xylella. Questa la conclusione emersa da uno studio del Crea, il più importante ente di ricerca italiano dedicato all’agroalimentare. Il sistema stradale infatti ha rappresentato il principale motore di disseminazione della Xylella, mentre al contrario le aree naturali e seminaturali ne hanno ostacolato la propagazione.
Gli studiosi sono arrivati a questa conclusione analizzando i modelli spazio-temporali dell’epidemia di Xylella in Puglia e mettendoli in relazione con le diverse classi di uso del suolo. E’ emerso che la probabilità di infezione in un determinato sito dipende in gran parte dalla tipologia di uso del suolo. La struttura del paesaggio (campagna aperta o città), la distribuzione degli alberi e i flussi di auto, camion o treni rappresentano elementi chiave per la previsione della diffusione della Xylella.
martedì 1 agosto 2023
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L’ipocrisia climatica.
(di Wu Ming - 25 Luglio 2023). Mentre quelli che sono in alto, nelle loro sedi provviste di superimpianti di aria condizionata, ogni tanto fingono di interessarsi della questione climatica, grandinate inaudite e tempeste di acqua devastano territori e uccidono. Decenni di cementificazione sono pronti a presentare in ogni regione il loro salato conto. Un esempio assai significativo di quello che accade, delle responsabilità ma anche delle possibili strade alternative da percorrere subito resta l’Emilia Romagna. Scrive Wu Ming su Giap: “La val padana – cuore pompante del capitalismo italiano, nonché area tra le più inquinate, cementificate e surriscaldate d’Europa – è il territorio che subisce nel modo più spettacolare gli sconquassi del caos climatico. In val padana, l’Emilia-Romagna è la regione più flagellata da eventi «estremi». E non è un caso… Qui da noi si può definire «opera simbolo della transizione ecologica» un’autostrada a diciotto corsie che passerebbe dentro la città… Non può durare. Il vento delle tempeste rimuoverà il velo. Le lotte dovranno fare il resto…” .
Pochi giorni fa si è svolto a Cesena il convegno di Energia Popolare, la «non-corrente» (sic) bonacciniana del Partito Democratico. Tra gli ospiti Romano Prodi, che ha parlato della necessità, da parte del PD, di un «radicalismo dolce». Numerosi gli articoli e i servizi tv – per non dire delle photo opportunities su Facebook e Instagram – dedicati a quest’ennesimo pseudoevento politicante, ovviamente svoltosi in una sala con l’aria condizionata.
Mentre i notabili di Bonaccini – tutti con curriculum ominosi: alfieri della cementificazione, difensori di un’economia ecocida, favorevoli ai rigassificatori e quant’altro – se la cantavano e se l’applaudivano, nel mondo si batteva ogni record di temperatura e aumentava la frequenza di fenomeni estremi e disastri. L’Europa cuoceva a fuoco rapido. Le foreste canadesi bruciavano da mesi. Il fumo faceva tossire persone a migliaia di chilometri di distanza.
In capo a poche ore, sulla stessa Romagna che ospitava il convegno si sarebbe abbattuta, di nuovo, la furia degli elementi. Ma l’aria condizionata dà sollievo, aiuta a non pensare, a continuare col tran tran anche se fuori, letteralmente, si crepa di caldo e le città sono sempre più roventi… anche a causa dei condizionatori.
domenica 30 luglio 2023
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In piena crisi climatica Eni fa causa alle Ong.
Il colosso italiano, anziché concentrarsi sull'abbandono delle fossili, fa causa a Greenpeace e ReCommon.
Nubifragi sul nord Italia, incendi al sud. A Milano strade bloccate e mezzi pubblici fermi a causa di numerosi alberi abbattuti. Cinque morti e danni incalcolabili in tutta Italia. La crisi climatica colpisce duramente il nostro Paese, così come l’Europa e molte altre regioni del mondo. Ed è in questo contesto che Eni, una delle aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, ha deciso di intentare una causa di risarcimento danni per diffamazione nei confronti di Greenpeace Italia e ReCommon.
