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Il maquillage della logistica e il colpo a segno delle lotte.
Le lotte nella logistica mettono a segno un nuovo colpo. E questa volta non si tratta di una vertenza andata a buon fine in uno dei tanti magazzini dove blocchi e picchetti stanno, da qualche anno, imponendo nuove regole e garanzie contrattuali. Questa volta il colpo messo a segno riguarda il settore nel suo insieme e ha messo in discussione l’accordo sottoscritto nel mese di luglio dai confederali con Fedit (Federazione Italiana Trasporti), l’associazione di categoria. Un accordo fortemente contrastato dai lavoratori e dai sindacati di base che stanno conducendo la lotte nel settore, cioè S.I. Cobas e Adl Cobas. “Si tratta – precisa Aldo Milani Coordinatore nazionale S.I. Cobas – di un accordo funzionale al processo di ristrutturazione che sta interessando il settore. Riguarda il fatto che i grandi marchi della distribuzione privilegiano, complice il debole sistema di infrastrutture nel paese, il ramo internazionale a discapito di quello domestico”. L’accordo di luglio sarebbe in questo senso il via libera a un rampante processo di snellimento del ramo domestico della logistica di distribuzione, dove ormai è soprattutto SDA, partner di Poste Italiane, a farla da padrone. La partnership SDA/Poste Italiane ha infatti determinato una sorta di concentrazione monopolistica che permette consistenti ribassi sui costi di distribuzione. Dove SDA riesce a lavorare un collo al costo di 1,80 euro (rispetto ai 2,00 euro di qualche anno fa) gli altri corrieri hanno oggi raddoppiato i costi raggiungendo i 4 euro per collo. Non potendo più puntare sulla quantità per il conseguimento dei propri utili, puntano a migliorare il servizio. I costi lievitano, i clienti più grossi si rivolgono altrove e tutta l’infrastruttura delle distribuzione domestica va in esubero: un costo da snellire se non azzerare. Ad esempio, prosegue Milani, “la TNT ha già in mente di smantellare-ristrutturare una cinquantina di piccoli hub da 10/20 dipendenti e si apprestava a farlo anche in quelli più grossi. Dove però siamo presenti e siamo fino ad ora riusciti a bloccare il processo”.
giovedì 2 aprile 2015
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Contro Renzi, contro Expo: verso la mobilitazione di Milano.
Il primo maggio, a Milano, scenderà in piazza la parte del paese disposta a contrapporsi a questo stato di cose fatto di disoccupazione, precarietà, sfruttamento e assoggettamento dei territori. Scenderà in piazza chi non considera Expo 2015 un’opportunità per i milanesi o per l’Italia, ma l’ennesima operazione speculativa e propagandistica grazie a cui un’intera area metropolitana è attualmente sotto attacco e assedio da parte di un capitalismo spettacolare e violento, selvaggio e parassitario. Dietro la facciata di una fiera internazionale sull’alimentazione e sul cibo (oltre a celarsi la sottomissione dell’alimentazione e dei cibi alla logica dell’impoverimento merceologico e dello sfruttamento costante del lavoro e del corpo umano) si cela il meccanismo oliato della spartizione di denaro pubblico tra oligarchie imprenditoriali che da decenni devastano città e territori in nome della misteriosa necessità di “grandi opere”, infrastrutture e “grandi eventi” esiziali per lo sviluppo/rinascita della nazione.
mercoledì 1 aprile 2015
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Semi: 84 000 varietà lasciate morire a Bari. (n.d,r. però l'agroindustria promuove L'EXPO... per nutrire il mondo!)
A Bari c'è una Banca a rischio. Una banca più importante di quelle finanziarie. Contiene infatti oltre 84.000 specie di semi di origine antica, una varietà genetica che non è solo testimonianza, ma è una risorsa per il futuro dell'agricoltura. Secondo il dr. Pietro Perrino del Cnr, e con lui altri ricercatori, c'è in gioco il futuro della nostra agricoltura. Dopo il sequestro da parte della procura, non c'è stata la riparazione degli impianti. E alcune voci, non verificate, dicono che oggi a Bari stiano provvedendo a bruciare i semi per evitare controlli che svelerebbero la cattiva conservazioni del germoplasma.
La banca dei semi di Bari è l'unica in Italia, la seconda in Europa e tra le prime dieci nel mondo su un totale di 1470. Conserva 84.000 accessioni (campioni) di germoplasma, appartenenti a più di 60 generi e più di 600 specie di piante coltivate e specie selvatiche affini (parenti strette di quelle coltivate), minacciate da erosione genetica e/o estinzione.
martedì 31 marzo 2015
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L'Europa dice addio alle quote latte.
