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La Val di Susa non ci sta.
No Tav. Il giorno dopo gli scontri di Chiomonte, la tensione rimane altissima e la versione del movimento non combacia con la vulgata mainstream
«Eravamo 60mila non 6 o 7 mila, qui black bloc non se ne sono visti, hanno sparato ad altezza d'uomo, ci siamo difesi con la resistenza popolare»
CHIOMONTE.La valle non ci sta. Non ci sta a passare per violenta. «Violenti sono loro, i poliziotti» dicono i No Tav. «I black bloc? Sono una balla inventata dai media. La gente si è difesa come ha potuto dai lacrimogeni proibiti e dai manganelli delle forze dell'ordine. Ci hanno gasato per ore. Sparavano da tutte le parti, dall'alto e ad altezza uomo, pure proiettili di gomma».
martedì 5 luglio 2011
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Ma Gandhi oggi sarebbe un NO TAV?
Per orientarci nella risposta, ricordiamo alcune delle sue più note riflessioni:
“Lo stato, nel passaggio alla società senza stato, sarà una federazione di comunità democratiche rurali nonviolente e decentralizzate. Queste comunità si baseranno sulla “semplicità, povertà e lentezza volontaria” cioé su un tempo di vita coscientemente rallentato, nel quale l’accento sarà posto sull’autoespressione, attraverso un più ampio ritmo di vita, piuttosto che attraverso più veloci pulsazioni nell’avidità e di lucro.” (Citato da Aldo Capitini, Educazione Aperta, La Nuova Italia, Firenze 1967, vol.I, p. 172.)
sabato 2 luglio 2011
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Alta velocità – Altissima fregatura
Scrivo a tutti coloro che mi hanno conosciuto, e che hanno conosciuto l’associazione Materya, e il suo impegno per l’ambiente.
In Val di Susa c’è una guerra. E nessun telegiornale sta dicendo la verità.
Una popolazione locale sta tentando di opporre resistenza alla costruzione di un’opera voluta da lobbies finanziarie, sostanzialmente inutile, destinata al trasporto delle merci (non è alta velocità.. per chi ancora non lo sapesse!), dal costo pari a tre volte il ponte di messina. TRE VOLTE il costo del PONTE DI MESSINA.
Cito inchieste del Politecnico di Torino e Milano, e dati estratti dalla trasmissione Report (Rai tre) e da una bellissima trasmissione andata in onda alcuni mesi fa su La 7.
sabato 2 luglio 2011
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Tav, il futuro non passa da quella linea.
Caro Direttore, Poche ore prima dell’«apertura» del cantiere a Chiomonte abbiamo organizzato un appello alla politica e alle istituzioni per evitare, in Val Susa, l’uso della violenza. L’appello non è stato accolto ed hanno vinto fin qui le ragioni della forza.
Ma la partita non finisce qui. Il movimento No Tav, radicatissimo in Val Susa e sempre più rappresentativo del clima culturale nuovo che si respira nel Paese, continuerà a fare la sua parte. Lavorare in queste condizioni avrà costi sociali insostenibili. Da giuristi e cittadini riteniamo quindi doveroso continuare a difendere le ragioni del buon senso e delle generazioni future contro la legge del più forte. A tal fine poniamo alcune domande circa il progetto Tav concepito oltre vent’anni fa per assecondare un modello di sviluppo che, col voto referendario, una maggioranza del Paese ha detto di voler ripensare.
venerdì 1 luglio 2011
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Sostegno al Movimento No-Tav.
I fatti degli ultimi giorni ci hanno fatto ritenere di ribadire il nostro appoggio alla protesta contro la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione.
Il circolo MDF di Torino, attraverso alcuni dei suoi soci, è rimasto domenica notte al presidio della Maddalena fino a che i lacrimogeni lo hanno permesso, ma già nel passato non aveva fatto mancare il suo apporto, nella manifestazione del 23 gennaio 2010 a Susa, in alcune serate trascorse al presidio di Sant’Antonino di Susa e nell’organizzazione di una conferenza dal titolo “DecresciTav” in cui si esponevano i motivi per il “no” alla costruzione di questa infrastruttura in riferimento al pensiero della Decrescita.
