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Veneto City: trionfo del cemento e della vecchia politica.

Cos’è Veneto City? È un colossale intervento di trasformazione territoriale, destinato, secondo le intenzioni degli imprenditori, a essere un “grande polo terziario di scala sovraregionale” in un’area all’altezza delle frazioni di Arino di Dolo e Cazzago di Pianiga. I numeri in gioco della fase 1: superficie territoriale impegnata 715.000 mq, per 500.000 mq di superficie netta di pavimento (Sp), più la piastra che ospita i parcheggi, da destinare a Centri Direzionali e Commerciali, Poli Scientifici e di Rappresentanza, Spazi Espositivi, Strutture Alberghiere e Residence, Strutture Ricreative ed altro ancora.
venerdì 13 gennaio 2012
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TRADIMENTO MONTI - SALVIAMO IL REFERENDUM DELL’ACQUA

Era il 13 giugno , esattamente 7 mesi fa , quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune :”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle cariche dei propri covoni!(Salmo,126) E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto..” (Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre. Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta. E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori.Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua.
venerdì 13 gennaio 2012
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Uno statuto per i beni comuni.

Alla grande tematica dei beni comuni ci si può avvicinare da tanti, diversi punti di vista: fenomenologico e scientifico, attraverso l’ecologia; utilitaristico, attraverso l’economia; funzionale e finalistico, attraverso la sociologia e la filosofia; ideologico, attraversando tutti gli “ismi” di tutti i tempi. Oggi, grazie al lavoro di un gruppo di giuristi che hanno lavorato con Stefano Rodotà nella commissione incaricata dall’ultimo governo Prodi di modificare la parte del codice civile relativa alla proprietà pubblica, tra cui Alberto Lucarelli, professore di Diritto pubblico all’Università Federico II di Napoli e alla Sorbonne a Parigi, possiamo dire che il concetto di beni comuni ha acquisto anche un fondamentale spessore giuridico. Una leva importantissima nelle mani di quanti – movimenti, forze politiche e sindacali, amministratori pubblici – si stanno battendo contro il saccheggio delle risorse naturali, la depredazione dei servizi di pubblica utilità, la privatizzazione dei beni pubblici e devono ora – soprattutto dopo lo stupefacente risultato dei referendum sull’acqua e sull’energia pulita del giugno dello scorso anno - passare ad una fase propositiva, di concreta e praticabile proposta politica. Siamo in presenza del tentativo di tracciare una nuova teoria giuridica (non ancora presente nel nostro ordinamento) relativa ai beni comuni.
venerdì 13 gennaio 2012
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F-35, tutte le bugie del ministro.

«Un ripensamento, ma è un programma di elevato valore operativo che garantirà molti posti di lavoro». Con queste parole il neo ministro della Difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha risposto ad un'interrogazione in merito al controverso programma Joint Strike Fighter F‐35. Un programma che prevede l'acquisto di 131 cacciabombardieri a una cifra di 15 miliardi di euro e una risposta che, per Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca, esponenti della campagna 'Taglia le ali delle armi', «non è una notizia». Perché «ridurre di 20 o 30 velivoli non avrebbe senso», perché i 10 mila posti di lavoro di cui parla il ministro «sono stati smentiti dalla stessa Aeronautica Militare», perché i costi sono ben più alti e Di Paola continua a presentare «dati smentiti dallo stesso Pentagono». Non solo F‐35. Secondo Paolicelli e Vignarca, autori de 'Il caro armato', un testo che cerca di ricomporre un quadro coerente delle spese, degli affari e degli sprechi delle Forze Armate italiane, nel nostro Paese la spesa militare è poco trasparente, non si comprendono le modalità con cui vengono scelti i sistemi d'arma e troppo spesso emergono conflitti di interesse.
venerdì 13 gennaio 2012
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GRECIA, ALLARME SANITA' Introvabili i farmaci di base.

Cittadini della Grecia sempre più nel baratro. Se a dicembre l’allarme riguardava la povertà, che va crescendo a ritmi impressionanti, oggi vengono alla luce le condizioni della sanità.La crisi e' arrivata a un punto tale che in Grecia si fa fatica a trovare anche una semplice aspirina. E c'e' chi deve rinunciare a farmaci di base di cui non dovrebbe fare a meno.
giovedì 12 gennaio 2012
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Cinque domande sulla crisi a Andrea Fumagalli, Christian Marazzi e Carlo Vercellone.

L’approfondimento della crisi, con le sue devastanti conseguenze sociali, continua a spiazzare consolidati paradigmi interpretativi. Ne risultano non soltanto la bancarotta della scienza economica mainstream, ma anche inedite sfide per quanti hanno continuato in questi anni a praticare in forme originali la critica dell’economia politica. In questione, sempre più chiaramente, ci sembra essere proprio il rapporto tra le categorie economiche e le categorie politiche. Per aprire la discussione all’interno del sito di UniNomade abbiamo rivolto cinque domande ad Andrea Fumagalli, Christian Marazzi e Carlo Vercellone. Presentiamo di seguito le risposte di Andrea e di Christian, in forma di dialogo. Carlo ha svolto alcune riflessioni sull’insieme dei temi da noi proposti: le si possono leggere in conclusione. (a cura di SANDRO MEZZADRA e TONI NEGRI)
martedì 10 gennaio 2012
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Viaggio in Argentina: la ripresa è possibile invertendo rotta.