La “Giusta Causa” di Greenpeace e ReCommon contro Eni
A maggio scorso le due organizzazioni insieme a 12 cittadine e cittadini avevano notificato a Eni l’apertura di una causa civile nei confronti della società «per i danni subiti e futuri, in sede patrimoniale e non, derivanti dai cambiamenti climatici a cui Eni ha significativamente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, pur essendone consapevole». Greenpeace e ReCommon chiedevano anche che Eni fosse obbligata a rivedere la propria strategia energetica per rispettare gli impegni internazionali dell’Accordo di Parigi sul clima. Si tratta della prima climate litigation italiana contro una società privata.
venerdì 28 luglio 2023
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Analfabetismo alimentare: gli italiani comprendono il valore culturale di ciò che mangiano?
Gli italiani comprendono veramente il valore culturale di ciò che mangiano o soffrono di ‘analfabetismo alimentare’? È la domanda che si pone Giovanni Ballarini, in un articolo di approfondimento pubblicato su Georgofili.info, notiziario di informazione a cura dell’Accademia dei Georgofili.
L’analfabetismo alimentare è una piaga dell’odierna società italiana anche perché l’alfabetizzazione alimentare pare un argomento di scarso rilievo al quale pochi s’interessano, se non per lamentarsi della dilagante assenza di cultura degli italiani sul cibo, in cucina e sulla tavola. Secondo una definizione ampiamente condivisa, una persona è alfabetizzata quando ha conoscenze e competenze essenziali, che le consentono di operare pienamente nel suo gruppo e nella sua comunità. Tra i modelli di alfabetizzazione, importante è l’approccio funzionale, per il quale analfabeta non è solo chi non è capace di leggere e scrivere, ma anche chi non capisce quello che ha letto o fatto. L’analfabetismo funzionale in Italia riguarda ben oltre la metà, forse i tre quarti della popolazione, che ha difficoltà a comprendere un testo scritto con un discorso compiuto per il quale si richiede una sia pur minima riflessione e interpretazione. Una condizione poco nota ai più, ma che spiega il successo della comunicazione non scritta, per immagini fisse e soprattutto mobili, o nella quale lo scritto è ridotto al minimo: semplici frasi e non discorsi. Un analfabetismo culturale, che è ben spiegato dalla celebre frase di Eugenio Montale: “Il rapporto tra l’alfabetismo e l’analfabetismo è costante, ma al giorno d’oggi gli analfabeti sanno leggere”.
giovedì 6 luglio 2023
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Ondate di calore urbane e giustizia climatica: cosa succede a Padova?
L’estate italiana del 2022 passerà alla storia per gli eventi estremi che l’hanno caratterizzata: siccità, incendi, esondazioni, fusione accelerata dei ghiacciai alpini. Sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici, già misurabili nell’aumento medio delle temperature globali e locali, di quelle degli oceani, nella riduzione della diversità biologica e nello zero termico che ormai si attesta oltre i 5000 metri di quota. Ne parliamo con Carlo Zanetti, Salvatore Pappalardo e Massimo De Marchi, ricercatori del Centro di Eccellenza Jean Monnet sulla giustizia climatica (Dipartimento ICEA, Università di Padova).
giovedì 15 giugno 2023
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PADOVA - LETTERA APERTA AL SOPRINTENDENTE TINÉ
Ex Caserma Prandina. Legambiente Padova chiede l’intervento del Soprintendente SABAP-Ve-Met Vincenzo Tiné
Dal giugno 2018 il Comune di Padova ha prima ricevuto in consegna dall’Agenzia del demanio e, successivamente acquisito in via definitiva la proprietà di una consistente parte (circa 35.mila mq) dell’ex Caserma Prandina, con l’esplicita finalità, stabilita dalla legge 542 del 10 luglio 1971, di destinarla a parco pubblico.