In questi momenti nei quali prevalgono il “gossip”, il conteggio dei feriti e le polemiche politiche, questi motivi vanno ribaditi e inquadrati in un contesto più ampio.
giovedì 30 giugno 2011
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La soia irresponsabile.
Vera e propria pubblicità ingannevole. Un gruppo di imprese multinazionali dell'agro.business (Monsanto, Bp-Gargill, Unilever) e la catena di supermercati Ahold sono riusciti la settimana scorsa a collocare sul mercato 218.000 tonnellate di soia transgenica della brasiliana Maggi, dichiarandola e certificandola come «soia responsabile». I semi saranno comprati da Unilever e da un gruppo di imprese olandesi di alimenti dietetici e altre di alimenti per animali.
Gli standard per definire «sostenibile» la soia in questione sono dettati dalla «Round Table on Responsible Soy» (Rtrs, o «tavola rotonda sulla soia responsabile»), un gruppo imprenditoriale finanziato dal governo olandese fin dal 2005 (www.responsiblesoy.org), che promuove la coltivazione di soia transgenica su 224.000 ettari in Bolivia, Brasile, India, Argentina e Paraguay.
giovedì 30 giugno 2011
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FREEDOM FLOTILLA
Se l’anno scorso la freedom flotilla partiva accompagnata dalle parole dei genitori di Rachel Corrie, quest’anno ad accompagnare le navi in partenza per Gaza è la lettera dei familiari di Vittorio Arrigoni: l’augurio rivolto alla Flotilla è di arrivare sana e salva in porto per testimoniare al popolo di Gaza che la dichiarazione dei diritti universali dell’uomo vale anche in quella terra, dove troppo spesso “l’altro mondo” ha scelto di stare dalla parte dell’oppressore e non da quella dell’oppresso. Con i versi di Withman “O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è finito…”.
Egidia Beretta, Ettore e Alessandra Arrigoni augurano buon vento, con Vittorio nel cuore, alla Flotilla Stay Human.
giovedì 30 giugno 2011
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ASSASSINIO IN VAL SUSA.
DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebleker
In questo blog, non siamo antimilitaristi, nel senso di coloro che se la prendono con la truppa e assolvono i generali. Gli assassini non sono giovani carabinieri confusi, alla guida di mezzi di guerra ingestibili.
Gli assassini sono tutti, tutti coloro che hanno voluto l’attacco armato alla Val Susa. Sapendo che negli attacchi armati, è normale che si uccidano non solo i paesaggi e i luoghi, ma anche le persone.
La donna assassinata si chiamava Anna Recchia, aveva 65 anni. E nessuna pagina su Facebook, credo.
giovedì 30 giugno 2011
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Costituzionalizziamo i beni comuni.
E ora una costituente per i beni comuni. L’avevano proposta Mattei e Lucarelli prima dell’esito dei referendum, l’ha rilanciata Petrella, l’hanno raccolta Massimo Rossi e Paolo Ferrero e non vedo chi non potrebbe aderirvi. Il luogo giusto per scriverne a più mani il manifesto potrebbe essere proprio Genova a fine luglio, nel decennale di un movimento che, come si è visto il 13 giugno, ha saputo scavare in profondità, sotto la gittata dei radar dei mass media, sotto il palcoscenico del teatrino della politica, non visto nemmeno dai più attenti cultori dei movimenti rivoluzioni.
martedì 21 giugno 2011
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I crimini in Para' sono frutto dell'impunità. Intervista a Dom Pedro Casaldaliga.
Qual è il significato del duplice assassinio in Pará? La morte di José Claudio e di Maria do Espírito Santo non è un fatto isolato. E’ un nuovo episodio della guerra nelle campagne. E’ frutto della impunità e della corruzione significative soprattutto nel Pará, campione della violenza nelle campagne, in disboscamenti e incendi.
Qual è la situazione dei conflitti agrari? Semplificando con uno sgardo panoramico potremmo dividere il nostro Brasile in tre parti. Prima di tutto c’è il Brasile egemonico, a servizio dell’agrobusiness, predatore, sostenitore della monocultura, latifondista, che esclude i popoli indigeni e la popolazione contadina. Fedele al programma del capitalismo neoliberista. Una oligarchia politica tradizionalmente padrona del potere e della terra.
lunedì 20 giugno 2011
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