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Un’altra economia per una nuova Europa.
Una classe dirigente inetta, incolta, arrogante, asservita sta portando alla rovina l’Europa e con essa le principali conquiste che il movimento operaio e la cultura democratica avevano realizzato nel corso di un secolo. Contrattazione collettiva, pieno impiego, diritti sindacali, sanità, pensione, istruzione, ricerca e cultura come diritti universali: promossi per il bene di tutti e non nel solo interesse di chi li paga o ne beneficia. La combinazione di tante manchevolezze nelle nostre classi dirigenti è riconducibile all’adesione, per molti esplicita e per gli altri sottintesa alla teoria liberista che affida il governo della società al mercato. Anzi, ai mercati.
Quei mercati sempre meno identificati come un sistema di relazioni tra soggetti indipendenti e sempre più come un insieme di potenze imperscrutabili nelle cui mani è riposto il destino del mondo. Sotto la copertura di questa pseudoteoria che ha impregnato di sé i vertici di imprese, istituzioni finanziarie, governi, partiti e mondo accademico si sono andati realizzando, nel corso dell’ultimo trentennio, l’asservimento totale della vita di intere popolazioni e dei loro governi, da un lato, al potere della finanza (e un gigantesco trasferimento di risorse dal lavoro al capitale) e, dall’altro, a uno spirito proprietario (condito di nazionalismo e razzismo: «padroni in casa nostra») che quelle stesse classi dirigenti sono andate diffondendo per fidelizzare il loro elettorato.
mercoledì 25 luglio 2012
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Boicottare la Barilla è una cosa saggia.
BARILLA non è più italiana ma americana e usa grano con tassi di
micotossine altissimo (ammuffito), derivante da lunghi stoccaggi al
prezzo più basso possibile.
L'UE nel 2006 ha alzato con un colpo di mano i livelli accettati
di micotossine presenti nel grano duro, di modo che tanti paesi potranno
produrre grano duro in climi non adatti badando solo alla quantità,
distruggendo i contadini del sud Italia il cui grano non contiene
micotossine e portando al fallimento le industrie sementiere mediterranee.
mercoledì 25 luglio 2012
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No TAV - «Gli scontri? C’era anche gente della valle».
Intervista a Sandro Plano , presidente della comunità montana: «Prendo le distanze dalla violenza ma non è quello il problema» Dopo le violenze di sabato notte davanti al cantiere sono settanta gli attivisti ricercati dalla polizia
Che fine ha fatto il movimento? Sembra che il lavoro di questi anni sia stato messo da parte per lasciare la scena agli scontri con la polizia.
«Il movimento no tav è vivo è vegeto, nel senso che non è un movimento di violenza se è questo che intende. Il movimento no tav è costituito da più componenti: quella degli amministratori, che siamo noi, la componente dei tecnici e ricercatori del Politecnico, la componente della valle, quella giovanile, gente che arriva da fuori». Sandro Plano è il presidente della comunità montana della val di Susa. No tav convinto, ha rischiato, proprio per le sue posizioni, di essere espulso dal suo partito, il Pd. Per gli scontri di sabato notte, sono 70 i no tav ricercati dalla polizia.
martedì 24 luglio 2012
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Gioventù bruciata e classe operaia all’inferno.
Nel suo rapporto sulla povertà, Istat ci dice che quella relativa (che si verifica quando una famiglia di due persone ha un reddito mensile spendibile inferiore a 1.011 euro) è sostanzialmente stabile. Già sarebbe un dato pessimo, ma l’istituto statistico ci avverte che si tratta di una media derivante dal migliore andamento delle famiglie di impiegati e dirigenti e dal netto peggioramento di quelle operaie. Così un’area di 8,1 milioni di persone pari all’11,1% dei nuclei familiari si trova in condizione di povertà relativa, mentre 3,4 milioni di questi cittadini hanno varcato la soglia della povertà assoluta.
Tra questi aumentano di un punto in percentuale in più rispetto all’anno scorso, le famiglie operaie. Le cause di questa falcidie dei redditi operai sono più d’una. Anche dove il lavoro è stato mantenuto, il reddito – già inferiore all’aumento della produttività – è decurtato dall’aumento della cassa integrazione e dal crollo del lavoro straordinario (che Sacconi voleva incentivare…).
martedì 24 luglio 2012
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«Rifiutiamo la svendita dei beni del Comune di Torino».
La svendita dei beni del comune di Torino sembra non fermarsi nemmeno di fronte alla sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 4 della finanziaria-bis del 2011 sulla privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali.
Ieri il consiglio comunale doveva votare la messa a gara di Amiat e Trm, società partecipate dal comune che si occupano di igiene urbana, raccolta e smaltimento dei rifiuti. La decisione è stata rimandata a mercoledì, ma non tanto per un ripensamento della giunta guidata da Piero Fassino, quanto per l'ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle.
martedì 24 luglio 2012
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Alberto Perino : «Missione compiuta, abbiamo rotto recinzioni e bucato il cemento».