Argentina: la ripresa economica è passata per la riappropriazione dello stato sociale e della sovranità monetaria. Riuscirà la cura Monti a risollevare la malridotta economia italiana? Ci salveremo dalla peggior crisi economica mai piombataci addosso oppure siamo solo agli inizi? E l’Europa ne uscirà più unita o più frammentata? L’euro reggerà il colpo? E le banche? E i cittadini? Migliaia di domande come queste affollano le menti degli italiani, le loro conversazioni a tavola e nei bar, i blog, i forum. Una convinzione piuttosto diffusa è che la crisi economica sia qualcosa di incontrollabile, un processo che una volta iniziato, alla stregua di una fusione nucleare, è impossibile da fermare. Altra convinzione che si sente più volte ripetere, come un mantra, è che le misure della exit-strategy proposta da Monti sono “le uniche possibili”, che il rigore e l’austerità sono inevitabili. Queste convinzioni finiscono per legittimare le posizioni dei poteri dominanti e per farci abbandonare ogni battaglia in virtù di un bene e di una coesione nazionale superiori. Idee del genere sono del tutto infondate. La crisi e le sue evoluzioni sono il risultato di precise politiche economiche decise a livello mondiale ed europeo. Basta dare uno sguardo ad altri paesi, seguire altri esempi, per accorgersi che politiche diverse conducono a risultati opposti; che è possibile uscire dalla crisi senza passare per misure economiche restrittive.
lunedì 9 gennaio 2012
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Spaghetti ‘western’ al diserbante. Di che grano è fatta la nostra pasta?

Il successo della pastasciutta ha promosso la coltivazione del grano duro anche in luoghi molto diversi dall’area mediterranea, per clima e tecniche colturali. In paesi come gli Usa e il Canada gli agricoltori trattano con un diserbante micidiale come il Round Up della Monsanto le colture di grano duro, appena 10-15 giorni prima del raccolto. Gli italiani sono ancora grandi mangiatori di spaghetti, rafforzati, nelle loro scelte alimentari, dai riconoscimenti che nutrizionisti di tutto il mondo tributano alla dieta mediterranea. Il grano duro, che ne è l’esclusivo ingrediente, viene tradizionalmente coltivato nei paesi mediterranei, che sono anche l’areale d’origine della varietà. Ma il successo della pastasciutta e la crescente richiesta di grano duro ha promosso la coltivazione di questo cereale anche in luoghi molto diversi per clima e tecniche colturali.
lunedì 9 gennaio 2012
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VENETO Sanità, il tramonto del modello Tosi.

Il sindaco di Verona controlla ospedali e Usl, nomine e appalti. Ma il presidente della Regione Zaia taglia le spese pubbliche e favorisce l'assistenza privata Il tramonto politico del ciellino Roberto Formigoni è coinciso con l'implosione del «celeste» modello sanitario in Lombardia: dal crac del San Raffaele al sistema della Fondazione Maugeri (peraltro, con succursale a Padova). A nord-est, anche l'altra faccia della sussidiarietà ospedaliera apre una vistosa crepa nell'eredità che Pdl&Lega hanno raccolto dal doge Giancarlo Galan. Politicamente, la sanità veneta del Duemila è governata da Flavio Tosi. Assessore regionale più che sensibile alle ambizioni della sua Verona, il sindaco lighista ha continuato a controllare ospedali e Usl, appalti e nomine, spese e investimenti per interposta persona. A Leonardo Padrin (ex Dc doroteo, traslocato nel Pdl via Forza Italia, un passato da presidente della Compagnia delle Opere) restano le briciole: presidente della Commissione Sanità, applica il consociativismo con le diverse anime del Partito democratico e l'Udc di Toni De Poli.
venerdì 6 gennaio 2012
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Ugo Mattei: Contro l'ideologia delle liberalizzazioni.

Incurante dei referendum, il governo dei professori avanza nella battaglia contro le «lobby» che frenerebbero il libero mercato. Bisogna rompere l'egemonia di una cultura che fa presa anche a sinistra. E dire che non tutto può essere piegato alle esigenze della crescita e della produzione Con una mancanza di fantasia e di senso della realtà davvero sconcertante, il governo tecnico dichiara di voler incardinare la fase 2 della sua azione sulle liberalizzazioni. Fra i massimi responsabili della crisi globale e del degrado italiano, ai soliti notai e taxisti romani, si aggiungono così, con Repubblica in prima fila, anche i farmacisti, gli avvocati, gli edicolanti.
sabato 31 dicembre 2011
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