In realtà il Comune già nel dicembre 2018, in occasione delle festività natalizie, ha attrezzato a parcheggio “in via provvisoria” gran parte delle aree scoperte dell’area acquisita. Una destinazione “provvisoria” che in realtà nei mesi e negli anni successivi è di fatto divenuta permanente, mentre nel contempo nulla si è fatto per recuperare e restaurare gli stabili soggetti a vincolo monumentale o anche solo per metterli in sicurezza arrestandone il degrado ed il possibile crollo.
mercoledì 14 giugno 2023
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IL NOBEL PARISI: “GLI EVENTI ESTREMI DIPENDONO DAI GAS SERRA. SERVE UNA REALE TRANSIZIONE ENERGETICA
(di Alessandra Arachi) -
Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica, ci aiuta a capire? In Emilia-Romagna in meno di due mesi si è passati dall’emergenza siccità alla tragedia delle alluvioni di questi giorni. Cosa sta succedendo? Sono eventi estremi ai quali dobbiamo abituarci. Perché dice che dobbiamo abituarci? Sono eventi che dipendono dai cambiamenti climatici, dall’aumento della temperatura. E noi per combattere questi cambiamenti stiamo facendo davvero pochino. Noi chi? La comunità mondiale. Ma anche noi in Italia.
lunedì 12 giugno 2023
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Analfabetismo alimentare: gli italiani comprendono il valore culturale di ciò che mangiano?
Gli italiani comprendono veramente il valore culturale di ciò che mangiano o soffrono di ‘analfabetismo alimentare’? È la domanda che si pone Giovanni Ballarini, in un articolo di approfondimento pubblicato su Georgofili.info, notiziario di informazione a cura dell’Accademia dei Georgofili.
L’analfabetismo alimentare è una piaga dell’odierna società italiana anche perché l’alfabetizzazione alimentare pare un argomento di scarso rilievo al quale pochi s’interessano, se non per lamentarsi della dilagante assenza di cultura degli italiani sul cibo, in cucina e sulla tavola. Secondo una definizione ampiamente condivisa, una persona è alfabetizzata quando ha conoscenze e competenze essenziali, che le consentono di operare pienamente nel suo gruppo e nella sua comunità. Tra i modelli di alfabetizzazione, importante è l’approccio funzionale, per il quale analfabeta non è solo chi non è capace di leggere e scrivere, ma anche chi non capisce quello che ha letto o fatto. L’analfabetismo funzionale in Italia riguarda ben oltre la metà, forse i tre quarti della popolazione, che ha difficoltà a comprendere un testo scritto con un discorso compiuto per il quale si richiede una sia pur minima riflessione e interpretazione. Una condizione poco nota ai più, ma che spiega il successo della comunicazione non scritta, per immagini fisse e soprattutto mobili, o nella quale lo scritto è ridotto al minimo: semplici frasi e non discorsi. Un analfabetismo culturale, che è ben spiegato dalla celebre frase di Eugenio Montale: “Il rapporto tra l’alfabetismo e l’analfabetismo è costante, ma al giorno d’oggi gli analfabeti sanno leggere”.
martedì 6 giugno 2023
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Fanghi velenosi e narrazioni tossiche: sulle alluvioni in Emilia-Romagna (di Wu Ming).
«Le acque stan via anni e mesi, poi tornano ai loro paesi.»
«L’acqua rosica anche il ferro.»
(Proverbi delle terre del Delta padano)
Mentre, dopo lo shock, ci si rende conto della gravità fuori scala di quel che è accaduto e sta accadendo in Emilia-Romagna, è necessario mettere in fila e smontare le retoriche a cui è ricorsa la classe dirigente della regione dai primi di maggio, fin dalle prime ore di alluvione.
Qui useremo l’espressione «classe dirigente» in un’accezione ristretta, per riferirci ad amministratori e amministratrici del PD.
Certo, in Emilia-Romagna non governa solo il PD, ci sono anche giunte di destra dichiarata, caratterizzate da politiche, superfluo dirlo, bieche. Nello specifico, spargono cemento quanto Bonaccini, Lepore o De Pascale. Del resto, basta vedere la situazione in Lombardia e Veneto, dove governano quasi ovunque. Su quel piano, la sola differenza è che la destra agisce con meno ipocrisia, meno lavaggi-in-verde.
