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Discorso di João Pedro Stedile, MST, a Dilma presidente del Brasile.

Trascrizione del discorso di João Pedro Stedile, del MST, durante la riunione tra Dilma e i rappresentanti della società civile su RIO+20 (26 gennaio 2012, Forum Sociale Tematico, Porto Alegre) “Voglio cominciare, in nome dei movimenti sociali delle campagne, ad apprezzare il fatto che la nostra Presidenta abbia scelto Porto Alegre e non Davos. Si è mostrata veramente coraggiosa. Ma il mio compito qui, in nome dei movimenti sociali delle campagne – senza voler rappresentare tutti – è portare alcune idee in questo spirito di dialogo aperto e franco. Prometto di non parlare di riforma agraria, perché è paralizzata, nonostante ci siano ancora 180.000 famiglie accampate sui bordi delle strade, che hanno bisogno almeno di una soluzione umanitaria. Ma siccome il tema qui è Rio+20, noi pensiamo, nel MST, con tutto quello che abbiamo imparato dalla tradizione della lotta socialista e cristiana, che la miglior predicazione è l’esempio. Che il Brasile può guidare un processo internazionale di difesa del nostro pianeta, della nostra biodiversità, se darà l’esempio.
martedì 21 febbraio 2012
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«Quel balzello non va pagato»

Francesco Miazzi spara su una voce della bolletta idrica che «deve essere cancellata». Martedì 21 Febbraio 2012, Non è bastato il referendum del 12 e 13 giugno scorso, con particolare riferimento al secondo quesito dell'acqua, per chiarire una volta per tutte quale sia la volontà popolare in materia di servizio idrico. Nei Comuni della Bassa quasi la totalità dei votanti ha chiesto infatti che dalle bollette dell'acqua venga rimossa la quota relativa alla "remunerazione del capitale investito", esprimendo concretamente la volontà di eliminare gli interessi esistenti negli investimenti in campo idrico da parte delle aziende private. Nella zona del Monselicense l'abrogazione di questa voce si tradurrebbe in un risparmio del 15,23% sul totale di ogni singola bolletta.
martedì 21 febbraio 2012
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Crisi finanziaria e dismissioni terreni pubblici, il senso di un inganno.

In Italia il processo di concentrazione delle terre ha ripreso vigore: l’1% delle aziende controlla il 30% delle terre agricole. Circa 22.000 aziende, con una taglia superiore ai 100 ettari, si spartiscono oltre 6,5 milioni di ettari di superficie agricola, e negli ultimi 10 anni c’è un crollo del numero delle aziende con una taglia sotto i 20 ettari. L’agricoltura familiare, quella con una taglia inferiore ai 20 ettari che è il cuore dell’agricoltura italiana, viene decimata. Sono i dati analizzati dall’ong CROCEVIA, da oltre 50 impegnata nella difesa dell’agricoltura contadina, che lancia il rapporto ‘Terra e agricoltura. Il caso italiano - Land grabbing: case studies in Italy’. A partire dal Censimento agricolo del 2010 prende in esame i processi di concentrazione, controllo, integrazione, espropriazione delle terre. Sottolineando i limiti delle politiche pubbliche e l’erosione della capacità produttiva agricola. E’ di fronte a questa fotografia dell’agricoltura italiana che bisogna analizzare le norme relative alla dismissione dei terreni agricoli demaniali varate dal Governo Monti.
lunedì 20 febbraio 2012
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C’è la crisi? Riprendiamoci la Cassa Depositi e Prestiti.

Non è vero che «i soldi non ci sono». Sono tanti e bastano a invertire la rotta, iniziando a costruire un altro modello sociale, basato sui diritti collettivi L’analisi espressa, con usuale lucidità, da Guido Viale nel suo articolo La Grecia siamo noi» ( il manifesto del 17/2/2011), andrebbe a mio avviso integrata con una riflessione da aprire a tutto campo su come sia possibile finanziare i necessari cambiamenti che volenti perché collettivamente ci riprendiamo in mano il nostro destino – o nolenti – se continuiamo a credere alle favole del governo dei professori dovremo affrontare. A chi continua a ripetere come un mantra «i soldi non ci sono» occorre certo rispondere con l’argomentazione che una diversa finalizzazione della fiscalità generale – drastica riduzione delle spese militari in primis – renderebbe disponibili risorse oggi non utilizzabili. Ma allo stesso tempo occorre contestare l’assunto in quanto palesemente falso. Perché i soldi ci sono, sono tanti e più che sufficienti per invertire la rotta, chiudendo definitivamente con le politiche liberiste e iniziando a costruire un altro modello sociale, basato sui diritti collettivi, sulla riappropriazione sociale dei beni comuni, sulla riconversione ecologica e democratica dell’economia.
domenica 19 febbraio 2012
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Imparare dalla sentenza sull’eternit anche nella DOCG prosecco.