Dopo 32 anni cessano i vincoli imposti dall'Unione Europea alla produzione e l'Italia è costretta a fare i conti con agricolture molto più forti e competitive come quelle di Germania, Polonia o Olanda. Il rischio è di rimanere travolti, anche perché il bilancio lasciato in eredità dalle politiche di controllo è pesantissimo: multe per 4,4 miliardi di euro, un numero di produttori ridotto ad un sesto rispetto agli anni '90 e l'insanabile rottura tra chi ha versato fino all'ultimo euro e chi ha sempre fatto il furbo (n.d.r. gli autori intendono riferirsi agli allevatori che pur lottando contro il regime delle quote hanno sempre fatturato ogni goccia di latte munto!!). "Ma chi non ha rispettato le regole pagherà", assicura il ministro Martina in un'intervista a Repubblica.
(inserto tratto dal Corriere della Sera: dal nostro inviato ALBERTO D'ARGENIO e di LUCIANA GROSSO e SOFIA MASELI. Videointervista di ROSARIA AMATO. Con un commento di CARLO PETRINI).
martedì 31 marzo 2015
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EXPO 2015: L’INACCETTABILE KERMESSE DELL’INSOSTENIBILITA’
Aldilà della retorica istituzionale, Expo 2015 rappresenta la più chiara manifestazione di un modello di
sviluppo insostenibile. Nonostante l’obiettivo di voler nutrire il pianeta, la filosofia che ha ispirato e ha dato
gambe a tutta la kermesse riprende e rilancia un sistema agroalimentare incapace di rispondere alle
esigenze di sovranità alimentare, di equo accesso ad un’alimentazione di qualità, di sostenibilità
ambientale davanti alle grandi crisi ecologiche del nostro tempo.
Proprio per questo, come organizzazioni e reti della società civile delle più diverse provenienze,
denunciamo questo tentativo di manipolazione chi attraverso il quale, istituzioni come imprese private,
cercano di rinnovare l’immagine di un sistema strutturalmente insostenibile.
lunedì 30 marzo 2015
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Infranta nuovamente la segretezza dei negoziati commerciali. WikiLeaks diffonde il capitolo segreto del trattato fratello del TTIP che dà potere assoluto a imprese e multinazionali a scapito dei cittadini.
Grazie a WikiLeaks è di dominio pubblico il capitolo sugli investimenti del TPP, l’accordo transpacifico di libero scambio fratello del TTIP. Contiene clausole che mettono in pericolo il processo democratico e la vita dei cittadini, e saranno inserite anche nell’accordo transatlantico
E’ di pochi giorni fa la diffusione di un nuovo testo sugli investimenti da parte di WikiLeaks che riguarda i negoziati segreti dell'accordo commerciale transpacifico, un vero e proprio negoziato fratello del più conosciuto TTIP.
La data in cui è stato redatto il documento è il 20 gennaio 2015. Ma chissà quando ne saremmo venuti a conoscenza se non fosse stato per la fuga di notizie. Infatti, come si può leggere nella prima pagina, il testo doveva restare segreto per quattro anni dopo l'entrata in vigore dell'accordo TPP e, se questo non fosse andato a buon fine, per quattro anni dalla chiusura dei negoziati.
domenica 29 marzo 2015
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Il “regime” Monsanto: la multinazionale che si permette di dichiarare guerra a Iarc e Oms.
Lo Iarc attesta che il glifosato è un probabile cancerogeno e la Monsanto, che il glifosato lo utilizza per produrre l’erbicida RoundUp, dichiara guerra a Iarc e Oms mettendo in dubbio il rapporto pubblicato dell’Agenzia per la ricerca sul cancro e lanciando un messaggio che suona minaccioso: «L’Oms ha qualcosa da spiegare».
giovedì 26 marzo 2015
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La Monsanto dichiara guerra all'Oms sulla pericolosità del glisofato e bara anche sulla classificazione.
È guerra tra la multinazionale Monsanto e l’Organizzazione mondiale della sanità, dopo l’annuncio dell’inclusione del glifosato, un diserbante di cui la società possedeva il brevetto fino al 2001, tra le sostanze classificate come probabilmente cancerogene. La decisione è arrivata negli scorsi giorni, con la pubblicazione di uno studio dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) (presente per ora anche su Scribd), un panel di esperti che valuta per conto dell’Oms le conoscenze scientifiche disponibili sui rischi che una determinata sostanza possa provocare l’insorgenza di tumori.
mercoledì 25 marzo 2015
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L’acqua è un bene comune? Sì, ma non in Italia.
(di Marco Schiaffino) - Premessa: in questo blog dovrei parlare di tecnologia. Una volta all’anno, però, mi prendo una licenza e tratto di un tema che mi è caro e per il quale ho speso un po’ di anni della mia attività: l’acqua. Quell’acqua che, secondo tutti, sarebbe un diritto e un bene comune. Ma non in Italia.
lunedì 23 marzo 2015
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Negli USA la mela canadese OGM che non marcisce.
La società canadese Okanagan Specialty Fruits Inc, dopo averla selezionata, ha ottenuto la licenza per mettere in commercio negli Stati Uniti una mela OGM che non marcisce, battezzata mela artica Okanagan: Artic. Il via libera è arrivato dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti e ha subito sollevato allarme nelle associazioni dei consumutaori e degli ambientalisti americani.
domenica 22 marzo 2015
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