Ad ogni modo, la destra dichiarata in Emilia-Romagna è ancora l’eccezione, mentre il PD è la regola. Oltre a essere forza di pregresso – discende in linea diretta dai partiti (PCI, PDS e DS) che hanno amministrato il territorio per una sessantina d’anni – il PD governa la Regione, il capoluogo di regione con la sua Città metropolitana, sette capoluoghi di provincia su nove con le relative Province, e la maggior parte dei più di trecento Comuni.
Il PD è dunque, senza alcun dubbio, il principale referente politico dell’economia reale emiliano-romagnola. Rappresenta precisi interessi economici, gli stessi che hanno devastato ambiente e territorio con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi.
Per capire il tracollo del “modello emiliano-romagnolo” sotto una distesa di fanghi tossici, è al PD e al suo mondo – il sistema delle cooperative e delle partecipate, il sottobosco di associazioni parapartitiche, gli intellettuali saprofiti, gli alleati-subordinati fintamente «più a sinistra», i «movimentisti» integrati con tanto di centri sociali di sottogoverno ecc. – che bisogna guardare.
È necessario, prima di tutto, smontare un po’ di cornici narrative. Troppo spesso si invoca una «manutenzione» che in realtà è manomissione, e si parla di «messa in sicurezza del territorio» intendendo altre infrastrutture, altri disboscamenti. Si parla di «ripartire», si scaricano le responsabilità su capri espiatori, ci si rifà al «cambiamento climatico» come se si parlasse di una fatalità.
lunedì 5 giugno 2023
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«Anche l'acqua ad uso potabile in Lombardia è contaminata dai Pfas»: l'indagine-denuncia di Greenpeace Italia. I gestori: «Nessun allarme, controllata e sicura».
(di Silvia Morosi – corriere.it - 18 maggio 2023)
Greenpeace ha ideato una mappa delle sostanze chimiche artificiali altamente persistenti negli acquedotti lombardi. Maglia nera alla provincia di Lodi. A Milano poco meno di un campione su tre è risultato contaminato. La replica dei gestori: «Bevete serenamente l’acqua del rubinetto»
Introdotte sul mercato globale a metà del secolo scorso, hanno trovato ampia applicazione perché idrorepellenti, stabili e resistenti alle alte temperature. Una volta disperse in natura, però, sono estremamente resistenti, tanto da essere state definite anche "inquinanti eterni". I PFAS - acronimo inglese di PerFluorinated Alkylated Substances –(https://www.corriere.it/salute/23_maggio_18/pfas-acqua-cosa-sono-perche-sono-pericolosi-22141af4-f54e-11ed-aaca-ae87232f956c.shtml) sono infatti sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate, che contengono almeno un atomo di carbonio. Una nuova indagine di Greenpeace Italia ha mostrato la loro presenza anche nelle acque lombarde destinate al consumo umano. Con conseguenti problemi per la salute (https://www.corriere.it/salute/19_febbraio_28/pfas-rischi-salute-reali-scheda-08274836-3b31-11e9-93f1-9df6eb3103e9.shtml#:~:text=In%20una%20conferenza%20tenuta%20a,fluorurati%20sin%20dagli%20anni%20Sessanta.).
Lo studio è stato condotto grazie a numerose richieste di accesso agli atti (FOIA) indirizzate a tutte le ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e agli enti gestori delle acque potabili lombarde: dei circa 4mila campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018 e il 2022, circa il 19% del totale (pari a 738 campioni) è risultato positivo alla presenza di PFAS. «Un inquinamento che rischia di essere molto sottostimato, se si considera che le analisi condotte finora sono parziali e non capillari. Si può dire, quindi, con certezza che sono migliaia i cittadini lombardi che, dal 2018, hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente PFAS, usata anche per cucinare o irrigare campi e giardini», chiarisce Greenpeace Italia (a questo link è possibile consultare tutti i rapporti di analisi che Greenpeace Italia ha ricevuto da gestori delle acque e ATS nell’ambito di questa inchiesta) (https://greenpeace.it/PFAS_Greenpeace/campionamenti.zip).
venerdì 19 maggio 2023
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