COMUNICATO STAMPA: La sentenza di condanna della Corte di Assise di Torino per le molte morti causate dall’eternit nella zona di Casale Monferrato è una sentenza che denuncia un reato di “disastro ambientale e doloso e omissione volontaria di cautele”. Creare malati futuri non è un'opera meritoria: dopo 30 anni, per la prima volta la giurisprudenza finalmente accoglie e certifica la responsabilità di chi sparge veleni nell'ambiente, anche in modo colposo, ed emette una sentenza di condanna. Questa sentenza può richiamare la situazione ambientale di cui siamo vittime come popolazione che vive nella zona della coltura intensiva della vite. Qui vengono sparse annualmente migliaia di tonnellate di pesticidi tossico nocivi, alcuni dei quali sono riconosciuti cancerogeni, teratogeni e interferenti endocrini, non solo nelle stesse schede di rischio ma anche nei documenti della comunità Europea (vedi allegato Kemi).
mercoledì 15 febbraio 2012
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Non si cresce svendendo le terre comuni. Mobilitazione a Roma il 7 febbraio.

Cresci Italia, questo il nome che accompagna il decreto-legge del 24 gennaio 2012 n.1 con il quale il Governo Monti intende rilanciare lo sviluppo e la crescita economica del nostro Paese. Un decreto legge, ora in conversione, che è all’esame del Senato dove sarà votato in Commissione Industria il prossimo 9 febbraio e che include diverse provvedimenti che investiranno il settore agroalimentare: relazioni di mercato, contratti di filiera, accesso al credito e la dismissione dei terreni demaniali. E’ proprio questo ultimo provvedimento che ci preoccupa. Il decreto prevede l’alienazione in misura stabile dei terreni agricoli demaniali che, tradotto in soldoni, significa la dismissione totale di un patrimonio comune importante come il suolo agricolo nazionale.
lunedì 6 febbraio 2012
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Parola d'ordine: indorare la pillola.

Vent'anni di Berlusconi non passano invano. Ma i ministri di questo governo sembrano aver fatto tesoro di tutti quegli insegnamenti. Almeno sul piano mediatico. Qualcuno dirà: però, questi mica raccontano barzellette... Ammettiamolo: non gli viene bene, ma ci provano. Prendiamo la sortita della ministra Elsa Fornero, ieri, su SkyTg24. «La nostra riforma delle pensioni aiuta i giovani, sottrae loro un onere, quello del debito che era un peso enorme sulle spalle delle nuove generazioni». I «giovani» di oggi, secondo quella riforma, andranno in pensione a 70 anni, con un assegno miserabile. Tra periodi di lavoro precario ‐ per non render loro la vita «monotona», direbbe qualcuno ‐ e altri altamente instabili, avranno infatti un montante contributivo ridicolo. Ma ‐ dice la ministra ‐ avranno «meno debito pubblico sulle spalle». Questo non lo sa nessuno, in verità. Se lo stato italiano governerà una crescita economica sostanziosa e duratura nel tempo, sarà vero. Se ci saranno lunghi periodi di stagnazione o recessione (è già iniziata, e per quest'anno ci resteremo dentro), anche il debito pubblico aumenterà per effetto degli interessi sul debito (la legge dello spread è ferrea) e della spesa «incomprimibile».
domenica 5 febbraio 2012
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Animali “pazzi” di caldo.