Lo storico leader dei movimenti contro il Treno ad alta velocità Torino-Lione sconfessa i media sui tafferugli di sabato notte: «Missione compiuta, abbiamo rotto recinzioni e bucato il cemento». E la nonviolenza? «Punterò il dito contro i violenti solo quando gli agenti la smetteranno con gli abusi».
I sassi, i petardi (leggi ‘bombe-carta’) da una parte, i lacrimogeni dall’altra, contusi e feriti da entrambe le parti, manifestanti No Tav e agenti di Polizia (ne ha fatto le spese anche il capo della Digos Giuseppe Petronzi, colpito in testa da un petardo): in Val Susa la notte di sabato 21 luglio ha seguito un copione purtroppo già scritto. Il giorno dopo, come in altre occasioni, dal mondo politico si sono levate denunce, strali, prese di distanza bipartisan. I media più influenti, tutti concordi sulla dinamica dei fatti: i militanti dei centri sociali, venuti anche dall’estero, hanno fatto tutto da soli, delegittimando l’ala storica della galassia di realtà No Tav, composta da donne e uomini della valle.
lunedì 23 luglio 2012
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Anche la Germania felix scricchiola. La frenata globale si fa sentire sulle trimestrali.
BERLINO - Gli anni delle vacche grasse minacciano di finire anche per il made in Germany e i suoi colossi campioni di export globale. Colpa della crisi dell'euro e soprattutto della crisi dei paesi deboli dell'eurozona, e poi in second'ordine anche del rallentamento della crescita cinese. Non sono accuse antitedesche di qualche politico radicale greco o spagnolo: la notizia è sparata bella grossa, in apertura del dorso economico, dall'autorevole e insospettabile Die Welt, quotidiano liberalconservatore e molto filogovernativo. Il fatto che la crisi dell'euro dura molto più del previsto, e ciò in contemporanea con il relativo indebolimento della congiuntura cinese, scrive Die Welt nel suo lungo reportage-inchiesta, ormai rendono la vita difficile anche all'industria tedesca. Molti bilanci trimestrali, attesi da parte dei big del made in Germany nei prossimi giorni e settimane, potrebbero riflettere questa spiacevole realtà e quindi fornire cifre peggiori rispetto alle aspettative di azionisti, investitori e mercati.
lunedì 23 luglio 2012
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L’Aquila, “frode nei materiali” nella new town di Berlusconi: “Antisismicità a rischio”.
La “new town” sorta nei pressi dell’Aquila per ospitare gli sfollati del terremoto che colpì l’Abruzzo nel 2009 è stata costruita senza rispettare le norme antisismiche. O meglio sono stati installati isolatori antisismici (i dispositivi che servono a isolare le parti portanti degli edifici dagli effetti dei terremoti, posti sotto le piastre di cemento armato) costruiti con “materiali diversi da quelli offerti in gara” e delle “criticità ai fini del funzionamento e della sicurezza”. E’ quanto scrivono i consulenti tecnici d’ufficio nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal giudice Marco Billi sul Progetto Case, le abitazioni provvisorie assegnate dalla Protezione civile ai terremotati dell’Aquila, inaugurate in pompa magna dall’allora premier Silvio Berlusconi.
lunedì 23 luglio 2012
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La Bolivia di Evo Morales mette al bando la Coca-Cola. Segna l'inizio simbolico della "cultura della vita".
Dal prossimo ventuno dicembre la Coca-Cola sarà bandita in Bolivia per essere sostituita dalla "Mocochinche", bevanda tradizionale a base di nettare di pesca. Per il governo sarà "la fine dell'egoismo e della divisione".
"Il 21 dicembre 2012 segnerà la fine dell'egoismo e della divisione". Cion queste parole David Choquehuanca, Ministro degli Esteri boliviano, ha spiegato il motivo per cui il governo di La Paz abbia scelto proprio il ventuno di dicembre come data in cui la Coca-Cola non sarà più venduta.
Si tratta di un simbolico passaggio di consegne tra la "fine del capitalismo" e l'inizio della "cultura della vita". Già lo scorso anno è stata lanciata la "Coca-Colla", bevanda locale che imita il prodotto statunitense nel nome e nei colori dell'etichetta. Inoltre in Bolivia, la Coca-Cola è sottoposta a rigidi controlli fiscal per verificare eventuali irregolarità dal punto di vista contabile e sfruttamento illecito degli operai.
domenica 22 luglio 2012
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La marcia dei disoccupati a Madrid.
Prima i pubblici funzionari e gli studenti, poi i minatori e infine (ma non è certo finita qui) i disoccupati. Ieri a Madrid è toccato a questi ultimi, schiacciati da un tasso record (il 24% degli spagnoli non ha lavoro) riempire le strade per protestare contro le politiche dei austerità messe in campo dal governo conservatore di Mariano Rajoy e chiedere un «cambio nella gestione politica». Appuntamento a Puerta del Sol per accogliere le centinaia di disoccupati in marcia da un mese, arrivati nel pomeriggio nella capitale. Il corteo che doveva partire alle 16,30 si è mosso solo tre ore più tardi.
domenica 22 luglio 2012
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