QUANDO ai primi di gennaio il dipartimento di scienze mediche e veterinarie di Bologna fu avvertito che sull’Appennino un lupo era stato trovato con la gola squarciata, in un regolamento di conti fra maschi, in un attimo si capì che si era consumato qualcosa di assolutamente nuovo e impressionante. Non c’era mai stato, fino ad allora, nulla di simile in quella stagione. Il tempo giusto era sempre stata la fine dell’inverno. Da che mondo è mondo, i lupi vanno in conflitto allora, per assumere la posizione Alfa di maschio dominante, l’unico ammesso alla riproduzione. Lo fanno d’istinto, perché ingravidare una femmina con troppo anticipo espone i piccoli al rischio della fame. I lupi sanno che la natura non dà cibo all’infinito. Per questo ammettono alla riproduzione un solo maschio del branco. Questo inverno, di colpo, questa precauzione era caduta. Novembre e dicembre erano stati così caldi che i lupi avevano perso le staffe. Scatenavano tempeste ormonali in anticipo di due mesi, esponendo la futura prole al rischio di sterminio. La natura sta vivendo da settimane un mostruoso jet-lag di cui vedremo presto i risultati, se a febbraio e marzo verrà la neve. Non serve nascere quando non c’è cibo.
giovedì 2 febbraio 2012
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Imparare da Oakland 8. Back to the General Global Strike.

Il lancio dello sciopero generale globale il primo maggio 2012, partito da Occupy Los Angeles, sta ottenendo adesioni da parte di molti movimenti Occupy negli Stati Uniti. Pubblichiamo l’appello con cui Occupy Oakland si impegna a partecipare alla costruzione dello sciopero generale perché, come era già emerso il 2 novembre scorso, pensiamo che lo sciopero precario abbia molto da imparare da Oakland. Oakland ci insegna non solo che scioperare si può, ma che per farlo è necessario immaginare modalità nuove di sciopero, attraverso un processo che sappia connettere diverse figure della precarietà, superando le categorie sindacali e le divisioni tra i lavoratori. Accanto alla differenza tra l’1% e il 99% che costituisce il filo rosso dei movimenti Occupy, altre percentuali arricchiscono l’algebra di Occupy Oakland. Per coloro che immaginano lo sciopero precario globale del primo maggio, altrettanto significativo è il fatto che solo poco più dell’11% dei lavoratori negli Stati Uniti siano sindacalizzati. Gli altri sono i migranti, colpiti dal razzismo istituzionale e la cui precarizzazione è una leva per la precarizzazione di tutti, sono le donne, migranti e non, che lavorano nella sfera invisibile del lavoro riproduttivo, sono gli studenti che fanno lavori precari per ripagare il debito che hanno contratto per iscriversi all’università, sono tutti quei lavoratori precari a cui viene chiesta una piena disponibilità con salari sempre più bassi e la costante minaccia del licenziamento. Sono coloro che si assumono la sfida di immaginare una forma nuova di sciopero che sappia bloccare la produzione e i flussi del capitale globale.
giovedì 2 febbraio 2012
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Movimento Sem terra - ABBIAMO BISOGNO DI UNITA’ E DI AZIONI DI MASSA INTERNAZIONALI… per affrontare la crisi capitalista!

1. Il Forum sociale a Porto Alegre. Per 5 giorni centinaia di militanti sociali, organizzazioni e intellettuali si sono riuniti a Porto Alegre per dar vita a numerose discussioni e dialoghi tutti centrati sulla crisi capitalista mondiale e le sue conseguenze su ambiente e popolazioni. L’evento realizzato tra il 24 e il 29 di gennaio non ha avuto la stessa risonanza né la partecipazione di massa di altre occasioni. Non era un Forum mondiale, era solo un forum internazionale, tematico, focalizzato su crisi e ambiente. La partecipazione è stata quindi più militante e rappresentativa. Ci sono state decine di riunioni, laboratori, seminari e discussioni, tra le più diverse reti internazionali e articolazioni sociali. Da qui è scaturita la sua importanza nel continuare a essere uno spazio di esposizione di idee, di discussione e dialogo tra diverse organizzanizzazioni e visioni del mondo. 2. Unità nell’analisi della congiuntura Il risultato del dialogo è che si è trovata una profonda coincidenza nelle analisi e valutazioni tra i più diversi movimenti sociali presenti (di Brasile e America Latina e alcuni europei), intellettuali impegnati con il popolo, organizzazioni della società civile e militanti anonimi, ma molto combattivi.
lunedì 30 gennaio 2012
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